Comunicato Stampa

FRANCESCA NOBILE

Hana no kumo

23 marzo – 19 aprile 2024

Catania – Galleria Carta Bianca. Inaugurazione mostra ore 18.30

 

La galleria Carta Bianca è lieta di presentare la personale di Francesca Nobile dal titolo Hana no kumo. La mostra, curata da Francesco Rovella, offre una prospettiva esaustiva della produzione dell’artista negli ultimi due anni, con opere che rappresentano il culmine del suo percorso pittorico e concettuale.

Francesca Nobile, dopo la formazione accademica e diverse esperienze costruttive, da molti anni esplora con i suoi lavori temi plurimi, legati alla pratica delle discipline di meditazione e yoga.

La sperimentazione, onirica e inconscia, si fa centro del suo nucleo di ricerca, attraverso una pittura che, col tempo, è approdata a una specifica fluidità, tutta volta all’esplorazione di un informale intimo e profondo. Dopo un percorso che ha abbracciato diverse fasi, l’artista ha trovato la sua sintesi formale in una partitura cromatica e segnica che va oltre la rappresentazione. Le forme si sono distese ed estese attraverso la tecnica, in perfetta simbiosi ritmica con il dettato del corpo e del gesto, che compone queste forme, questi transfert sensoriali su supporti, di tela o carta, stesi su pavimento, in una sorta di “Action body painting”.

La mostra attuale presenta grandi opere su carta, tra cui Jellyfish jam e Secret life of Euridice, più una serie di opere piccole dal titolo Death in motion, composte da inchiostro, cuciture con filo di cotone e fiori secchi su carta. Inoltre alcune opere grandi e di medio formato, testimoniano lo sviluppo estremo dell’ultima fase di ibridazione, come Orfeo don’t look back in dialogo con Squonk, un’opera si distingue per essere la primogenita della serie.

Nel testo critico di presentazione, a firma di Giuseppe Carrubba, si legge che la ricerca dal titolo Hana no Kumo, è ispirata al fiorire degli alberi di ciliegio nella cultura giapponese. Il significato letterale, che sarebbe “nuvola di fiori”, restituisce l’idea del formarsi graduale e nebuloso della chioma rosa pallido degli alberi. L’artista si ispira a questo fenomeno visivo e naturale come archetipo del proprio metodo compositivo e della propria prassi gestuale. E così l’opera si offre allo spettatore, come una pittura trans-mediale, che condensa il vapore dell’informe in forme riconducibili a immagini floreali o a mappe immaginarie che si offrono allo sguardo dell’osservatore, restituendo un intero completo, fino a condurlo verso luoghi inesplorati e al riconoscimento di mondi d’origine.

Le opere presenti in mostra, rimandano così ad un sofisticato equilibrio, tra la cura maniacale del dettaglio e l’impatto ad alto carico emozionale dei grandi formati. La spiritualità che appare in Hana no kumo invita a riflettere sulla relazione tra l’uomo e la natura, attraverso uno spazio di sensazioni incontaminato, dove ognuno potrà dialogare intimamente con l’artista scoprendo la propria forma-oggetto all’interno di queste opere straripanti meraviglia e bellezza.

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

domenica e lunedì chiuso.

Per appuntamenti in diversi giorni e orari tel. 336 806 70

Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso, 72/b Catania – galleriacartabianca.it

Comunicato Stampa

PAOLO GRECO

ZERO PASCAL

17 febbraio – 15 marzo 2024

Catania – Galleria Carta Bianca. Inaugurazione mostra ore 18.30

 

Sabato 17 febbraio, alle ore 18,30, sarà inaugurata la mostra personale di Paolo Greco che, per la prima volta, espone i suoi lavori alla galleria Carta Bianca.

Scrive, e la ringraziamo per il suo prezioso contributo, Denise Sardo, critica d’arte e curatrice indipendente: “Immaginate uno studio, una casa dei primi anni del secolo scorso, pareti antiche e porose illuminate dalle luci dei neon, l’odore chimico del colore è smorzato dall’umido verde del giardino incolto su cui si affaccia la stanza. Un artista esegue sottili variazioni plastiche, trasformando pneumatici e camere d’aria in strumenti musicali vibranti. La musica è quella prepotente degli anni Settanta che graffia i pensieri. La tensione superficiale della materia si fonde con l’energia della musica. Paolo Greco si muove deciso nell’atmosfera del suo studio, tra ricordi ingombranti e tensione al futuro, dà forma al suo pensiero imprimendolo sulla gomma.

Il titolo pensato per questo percorso espositivo, “Zero Pascal”, suggerisce l’assenza di pressione, un vuoto perfetto. Il Pascal infatti, l’unità che misura la pressione della camera d’aria trattata, è zero, una misura invisibile che regola l’equilibrio interno della materia. La camera d’aria, che solitamente svolge il suo ruolo silenzioso, non è più elemento meccanico, ma diventa palcoscenico multisensoriale di una narrazione estetica inaspettata. Si fa tela neutra per accogliere un racconto privo di restrizioni.

L’artista, ragionando sulle idee di vuoto e pressione, svela un nuovo modo di percepire il mondo. L’estetica delle opere di “Zero Pascal”, sintesi di ricerca e sperimentazione, aderisce perfettamente a questo concetto. Il colore asseconda la vitalità dell’opera, la matericità è plastica e sensuale. La scelta cromatica guida lo spettatore attraverso un’esperienza visiva appagante. L’intera produzione ha un pattern creativo ben preciso ed è connotata da una scelta materica istintiva, ma non casuale, che diventata linguaggio e cifra stilistica inconfondibile dell’ autore.

Le opere, realizzate attraverso la trasformazione di un pneumatico svuotato della sua funzione originaria, diventano una dichiarazione d’intenti, emancipazione dal pensiero comune, una metamorfosi che libera l’oggetto dalla sua destinazione d’uso predefinita. La mancanza di pressione interna trasforma infatti la gomma in uno spazio vuoto e nuovo, che si presenta come una provocatoria riflessione sul superamento delle aspettative convenzionali. Il pneumatico, originariamente progettato per sostenere il peso di un veicolo, ora giace svuotato di ogni sforzo, una gomma che lascia andare la sua funzione tecnica.

Questo atto di privazione funzionale si traduce in ribellione contro le restrizioni imposte dal suo significato: una visione che celebra l’esistenza che si libera da costrizioni materiali. L’artista, abbraccia la rinuncia funzionale alla creazione trasformando l’oggetto in un simbolo di liberazione dalla sua funzione comune, infondendole la forza per essere, finalmente, altro. Un atto di coraggio e forza creatrice che somiglia molto al suo autore, sempre fedele alla sua natura dissidente ed anticonformista. “Zero Pascal” è metafora della trascendenza funzionale e racconta, essenzialmente, la storia di Paolo Greco.”

La mostra è curata da Francesco Rovella, da ventisei anni direttore della galleria.

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

domenica e lunedì chiuso

Per appuntamenti in diversi giorni e orari tel. 336 806 701

Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso, 72/b Catania – galleriacartabianca.it

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Giacomo Failla

L’astrazione simbolica

16 dicembre 2023 – 26 gennaio 2024

Catania – Galleria Carta Bianca. Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 16 dicembre, alle ore 18,30, sarà inaugurata la mostra personale di Giacomo Failla che per la prima volta espone i suoi lavori da Carta Bianca. L’artista catanese che ha iniziato la sua lunga carriera proprio nella sua città, è considerato un autore di punta della scena contemporanea, prova ne sia la mostra personale dello scorso anno al Museo Regionale di Palazzo Riso di Palermo.

Giacomo Failla è un artista eclettico, che ha al suo attivo moltissime mostre e una serie numerosa di ricerche sempre innovative che riflettono il suo carattere da esploratore estroverso che però non manca di quella acquisita consapevolezza che negli “astrattisti” rende possibile la mediazione tra la gestualità e la disciplina del controllo sul tratto, in quell’equilibrio, sempre ricercato, tra colore e forma.

Giacomo Fanale, l’importante operatore culturale che da anni si occupa di lui, scrive nel bel catalogo edito per la mostra al Riso:

..Giacomo Failla, con il suo tratto-astrazione, rivendica un modo personale di operare sulla tela attraverso il segno. La passionalità istintiva del gesto è resa evidente dai tratti-colore condotti con l’uso del pennello.

Il tratto segnico e il colore concorrono ad un concetto di astrazione mai abbandonato e le nuove opere sono la sintesi di un processo che si è sviluppato attraverso un linguaggio volto alla ricerca dell’essenzialità, fino a raggiungere livelli di astrazione simbolica propri del segno grafico, su cui l’artista concentra la sua abituale poetica.

Il critico d’arte Giuseppe Frazzetto, nel medesimo catalogo: La gestualità può essere intesa come la sorgente veritativa del procedimento di formalizzazione dell’immagine: il pittore mediante i suoi gesti si traccia, facendo emergere qualcosa di aurorale, in un terrain vague dove si fondono la consapevolezza (un progetto) e un

che di inspiegabile, pulsionale ( originario).

Le sua carriera, iniziata nel 1992, è ricca di esperienze in varie parti del mondo con una costante propensione verso l’Oriente dovuta anche alle esperienze vissute in India, meta di suoi diversi viaggi.

Dopo numerose mostre in Sicilia, si reca, nel 2007, a Norimberga, dove ha l’opportunità di confrontarsi con l’ambiente culturale ed artistico della città bavarese. Viene invitato a realizzare la sua prima personale in Germania, presso la “Livio Nardi Galerie”. Nel 2011 è presente con un’opera alla 54° biennale di Venezia, Padiglione Italia a Palazzo delle Esposizioni di Torino.

Nel 2012 espone a Palazzo Sant’Elia di Palermo. Nel 2013 partecipa alla “Art Market” di Budapest. Nello stesso anno torna a Norimberga con la personale da “Pia Rubner Gallerie”. A seguire, nel 2014, la mostra Action painting alla “Tag der Nordstadt Galerien”. E poi ancora a Norimberga con la mostra Hologram presso la “Kunst Kontor Galerie”. Nello stesso anno è tra gli Artisti di Sicilia, nuovamente alla Fondazione Sant’Elia di Palermo e a Castello Ursino di Catania. Nel 2015 a Palermo la mostra Hologram viene presentata a Palazzo Ziino. In quest’ultima mostra sono esposte le sue nuove opere realizzate dopo un soggiorno a New York.

Nel 2017 è a Dubai per il “Vanity Fair Italy”. A Madrid, nel 2019, espone alla Eka & Moor Art Gallery. Nel 2020 partecipa alla mostra ”Novecento” presso il Convitto delle arti a Noto. Nel 2021 si reca a Bangkok dove realizza la mostra Fragment of Solitude alla galleria Atta ‘N’Atta Art Space. Nel 2022 la già citata mostra a Palazzo Belmonte Riso di Palermo. Nel 2023 è nuovamente invitato a Bangkok per la realizzazione di due importanti mostre, alla Numthong Art Space e alla galleria X Space.

 

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

domenica e lunedì chiuso

Chiuso per le festività i giorni 23, 24, 25, 26 dicembre e 6 gennaio 2024

Per appuntamenti in diversi giorni e orari tel. 336 806 701

Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso, 72/b Catania – galleriacartabianca.it

Comunicato Stampa

Enzo Rovella

Il rosso e il nero

21 ottobre – 22 novembre 2023,

Catania – Galleria Carta Bianca. Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 21 ottobre alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca la mostra di pittura contemporanea di Enzo Rovella. A quattro anni dalla sua ultima personale in galleria, dal titolo Secret Daimones, l’artista catanese presenta, in prima nazionale, la sua ultimissima ricerca Il rosso e il nero. Titolo che evidentemente si riferisce più all’opera di Alberto Burri che al noto romanzo di Stendhal.

Il critico Francesco Piazza, che è stato il curatore della mostra Dialoghi orfici tenutasi questa estate al Museo Archeologico di Salonicco, così scrive in merito a questa ricerca presentata da Carta Bianca: “La poetica di Enzo Rovella si nutre di una tensione palpabile che permea ogni sua opera e, la scelta di presentare in una mostra esclusivamente le opere rosse e nere, emerge come un’audace dichiarazione che riflette l’esigenza di esplorare l’equilibrio sospeso tra l’emozione e il mistero, tra l’intensità dei sentimenti umani e il profondo enigma che avvolge l’esistenza stessa.

Nella netta campitura dei rossi vibranti e nella profondità delle nuove opere su juta, nate da una rinnovata connessione con la natura e la spiritualità, si sostanzia un grande paesaggio emotivo, che cela una geografia da riscoprire e codici semantici da decifrare.

Questo dialogo visivo, che potremmo considerare come un’indagine profonda nella complessità dell’essere umano, da vita ad un mondo pittorico che parla direttamente ai nostri sensi e ci conduce oltre quella convenzione che attribuisce al colore uno stato d’animo o una connotazione, manifestandosi, in Rovella come un continuum di possibilità.

E così che il rosso può rappresentare il battito frenetico del cuore inamorato, ma anche la furia incontenibile della rabbia e il nero, la quiete inquieta della notte o la profondità senza fine della solitudine.

L’artista espora nella sua ricerca, una serie di dualismi fondamentali in cui l’individualismo e l’autoespressione si oppongono all’uniformità e alle norme sociali, e il passato e la tradizione si scontrano con l’innovazione e l’ignoto. Egli non si limita a mettere in luce le dicotomie, ma cerca di individuare un terreno comune tra gli opposti, incoraggiandoci a riflettere sulla bellezza che può ergere dalla loro coesistenza.

La decisione di esporre I lavori rossi e quelli neri non rappresenta quindi, soltanto un manifesto di contrapposizioni dichiarate, ma anche l’atto di creazione di un equilibrio generato dalla tensione stessa e una poesia che nasce dalla lotta.

Enzo Rovella ci invita a una visione aperta e ad una contemplazione profonda per comprendere la complessità della realtà, riflettendo sulla necessità di ritrovare una linfa vitale in un mondo segnato da conflitti e tensioni: un richiamo a riscoprire la forza dell’armonia e della unità”.

da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

domenica e lunedì chiuso

per appuntamenti in diversi giorni e orari tel. 336 806 701

Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso, 72/b Catania – galleriacartabianca.it

COMUNICATO STAMPA

Attilio Scimone

La Tensione Metafisica


Galleria Carta Bianca, Catania 28 aprile – 31 maggio 2023


Venerdì 28 aprile, alle ore 18.30, negli spazi della Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, verrà inaugurata una importante mostra personale di Attilio Scimone dal titolo La Tensione Metafisica.

La fotografia dunque torna protagonista da Carta Bianca con una mostra che vuole essere un tributo alla carriera.

Oggi Attilio Scimone (Riesi, 1951) dopo quasi cinquanta anni di lavoro dedicato all’immagine e principalmente al paesaggio, è molto più che solo un fotografo. Possiamo definirlo un artista che usa la fotografia come mezzo della sua espressione poetica.

Le pellicole delle sue riprese, prima di essere stampate in analogico prevalentemente con l’uso dei sali d’argento, vengono manipolate con interventi che incidono l’immagine ripresa con graffi e manipolazioni che sono il vero segreto della sua arte. La ricerca su cui si è impegnato più a lungo viene definita grignotage; la questione tecnica si risolve ottenendo il rigonfiamento della gelatina nelle parti non esposte dell’immagine in modo da poterla asportare o “muoverla” sino ad arrivare al supporto cartaceo.

L’apparecchio fotografico di grande formato utilizzato da Simone non mira perciò a realizzare immagini nella loro perfezione formale e tecnica, ma a proporre un linguaggio proprio, all’interno di una ricerca che gli permette di dialogare con il paesaggio attraverso interventi preventivi sulla pellicola per una completa immersione estetica.

Sulla fotografia di Scimone, Jean-Claude Lemagny ha scritto:

La diffidenza davanti agli artifici che permettono di manipolare l’immagine fotografica alla sua origine, in un sentimento sano che ciò che c’è di più fotografico nella fotografia è anche quello che c’è in essa di più artistico; è questo che non bisogna tradire

Scrive Andrea Guastella: La metafisica, l’idea stessa che il vero si celi dietro sensibili apparenze, frequentando posti simili è del tutto naturale. Perciò non mi sorprendono, nella fotografia di Attilio Scimone, che ad essi ha dedicato uno studio lungo quasi cinquant’anni, le prospettive multicentriche, con punti di fuga non sovrapponibili, incongruenti, che inducono l’occhio a cercare costantemente un ordine nella disposizione delle immagini.. la pressoché assoluta noncuranza per le ombre, il cui posto è preso da graffi, macchie, sovrapposizioni, che bruciano gli argenti degli sfondi; l’insistenza di scene che, anche quando riguardano la Sicilia, si svolgono in un altrove imprecisato.

Nessuno degli ingredienti della pittura metafisica manca all’appello. E in effetti, con la pittura, l’arte di Attilio, ha tantissimo in comune. Non, s’intende, per quanto concerne la scelta dei soggetti: lontanissimi dal pittoricismo di maniera di tanta fotografia siciliana, alla lunga insopportabile.

Ora, lo straniamento percettivo che, come dicevo, mi accompagna percorrendo in auto i suoi luoghi, è una componente essenziale di questi scatti visionari: dove siamo? In quale tempo o stagione?

La mostra, sarà visitabile fino al 31 maggio 2023.

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

Domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari tel. 336 806 701Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso 72/b Catania – galleriacartabianca.it

COMUNICATO STAMPA

Hannu Palosuo

 In My Mind

Galleria Carta Bianca, Catania, 10 marzo – 13 aprile 2023

Venerdì 10 marzo, alle ore 18.30, verrà inaugurata, negli spazi della Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, una mostra personale di Hannu Palosuo dal titolo “In My Mind”. Una mostra che presenta una ventina di opere tra le più significative dell’artista fillandese.

Hannu Palosuo è nato a Helsinski nel 1966, ha studiato Storia dell’Arte alla Sapienza e, sempre a Roma, si è laureato all’Accademia di Belle Arti per poi trasferirsi definitivamente nella capitale dove oggi vive e lavora pur non trascurando connessioni e rapporti con il suo paese di origine, sia realizzando in Finlandia numerose e importanti mostre in Musei e prestigiose gallerie, sia portandosi dietro nel suo immaginario pittorico il fascino delle atmosfere nordeuropee.

Come scrive Luca Beatrice, in un testo che accompagnava una personale realizzata qualche anno fa a Torino: I frames di Palosuo, che si tratti di rose, gigli, tulipani, giovani donne solitarie, uomini in abiti eleganti, sono al crocevia tra fotografia e cinema, tra teatralità scenografica e pittura pura. Nella conoscenza della tecnica Palosuo ha pochi rivali. La sua ricerca mira al raggiungimento di un equilibrio alchemico tra soggetto e trattamento materico. È questo il movente di una pittura che, nel ripetersi, appare sempre diversa.

Nel ciclo Cannot Turn Back the Clock Hannu Palosuo realizza dei dipinti cancellando i volti delle persone ritratte con un gesto dolce, di nessuna violenza, anzi quasi a tutela di un riconoscimento caratteriale ed espressivo. Le sue cancellazioni gentili sembrano alludere al processo di omologazione che pervade la società contemporanea che cerca di annullare le differenze che però restano marcate nello stile e nella posa dei protagonisti . Quasi uno specchio su tela da cui viene fortemente stimolata una riflessione più ampia su quel che resta di ogni vita e su quello che può valere di più nella memoria, se i gesti compiuti o le fattezze del viso. Una memoria, sottolineata da un’ombra decisa, che comunque rimane protagonista, anche se al di fuori di una classica riconoscibilità.

Hannu Palosuo vanta numerose esperienze di lavoro artistico in Europa, oltre che in paesi come Brasile, Argentina, Uruguay, Estonia, Giordania, Cina e Giappone. Partecipa per ben quattro volte alla Biennale di Venezia nel 2022, 2009, 2011 e 2013, al Cairo Biennale nel 2010 ed al Curitiba Biennale nel 2017 e 2019. Tra le mostre in spazi pubblici ed istituzionali si segnalano le personali
 2022 Didrichsen Art Museum, Helsinki, Finland; 2019 MAB – Museu de Arte de Blumenau, Brazil; 2018 Macro Roma; 2016 National Museum of Finland; 2013 Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e Reial Cercle Artistic de Barcelona, Spagna; 2006 Herbergenmuseum, München, Germania.

La mostra, sarà visitabile fino al 13 aprile 2023.

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

Domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari tel. 336 806 701

 Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso 72/b Catania – www.galleriacartabianca.it

 

COMUNICATO STAMPA

Nunzio Fisichella

 Il lato profondo della terra

Galleria Carta Bianca, Catania 25 novembre 2022 – 18 gennaio 2023

Verrà inaugurata venerdì 25 novembre 2022 alle ore 18.30, negli spazi della Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, “Il lato profondo della terra” una particolare mostra personale di Nunzio Fisichella. Una mostra che comprende una quindicina di opere tra le più interessanti e quasi monocrome della produzione dell’artista catanese, un indagine pittorica che ha tra I suoi elementi quella sabbia vulcanica che non di rado scende a pioggia sulla nostra città di Catania.

Come scrive Gianluca Lombardo in un testo elaborato proprio per questa occasione “Il lavoro pittorico di Nunzio Fisichella pare quello dello scopritore di grotte che va alla ricerca di materie nuove, ricche di sedimentazioni, di tracce nascoste, di reperti proto-umani addormentati da sempre negli asciutti abissi della Terra. Sembra riportare alla luce del giorno porzioni di suolo che ciascuno di noi dà per scontato nel proprio movimento di superficie, ma che solo a pochi è dato di conoscere profondamente.

Il primo pensiero è rivolto al paesaggio, o almeno così pare: la terra si offre in continua cangevole sostanza, che i dipinti evocano con forza e risonanza. Ogni dipinto sembra voler rappresentare l’evoluzione della roccia, il conglomerato millenario voluto quasi come un testimone del tempo assoluto, ma in un luogo preciso. Il paesaggio è quello scuro, aspro e potente dei territori a lui prossimi; quello dell’Etna, e delle profondità recondite che il vulcano ci lascia intravvedere nel suo fenomeno eruttivo….. Questi dipinti sono potenti come sculture, sfiorano l’assioma assoluto e deifico della terra/madre, hanno l’ambizione di raccontare l’intero processo sedimentario del magma. E nello stesso tempo, declinano con leggerezza quasi estatica la delicata sfumatura, il racconto per frammenti sublimati, l’emozione interiore e profonda dell’animo interpretata con silenziosa mano.

Questi lavori accarezzano, e ci fanno accarezzare, la superficie della Terra come fosse pelle delicatissima nonostante l’apparente rudezza della materia.

Ci portano per mano attraverso crepacci sublimi – giusto per tenere a mente l’esempio illustre del paesaggismo di Friedrich – verso l’invisibile ingresso del mondo ctonio: l’inconosciuta bocca spalancata sul centro del mondo.

 

La mostra, sarà visitabile fino al 18 gennaio 2023.

Da martedì a venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00, sabato 11.00/13.00

Domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari tel. 336 806 701

Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso 72/b Catania – galleriacartabianca.it

 

 

COMUNICATO STAMPA

Samantha Torrisi

SE OGNI GIORNO FOSSI LIEVE

Galleria Carta Bianca, Catania 21 ottobre – 19 novembre 2022


Verrà inaugurata venerdì 21 ottobre 2022 alle ore 18.30, negli spazi della Galleria Carta Bianca di Francesco Rovella “Se ogni giorno fossi lieve” la nuova mostra personale di Samantha Torrisi. Un progetto con una ventina di opere recenti quasi tutte inedite, in cui l’artista catanese indaga alcune delle tematiche principali della sua pittura.

Alessandra Redaelli, autrice del testo critico che accompagna la mostra, scrive: «Quello che l’artista ci invita a intraprendere non è un viaggio reale, ma piuttosto un percorso di introspezione, un viaggio all’interno della mente. È qui, in questi scorci in cui il cielo è spesso protagonista, che si perdono definitivamente tutti i punti di riferimento: messo di fronte a questa traduzione così archetipica del concetto di paesaggio, lo spettatore è ammaliato da quanto di familiare vi riconosce. Il luogo preciso, quello che l’artista aveva preso a modello nel momento in cui iniziava a lavorare al progetto, nell’indeterminatezza della pennellata che si sgretola diventa non-luogo, spazio mentale. E in quanto tale, paradossalmente, diventa ogni luogo. Il viaggio dentro il dipinto si fa così esplorazione di qualcosa di familiare, come addentrarsi in un sogno ricorrente di chi ha passeggiato riempiendosi le narici degli odori resinati dei boschi. I suoi dipinti, riescono a individuare proprio quello spazio, a rendercelo visibile e accessibile, facendosi viatico del viaggio spirituale.

Ma c’è dell’altro. Se questo è possibile è anche grazie alla totale mancanza di coordinate reali. Non solo, come abbiamo già detto, che ci permettano di ricostruire un luogo, un dove. Dei paesaggi di Samantha Torrisi non è nemmeno possibile stabilire un quando, un tempo.

Per quanto sia vero che quello che il nostro occhio percepisce sono solo profili di alberi e uno scorcio di cielo, la nostra mente razionale avverte un varco tra quelle chiome, lo intuisce, e sente che qualcuno, lì, ha ricavato un sentiero. L’incanto del lavoro si pone proprio qui, in questo spiraglio di dubbio: anche quando la nebbia dilaga ovunque, in un’atmosfera quasi apocalittica, l’artista offre il suggerimento di un intervento esterno, di una purezza in qualche modo violata.

Negli ultimissimi lavori, tuttavia, le allusioni all’antropizzazione si fanno più assertive e assumono nuove connotazioni astratte. Come se il suggerimento della presenza umana a turbare la perfezione della natura non fosse più sufficiente per raccontare di un ambiente che sta soffrendo l’intervento dell’uomo e che a questo si sta sempre più ferocemente ribellando».

La mostra, che apre la nuova programmazione della Galleria Carta Bianca, sarà visitabile fino al 19 novembre, dal martedì al venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00 e il sabato 11.00/13.00 in via Francesco Riso 72/b Catania.

SCHEDA

Autore: Samantha Torrisi
Titolo: Se ogni giorno fossi lieve

Curatore: Francesco Rovella

Testo critico: Alessandra Redaelli

Luogo: Galleria Carta Bianca, via Francesco Riso 72/b, 95128 Catania

Opening: venerdì 21 ottobre 2022, ore 18.30

Date mostra: 21 ottobre – 19 novembre 2022

Orari/giorni: martedi – venerdì 11.00/13.00 – 17.00/20.00
sabato 11.00/13.00 – domenica e lunedì chiuso
Per appuntamento in diversi giorni e orari
Tel. 336 806 701

Sito web: galleriacartabianca.it
Media partner: Balloon Project

Ingresso libero

Giovanna Brogna Sonnino

Futuro Anteriore | 1979 – 2019

30 Aprile – 19 Maggio 2022

Catania – Galleria Carta Bianca

Sabato 30 Aprile 2022 alle ore 18.30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca di Catania la mostra personale di Giovanna Brogna Sonnino, a cura di Cristina Costanzo e Giuseppe Mendolia Calella.

Giovanna Brogna è un’artista multidisciplinare che opera con diversi mezzi: dalla fotografia al video, dal collage all’installazione finanche all’acquerello. Catalizzatore assoluto del suo variegato linguaggio è da sempre l’archivio che rappresenta un vero e proprio modus operandi. Un’azione continua che mediante la raccolta, l’elaborazione e la sintesi genera una sintassi visiva e soprattutto estetica che attraversa la sua storia privata e s’intreccia con quella sociale e pubblica.

Le serie di opere in mostra – anche in questo caso – variegate per genere e linguaggio, si configurano come una porzione ragionata di ricerche più ampie, condotte dall’artista dal 1979 e fino al 2019.

Con Futuro anteriore Giovanna Brogna riutilizza un tempo verbale che si esprime al futuro, ma si determina comunque prima rispetto al momento di riferimento rappresentato. I fatti e la narrazione muovono su di una linea cronologica ambigua: si spingono in avanti puntando lo sguardo al passato e viceversa premono all’indietro compiendo un moto progressivo.

Oltre all’immagine l’artista non può prescindere dall’uso della parola scritta: stralci di dialoghi, o di riflessioni mentali si sovrappongono all’immagine generando in certi casi un cortocircuito di senso e – per l’appunto – di tempo. La sovrapposizione, la composizione di un palinsesto di immagini autoriali, su ready made visivi si accostano a segni pittorici che sono rappresentazioni visive di spazi mentali dove sensazioni, sentimenti ed emozioni assumono toni e pose. La mostra diventa una forma di dialogo in primis per l’artista con sé stessa, la sua storia e il suo percorso artistico e personale e in secondo luogo tra l’artista e i soggetti coinvolti: il gallerista, i curatori e soprattutto con il pubblico. Potremmo dunque dire che lo stesso progetto di mostra nel suo corpus completo si propone come opera d’insieme e dialogica in cui l’artista ha un ruolo determinante.

 

Giovanna Brogna/Sonnino, è laureata in storia dell’arte. Nata a Catania, nel 1980 si trasferisce a Roma, dove si diploma cine-operatore. Lavora per Rai2, RaiEducational e RaiSatArt realizzando diversi servizi e documentari. Contemporaneamente, come fotografa, dal 1986 al 1994, espone i suoi lavori in numerose mostre personali e collettive. Dal 1992 con Mathelika e Drifting Pictures realizza come autrice e produttrice indipendente una serie di film, docufilm e documentari che ottengono riconoscimenti in Italia e all’estero.

Per la Brogna/Sonnino questa è la seconda mostra nella galleria di Francesco Rovella. La prima, solo fotografica, fu realizzata nel 1999.

 

Giorni e orari di apertura: lunedì, martedì, giovedì, venerdì: 17,00 / 20,00

sabato: 11,00 / 13.00 mercoledì e domenica: chiuso

Per appuntamenti, tel. +39 336 806701

Carta Bianca A.C. – via Francesco Riso, 72/b Catania

www.galleriacartabianca.it     info@galleriacartabianca.it

Comunicato Stampa

Giuliano Cardella

In my rooms

5 marzo – 8 aprile 2022
Catania – Galleria Carta Bianca
Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 5 marzo alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca la mostra personale di Giuliano Cardella. L’artista, nato da genitori siciliani a Lumezzate in provincia di Brescia, da alcuni anni vive e lavora a Catania.

Giuliano ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, nonché riconoscimenti ufficiali in ambito nazionale. Numerose sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero (Francia, Olanda, Giappone, Stati Uniti, Spagna, Germania, Cina); in particolare suoi lavori sono state esposte presso la Royal Academy of Art e la Saatchi Gallery di Londra. Collabora con la Galleria “Takeaway Gallery” a Roma e la Galleria “The Fletcher Art Gallery” a Nottingham (UK): i suoi lavori sono anche presenti presso il Museo di Arte Contemporanea di Maccagno (VA) ed in vari spazi espositivi a Milano e Roma.

I miei lavori sono ideati come aperti all’interpretazione dello spettatore: da una parte devono essere neutri, in modo che lo spettatore possa proiettare su di loro le sue emozioni, dall’altra parte devono creare un senso di distanza, apparire irraggiungibili, misteriosi … Mi piace guardare ad un mio lavoro concluso ed avere la sensazione di non essere io stesso in grado di afferrarlo completamente, di cogliere tutti i suoi possibili significati, proprio come uno spettatore che lo guarda per la prima volta. I miei sono lavori in continua trasformazione” (dalla presentazione per “Summer Exhibition 2007” alla Royal Academy of Art di Londra).

Queste parole dello stesso Giuliano Cardella ci aiutano immediatamente ad entrare in sintonia con il sentire dell’artista e con la sua capacità di stupirsi e di stupire, di trasmettere emozioni intense e sempre nuove, di sovvertire regole e schemi precostituiti lasciandoci nell’anima tracce leggere ed indelebili.

Visitare il suo studio, che è anche la sua abitazione, significa addentrarsi nelle sue stanze, e godere di tutti i suoi lavori alle pareti o accatastati in colonne, guardare le sue meravigliose sculture poliedriche, entrare nel suo mondo in maniera intima e intensa. E’ proprio da questa esperienza che è nato il titolo della mostra “In my rooms” che il gallerista Francesco Rovella e Giuliano Cardella immaginano non solo come esplorazione nelle stanze dello studio, ma anche come ingresso nelle stanze segrete della mente dell’artista, un incursione nel suo incredibile mondo di sovrapposizioni, colori, segni, graffi e parole di un alfabeto sconosciuto.

Non si ritrova allora, come scrive il Critico d’Arte Giampietro Guiotto “nessuna linea retta, nessun quadrato perfetto, nessun razionalismo, ma manualità e godimento nella lacerazione della carta e nella rimanipolazione della superficie. […] Niente in queste opere deve richiamare la razionalità della geometria pura, niente deve essere arrogantemente ordinato.”

Una particolare attenzione va alle sculture in ceramica. Più che di proprie sculture si tratta di ceramiche modellate dall’artista che poi si arricchiscono di altri pezzi o frammenti che danno vita a oggetti misteriosi, parzialmente dipinti, che lo spettatore può contemplare e interpretare in assoluta libertà. Una fruizione talmente soggettiva che non viene nemmeno suggerita, essendo, tra l’altro, tutte le opere “Senza titolo”.

Giorni e orari di apertura: lunedì, martedì, giovedì, venerdì: 17,00 / 20,00

sabato: 11,00 / 13.00 mercoledì e domenica: chiuso

Per appuntamenti, tel. +39 336 806701

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

www.galleriacartabianca.it     info@galleriacartabianca.it

Comunicato Stampa

Attilio Giordano

Il segno dell’innocenza

8 gennaio – 15 febbraio 2022
Catania – Galleria Carta Bianca
Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 8 gennaio alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca la mostra personale di Attilio Giordano (Catania 1973).

L’esposizione, già programmata nel febbraio del 2020, e rimandata più volte per le cause che tutti conosciamo, dopo tanta attesa viene finalmente aperta al pubblico. Due anni difficili per il fronte delle arti, ma che non sono per fortuna riusciti a fermare il lavoro degli artisti e quello delle gallerie che cercano di riprendere i calendari dei loro eventi, pur con le limitazioni del caso.

Attilio Giordano, talentuosissimo artista catanese che oggi vive a Crema dove insegna, ha arricchito il precedente progetto con nuove opere che si aggiungono alle meravigliose grafiti del suo universo legato al mondo dell’infanzia e alla sua capacità di mostrarne la purezza. Una grazia e una leggerezza che salva il mondo da tutte le sue brutture, dei fermi immagine a matita su tavola che ci ricordano la bellezza dei nostri figli, dei nipoti degli adolescenti in generale, specialmente nelle figure femminili e nello sguardo dell’autore che insiste a ritrarre, in maniera più che raffinata, archetipi di un’esistenza ancora non toccata dalle esperienze della vita contemporanea e della pesantezza che inequivocabilmente grava sulla maturità.

Il linguaggio di Giordano è basato essenzialmente sul bianco e nero, sul chiaroscuro con dei minimi inserti di colore che a volte irrompono, ma sempre delicatamente, sulle tavole o sulle carte.

Pochi artisti al giorno d’oggi possono confrontarsi con Attilio Giordano in quanto alla capacità tecnica del suo segno rivelatore.

Beatrice Buscaroli, curatrice della mostra “Meditazioni” del 2013 così scrive: “Le figure femminili dell’artista sembrano aver oltrepassato la soglia del dubbio, e volerlo dimostrare. L’eleganza di una forma educata e gentile, pittoricamente coltissima, rovescia il significato primo del suo apparire: tutto può essere il contratrio, bellezza e gentilezza non sono date una volta per tutte. Personaggi mobili, dotati di una sensualità misteriosa e labile, le sue immagini seducono col tratto ambiguo dell’ ”eterno femminino”.

Siamo particolarmente orgogliosi di accogliere Giordano tra gli artisti della galleria e di mostrare il suo lavoro al nostro pubblico.

 

Attilio Giordano ha, nella sua biografia professionale, numerose mostre, sia personali che collettive, in gallerie, musei e centri culturali. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

 

 

Giorni e orari di apertura: lunedì, martedì, giovedì, venerdì: 17,00 / 20,00

sabato: 11,00 / 13.00 mercoledì e domenica: chiuso

Per appuntamenti, tel. +39 336 806701

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

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Comunicato Stampa

L’astrazione mediterranea

4 dicembre 2021 – 5 gennaio 2022
Catania – Galleria Carta Bianca
Inaugurazione mostraFrancesco Rinzivillo

 

Sabato 4 dicembre alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca la prima mostra personale a Catania di Francesco Rinzivillo (Comiso 1966).

 

L’astrazione non è un gioco e men che meno una scorciatoia, anzi, al contrario, è una sfida che necessita di un atto di coraggio e di una consapevole sapienza pittorica.

Un campo di battaglia dove vengono annullate le difese di ogni riferimento simbolico. Un confronto dove le armi a disposizione dell’artista sono solo forma e colore nel loro rapporto che cerca equilibrio e si fa corpo attraverso il segno sulla superfice, ma il tutto risolto nella massima delle sintesi; una sottrazione che tende ad un’ armonia perfetta in cui il contrappasso delle forze si fa soggetto e protagonista dell’opera, in linea con la più classica delle definizioni di bellezza estetica.

Nel contempo, ogni superfice dipinta si erge a corpo e vuole essere affermazione di una nuova nascita, di un’ opera che viene al mondo e si afferma tra le esperienze visive del nostro cammino e, come ogni opera d’arte significativa, ci indica sentieri sconosciuti da attraversare.

Sono le geometrie di Rinzivillo che rinverdiscono in chiave contemporanea l’idea madre costruttivista di Malevic e il pensiero razionalista di Mondrian. Opere in cui la geometria assume una posizione rilevante inerente al metodo di lavoro che organizza la forma nei diversi percorsi strutturali in cui la concentrazione del colore invade lo spazio della tela e diventa testimonianza di un equilibrio assoluto di forze che si rifrangono in due tonalità, come nel caso degli ADO definiti dall’autore monocromi scomposti. Un’astrazione che però, insolitamente, la percepiamo calda, che definiamo mediterranea nel titolo della mostra. Non è un caso che gli inizi della poetica di Rinzivillo nascano nei territori del sud-est siciliano.

Ancora più intriganti, ad uno sguardo competente, sono le superfici bianche, sempre ADO (armonie degli opposti), attraversate da segni che rimandano ad architetture sospese nel paesaggio, dove questo, attraverso la sua luminescenza, supera qualsiasi rappresentazione, acquista vita autonoma e sollecita l’immaginazione dello spettatore.

E’ un esercizio che ci costringe a fermarci, a rallentare i ritmi convulsi a cui siamo oramai abituati e di cui siamo, a volte inconsapevolmente, anche schiavi. Ecco la via che ci apre l’opera di Rinzivillo. Ed è quasi una pratica terapeutica, un silenzio, che infonde serenità. Quel colore non colore ci regala un fermo gioco che ci spinge all’azzeramento di ogni tensione quotidiana, un nutrimento per l’anima, una ripartenza purificatrice che ci fa intravedere la bianca luce di un paradiso perduto.

In mostra anche due serie di calchi, di cui ci parla con dovizia di stile e significati Vito Chiaramonte nel suo testo Verso quale segno. Una serie di opere ricavate dallo stampo unico di matrici in legno incise che conservano misteriosi segni del tempo e interventi graffiati per il miracolo di superfici che rimandano a cieli stellati, a universi paralleli a galassie infinite, dove far viaggiare i nostri sogni.

 

Comunicato Stampa

Enzo Rovella

Secret Daimon

29 novembre 2019 – 18 gennaio 2020
Catania – Galleria Carta Bianca

Inaugurazione mostra ore 18.30

Venerdì 29 novembre alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca la mostra di pittura contemporanea di Enzo Rovella.

A quasi cinque anni dalla sua ultima personale in galleria dal titolo Night Vision, l’artista catanese presenta in prima nazionale (seguiranno le mostre a Milano e Caserta) la sua ultimissima ricerca intitolata Secret Daimon.

Nascosti al pubblico per ben tre anni e continuamente rievocati dall’artista nel suo studio, i Secret Daimones sono opere astratte e figurative al tempo stesso. L’astrazione è data dal contesto geometrico che traccia il campo d’azione, una sorta di finestra d’ingresso, mentre la figurazione potrebbe esser definita surrealismo contemporaneo, che però si distacca dalla sfera onirica e le preferisce il campo più intimo delle sensazioni.

I daimones sono infatti dei soggetti con fattezze simili a quelle umane che non si limitano a porsi statici innanzi allo spettatore, ma che, grazie alla loro forza espressiva, quasi ne pervadono lo spazio, come se il loro scopo non fosse semplicemente quello di farsi guardare, altresì quello di entrare in contatto con chi li percepisce.

Ma come possiamo orientarci di fronte a queste figure amorfe che silenti irrompono nel nostro subconscio? Non sembrano esserci risposte, forse non abbiamo ancora trovato le domande. Chiamati in causa, cerchiamo di dare un significato a ciò che osserviamo affidandoci alla nostra personale sensibilità, consapevoli che il compito dell’arte è in fondo aprire delle porte che noi decidiamo di attraversare.

Enzo Rovella non parla di spettri o di presenze, piuttosto della controversa natura umana, di noi stessi che in questo vivere contemporaneo siamo tutti fantasmi, divenuti evanescenti per perduta solidità, per assenza di valori e di Mito.

Percepiamo un indiscreto senso di smarrimento in questi luoghi, che non ci appartengono, ma pur tuttavia non ci sono completamente estranei; veniamo guidati da queste figure che oggi chiamiamo daimones, da sempre compagni segreti del nostro vivere, capaci di rasserenarci e aiutarci.

Sono i grandi filosofi greci Socrate e Platone a parlarne per primi: al momento della nascita «Non sarà il daimon a scegliere voi, ma voi il vostro daimon … Questo daimon, componente ineludibile del nostro io, a volte può essere perso di vista, non coltivato, accantonato, ma prima o poi tornerà per possederci totalmente, per definire la nostra immagine, per far emergere quello che chiamiamo il “me”» (Platone).

Vengono rievocati persino dai latini con il nome di genius e dai cristiani sotto forma di angeli custodi, fino a trascendere nelle teorie sulla psiche del filosofo contemporaneo James Hillman, uno dei massimi allievi di Jung.

«Nel mondo antico, il daimon era una figura proveniente da un altrove, né umana né divina, una via di mezzo tra le due cose, abitante di una regione mediana (metaxu), la stessa dell’anima. Più che un dio, era una realtà psichica che aveva intimità con l’uomo: una figura che poteva apparire in sogno o inviare messaggi, presentimenti o addirittura impulsi erotici… il daimon, una forza interiore che a volte scavalca circostanze, limiti e contesti poco favorevoli affinché possiamo esprimere parte della nostra vera natura. Nasciamo con un carattere; ci viene dato, è un dono dei guardiani della nostra nascita, come dicono le vecchie storie… ognuno entra nel mondo con una vocazione…Il daimon svolge la sua funzione di promemoria in molti modi. Ci motiva. Ci protegge. Inventa e insiste con ostinata fedeltà.» (James Hillman, Il libro del destino)

Così Enzo Rovella segue la sua vocazione, attraverso la pittura, scava all’interno della sua psiche, da corpo al suo daimon. Il dono ricevuto alla nascita si fa dono e così ci regala fantastiche rappresentazioni che aleggiano in territori sconosciuti, tra cielo, terra e anima.

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a venerdì: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari, su appuntamento, tel. +39 336 806701

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

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Comunicato Stampa

 Picasso, incisioni dalla galleria De la Colonne

26 ottobre – 23 novembre 2019

Catania – Ass. culturale Carta Bianca

Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 26 ottobre alle ore 18,30 la galleria Carta Bianca avrà il piacere di presentare una mostra di incisioni di Pablo Picasso e di raccontare una bellissima storia, di arte e di passione, che ha come protagonista un giovanissimo catanese trasferitosi nel primissimo dopoguerra a Parigi dove, dopo aver vissuto per anni come artista, decide di aprire una galleria, prima in Costa Azzurra e poi, di ritorno nella sua amata Parigi, in place Vendôme, una delle piazze simbolo della bellezza della capitale francese.

Questa è la sua storia, quelle alle pareti una minima parte delle incisioni che furono esposte nelle sue gallerie.

Nino Giuffrida, nasce a Catania nel 1924. Frequenta il liceo artistico della città. A vent’anni si trasferisce a Parigi e va ad abitare in rue Gabrielle dove cinquanta anni prima aveva casa Pablo Picasso suo idolo sin da giovanissimo.

Poi trasferisce il suo atelier, prima in rue Girardon, vicino il “Moulin de la Galette”, e poi in rue Victor Macé, vicino place Pigalle. In quegli anni sopravvive eseguendo ritratti presso “Aux deux Magout” a Saint Germain des Prés e alla “Cupole” a Momparnasse.

Conosce molti artisti che animano la scena di Parigi e frequenta le tipografie dove i grandi maestri realizzano le loro incisioni. Diventa un collezionista di grafica.

In un momento di declino di Monmartre, Giuffrida decide di spostarsi in Costa Azzurra, prima a Cannes e poi a Vallauris.

Nel 1961 a Cannes, apre la Parnasse Gallery e riceve la visita di Picasso che si felicita per il suo inizio promettente e, per segnare il loro incontro, il maestro catalano esegue un ritratto di profilo dell’artista – gallerista siciliano.

Tornato a Parigi dopo qualche anno inaugura la Galleria della Colonna di Place Vendôme (la piazza delle più importanti gioiellerie della città) dove espone, oltre alle proprie opere, principalmente litografie di Picasso, Chagall, Dalì e Mirò.

Nel 2004 si trasferisce in un maniero del 17° secolo a Velliers en Vexin in Normandia dove crea un proprio museo personale. Muore a Parigi nel 2015.

Le incisioni di Picasso esposte in questa mostra alla galleria Carta Bianca sono di proprietà della figlia Beatrice che ha sposato un siciliano e vive a Catania.

Si tratta di un’operazione meramente culturale perché oltre a sei incisioni importanti con tiratura a 50 esemplari tra cui due della famosa serie Le Cocù magnifique, vengono esposte una ventina di altre incisioni facenti parte della serie Le Goùt du Bonheur con una tiratura insolita, ma stampata contemporaneamente per le edizioni Cercle d’art di Parigi, per le edizioni Harry N. Abrams di New York e per le edizioni Carl Schunemann di Brema, ciascuna numerata da 1 a 666.

Tra queste, dodici opere erotiche, eseguite da Picasso in due giorni, che sono un’esperienza visiva interessantissima in quanto da queste opere in progressione si può capire come veniva eseguita la sua ricerca e l’evolversi di uno stesso soggetto.

Una mostra da non perdere assolutamente.

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato 17,00 / 20,00

La mattina su appuntamento, tel. +39 336 806701

Carta Bianca – via Francesco Riso, 72/b Catania

www.galleriacartabianca.it info@galleriacartabianca.it

LE COCU’ MAGNIFIQUE

Le Cocù magnifique, pièce teatrale di Fernand Crommelynck, commediografo belga di lingua francese, fu presentato per la prima volta nel dicembre 1920 al Théatre de la Maison de l’Oeuvre in rue de Clichy a Parigi.

E’ la storia di un uomo, Bruno, che a causa della sua smisurata gelosia, finisce per perdere la moglie Stella.

Crommelynck, mise a soqquadro il teatro mondiale con questa storia di un uomo che per giungere all’inconoscibile verità – e cioè, a provare a se stesso l’infedeltà di sua moglie – finisce col prostituirla in tutto il paese. Una storia che rappresenta anche la tragedia e la farsa stessa del pensiero, per il quale esiste solo un mondo e cioè quello che egli stesso immagina, una sola realtà, quella che esso stesso si pone dal di dentro.

Picasso eseguì dodici incisioni all’acquaforte acquatinta, quattro per ognuno dei tre atti, nel 1968 anche se le incisione erano state eseguite nel 1966.

(liberamente tratto dal catalogo della mostra “Conoscere Picasso” galleria d’Arte Moderna Le Ciminiere di Catania 1998).

 

LE GOUT DE BONHEUR (un assaggio di bellezza o il gusto della bellezza)

Trois carnets d’atelier

Texte de Jean Marcenac

Edition Cercle D’art

L’opera è costituita da tre quaderni di lavoro di Pablo Picasso.

Datati rispettivamente

25.4.64 – 20.5.64

15.9.64 – 6.10.64

8.10.64 – 9.10.64

L’edizione unica dell’opera è garantita contemporaneamente dalle edizioni Cercle d’art di Parigi, dalle edizioni Harry N. Abrams di New York e dalle edizioni Carl Schunemann di Brema.

Le tre edizioni hanno tiratura di 666 esemplari.

Questa opera e stata prodotta nel terzo trimestre dell’anno 1970.

Tutte le gravures hanno il formato originale dei disegni di Picasso e sono state tirate usando il procedimento al tornio Dietz (brevettato a inizio secolo dalla ditta tedesca Dietz und Böttcher)

L’edizione francese è a cura dell’Imprimerie Union di Parigi.

Di queste incisioni esistono varie valutazioni poiché alcune sono solo numerate, altre numerate e firmate (come nel caso delle opere in mostra) e altre ancora sono incluse in un volume che li raccoglie tutte o sono degli esemplari HC (fuori commercio) con tiratura XX.

 

Comunicato Stampa

Andrea Cantieri

Just like heaven

12 aprile – 16 maggio 2019
Catania – Carta Bianca fine arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 12 aprile Carta Bianca fine arts è lieta di presentare la prima personale in galleria di Andrea Cantieri dal titolo Just like heaven. Una selezione di nuove opere pittoriche, per la maggior parte eseguite su oggetti d’uso quotidiano come arredi, porte, specchiere, giradischi, che isolati dal loro contesto funzionale, diventano stupefacenti supporti per i ritratti astratti dell’arista catanese.

In più, in mostra, una serie inedita di immagini elaborate, frutto della sua ricerca più recente.

Con questa mostra Carta Bianca da il benvenuto ad Andrea Cantieri tra gli artisti che la galleria d’ora in poi proporrà ai suoi collezionisti e al pubblico affezionato.

 

Cantieri è un ritrattista particolare, la sua pittura gestuale è unica, sintetica e ha per soggetto (particolarmente in questa occasione) i grandi musicisti del jazz e della musica rock.

A volte, a prima vista, la sua pittura sembra una composizione astratta perché nel ritratto siamo abituati alle definizioni che quanto più numerose, quanto più il dipinto assomiglia al soggetto ritratto.

In Andrea Cantieri tutto si ribalta e la sua abilità, par contre, è quella di mostrarci un viso attraverso pochi colpi di pennello che però segnano non solo il volto, ma anche l’anima dell’artista ritratto che poi, in verità, diviene esso stesso specchio di come questo o la sua musica abbia attraversato la vita dell’artista e di quanto ne abbia condizionato il suo spirito perché Cantieri è anche lui un musicista e in ogni opera si porta dietro l’impronta, il ricordo, il ritmo delle rock star o dei jazzisti che dipinge e questi, appunto, diventano suoi in una sorta di ritratto-autoritratto che coniuga immagini e suoni, unici ingredienti di una vita che è fatta solo di musica e pittura. Così come ogni oggetto che viene scelto o trovato, in una cantina o da un rigattiere, viene trasformato in opera, come dei ready-made visionari.

Un’operazione artistica in cui, se vogliamo trovare dei riferimenti, si fondono la Pop art (nei fondi monocromatici bianchi e nel rappresentare personaggi famosi, come amava fare Warhol) e l’Espressionismo astratto (per la pittura gestuale).

Non possiamo nemmeno dire che ci sia una contaminazione tra pittura e musica perché in Cantieri vita, arte e musica non sono per nulla separate, non provengono da ambiti diversi ed è per questo che ogni opera rapisce e vibra. C’è qualcosa che va oltre il guardare, il godere.

Davanti a un Charlie Parker alle prese con la sua tromba ci sentiamo, per incanto, in un locale underground newyorkese, anche se la figura è solo tratteggiata su un fondo bianco e così succede davanti ad una foto elaborata di Jimi Hendrix o di Amy Winehouse. Veniamo proiettati sul palco sentiamo la voce, le chitarre e i colori spatolati, gli acidi usati, le scoloriture controllate, diventano i medium di una luce psichedelica, di un suono ineguagliabile nel primo caso o di un ricordo ancora dolente nel secondo.

Ed è questo che fa la pittura di Cantieri, ci trasporta nei ricordi, nelle sensazioni vissute, nell’entusiasmo di un concerto a cui nel nostro cuore siamo legati come ad un’esperienza che attraverso la musica segnava le nostre vite e le legava per sempre ad un momento di piacere, ma anche di consapevolezza generazionale.

Sicuramente Cantieri per una questione anagrafica non può aver sentito dal vivo molti egli autori che dipinge, ma lui con la sua sensibilità di artista riesce incredibilmente a penetrarli nel profondo, a farli suoi, e così gli bastano pochi colpi e ce li propone vivi, li vediamo, li sentiamo e percepiamo lo sguardo di Andrea che ha scelto Just like heaven , un brano dei Cure, come titolo di questa mostra. Si, proprio come in paradiso tra le stelle della musica e i nostri sogni.

 

Andrea Cantieri (Catania,1975) ha al suo attivo numerose esposizioni sia personali che colletive in Italia e all’estero.

Fra le collezioni pubbliche in cui è presente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi a Roma;

L’Alabama Jazz Hall of Fame Museum di Birmingham in Alabama U.S.A.; il Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania e la Galleria d’Arte Contemporanea di Vizzini.

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato ore 11,00/13,00 – 17,00/20,00

Chiuso 20, 25 aprile e 1 maggio

Altri giorni e orari, su appuntamento, tel. +39 336 806701

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

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Comunicato Stampa

 Dream up

 personale di Cetty Previtera

24 novembre – 20 dicembre 2018
Catania – Carta Bianca fine Arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Sabato 24 novembre alle ore 18,30 sarà inaugurata alla galleria Carta Bianca fine arts la mostra di pittura contemporanea di Cetty Previtera.

La mostra, dal titolo Dream up è la prima personale a Catania della giovane artista siciliana, vera rivelazione degli ultimi anni, che con la sua pittura, naturalistica e intimista nello stesso tempo, ha affascinato sin dal 2014 Marco Goldin che l’ha inserita nell’importante mostra “Attorno a Vermeer”, allestita a Bologna, in compagnia di autori di livello come Piero Guccione, Franco Sarnari, Piero Zuccaro, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Colombo, per citare solo alcuni degli artisti siciliani presenti; e poi, l’anno scorso, ha curato una sua personale alle Quam di Scicli. “Da quale parte viene questa luce che tutta ammanta il giorno? – scrive Goldin – Da quale parte se non dalla montagna e dal sogno? Dal bosco, nelle sue increspature, nelle sue brevi, improvvise fessure come falesie che si aprono verso le altezze…Sono paesaggi che possiedono la grazia segreta e solenne, sacra, di un luogo inarrivabile.”

Piero Zuccaro, che è stato un suo mentore, descrive la pittura della Previtera come “un continuo galleggiare di elementi e di cromie che si muovono in superficie sulla tela quasi grezza. Il gioco pittorico si fa più difficile nel momento in cui si tratta di orchestrare questi galleggiamenti. È una pittura mobile, ed è proprio l’imprendibile mobilità a generare seduzioni cromatiche cangianti … Già dalle prime pennellate, l’artista, vede naufragare la forma di partenza. È un compromesso doloroso che spinge a dosare gli elementi pittorici, per giungere ad una stasi non facile, di un equilibrio poetico.”

Ma lasciamo la parola all’artista stessa: “Il mio lavoro è la pittura. È una ricerca continua, incessante, difficile, storica. La ricerca del soggetto sovente mi confonde, ma è la pittura che, infine, accoglie qualsiasi cosa, se la lascio fare. Credo, dall’esperienza, che la pittura possa essere ricerca spirituale, e che trovi in noi un canale di passaggio per esistere. L’ascolto, l’assenso, il farsi veicolo, possono condurre alla creazione di una realtà nuova e indipendente che, meraviglia, prima non esisteva.

I miei lavori più recenti sono legati alla natura, una natura spesso poco contaminata, forse abbandonata. Luoghi in cui, tra rami ed erbe, poco se non nulla è certo e definito dall’uomo. Questo senso di casualità, di libertà, lo ritrovo, soprattutto in questo momento, nella pittura, dove spesso lascio spazio ad accogliere il caso, i tentativi, i momenti inaspettati…Tante cose dello spazio pittorico diventano parte del lavoro. Le pause più o meno lunghe tra le stesure fanno in modo che anche il tempo ci metta le mani attraverso l’aria che lentamente cristallizza il colore. Il colore trova sempre uno spazio sulla tela, anche quando non era atteso.”

 

La mostra da Carta Bianca, curata da Francesco Rovella presenta quattro grandi opere tra le quali primeggia Paesaggio interno lordo, un olio su tela del 2017, di cm 256×280 e altri dieci lavori di varie dimensioni che divengono, attraverso una pittura che a volte ricorda il puntillinismo neoimpressionista e a volte corre verso l’astrazione, tappe di un percorso avventuroso e affascinante che rapisce lo spettatore inoltrandolo inaspettatamente in un bosco fitto e misterioso che può trasformarsi, per incanto, in giardino immaginario. Una natura dove perdersi e nello stesso tempo ritrovarsi…Dream up, sognare, fantasticare.

Biografia

Cetty Previtera nasce in Svizzera nel 1976. Da bambina, con la famiglia si trasferisce in Sicilia, dove ritrova presto le sue radici. Lì cresce e vive tutt’oggi. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze della Formazione presso l’Università degli Studi di Catania e un Master in Comunicazione e Linguaggi Non Verbali, approfondisce lo studio della pittura a olio, da sempre amato.

Inizia a frequentare gli studi di alcuni pittori siciliani e successivamente incontra i maestri Giuseppe Puglisi e Piero Zuccaro presso l’Accademia Abadir (Ct). Con loro frequenta per diversi anni il corso libero di Pittura. Questo incontro si rivela cruciale per la sua formazione artistica.

Nel 2010 è selezionata tra i finalisti del Premio Nazionale delle Arti a Napoli. Alla fine dello stesso anno espone alla Galleria d’arte Lo Magno di Modica per la mostra collettiva L’Unicotratto, curata da Piero Zuccaro e nel 2011 alla Galleria La Vite di Catania. Nello stesso periodo, a Vittoria (Rg) partecipa alla mostra itinerante Il Dogma del debito, a cura di Ivano Pino e Gianluca Gulino di Spazio InStabile. Nuove collaborazioni la portano ad esporre presso diverse gallerie siciliane. Tra queste, le esposizioni collettive curate da Natale Platania e la bi-personale Cube Project presso le Quam a Scicli, a cura di Antonio Sarnari. Nel febbraio 2014 è invitata ad esporre all’interno di Attorno a Vermeer, mostra collettiva curata da Marco Goldin in occasione dell’esposizione La ragazza con l’orecchino di perla presso Palazzo Fava a Bologna.

Nel 2015 è parte della collettiva Realismo Informale a cura di Antonio Sarnari, presso le Quam di Scicli, una mostra volta al confronto tra artisti informali contemporanei di radice realista che prediligono ancora oggi materia e poetica.

Nel 2017 sempre alle Quam di Scicli realizza una personale a cura di Marco Goldin.

Nel 2018 un’altra personale al Convento del Carmine di Marsala, curata da Carla Ricevuto.

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a venerdì: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari, su appuntamento, tel. +39 336 806701

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

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 Cesare Circonciso

 Anima mundi

26 ottobre – 16 novembre 2018
Catania – Carta Bianca Fine Arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Carta Bianca fine arts è lieta di annunziare il ritorno in galleria di Cesare Circonciso.

Dopo ben 20 anni dalla sua mostra nel 1998, Circonciso, maestro riconosciuto della pittura aniconica, caposcuola di tanti giovani che poi sono diventati importanti artisti siciliani, torna in galleria con una mostra personale dal titolo Anima mundi, presentando otto opere di dimensioni medio grandi e quattro piccole tele, veri gioiellini, in cui è la foglia d’oro a dominare.

Anima mundi – ci spiega Circonciso – viene dal Timeo di Platone. In esso il filosofo cerca di sciogliere il dualismo tra mondo delle Idee eterne e mondo delle cose. Introducendo anche la figura del demiurgo,il divino artigiano cui è affidato il compito di plasmare la materia, eterna, caotica e preesistente, ad “immagine e somiglianza” delle idee. Dunque il cosmo platonico è originato da questo rapporto, e da questa azione del demiurgo, che agisce in quanto buono e amante del Bene. Egli è come uno scultore che prende marmo in-forme e, mirando al regno delle idee, gli dà forma. Un immenso organismo animato, vivente dotato di un’anima, l’Anima mundi, vivificato dagli astri, coadiutori del demiurgo nella formazione del cosmo.

La mia opera non è estetica, ma spirituale – afferma ancora il maestro. Ed infatti la vista dei suoi lavori oltre che, comunque, di grande valenza estetica, ha visibilmente un afflato spirituale e trascendentale. I blu, i neri e l’oro, i triangoli verso l’alto ci spingono a pensare all’universo, a cieli stellati, ad una materia salvifica, ad un età dell’oro attesa e auspicata, ad una tensione verso l’alto.

Un superamento della mera condizione umana verso mete più elevate, cui il maestro Circonciso, con le sue opere, ci indica la strada.

Giorni e orari di apertura:

da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari, su appuntamento

tel. +39 336 806701 Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

www.galleriacartabianca.it    info@galleriacartabianca.it

 

 

Comunicato Stampa

 

No Solo Exposition

 Francesco Balsamo, Riccardo Brugnone, Suzanna Pernicova

 13 settembre – 4 ottobre 2018

Wondertime – Carta Bianca fine arts

Inaugurazione mostra giovedi ore 19.00

Nell’ambito della rassegna culturale Wondertime 2018, la galleria Carta Bianca fine arts presenta una mostra molto elegante sul disegno contemporaneo con matite, acquarelli e tecniche miste di tre autori; Francesco Balsamo catanese, ben conosciuto e stimato in città, Riccardo Brugnone palermitano, che espone a Catania per la prima volta e una giovane artista della Repubblica Ceca, Suzanna Pernicova che è stata recentemente ospite di una residenza d’artista alle falde dell’Etna.

Da Carta Bianca non sono mai state allestite delle collettive che spesso sono solo un numero a casaccio di opere e di artisti completamente diversi l’uno dall’altro, uniti nel migliore dei casi da un soggetto pretestuoso o peggio ancora solo dal formato delle opere esposte. Una collettiva ha una seria ragione di essere solo in rare occasioni, quando per esempio viene esposta una collezione privata così da comunicare le scelte del collezionista o la sua ragion d’essere, oppure quando si vuole dare una panoramica su una determinata corrente per testimoniare le ragioni concettuali o formali della stessa.

In questo caso si è trattato di un’ intuizione del gallerista e curatore della mostra Francesco Rovella che ha immaginato un dialogo fra tre autori che non solo operano con le stesse tecniche su carta, ma la loro sintonia va oltre e svela un sentire contemporaneo che ha il suo tono nella capacità di svelarci, attraverso rigorose scelte formali, pensieri, vibrazioni, memorie, il tutto però quasi sottovoce, come una affermazione di silenzio e meditazione che sottolinea l’esigenza o la possibilità di contrapporsi con sobrietà al rumore di fondo della società contemporanea.

Nelle opere dei tre artisti, che a volte si fa fatica a distinguere, c’è come una contrazione spazio tempo dove si alternano accelerazioni e frenate con un recupero di memorie pregresse e sospensione contemplativa. Si tratta di brani di esistenza, che però fuoriescono dalla griglia del conformismo per suggerire o svelare altre possibilità. La carta, evocando il senso della fragilità e dell’effimero si rivela così il supporto ideale. Un modo diverso di stimolare sguardi e pensieri diversi rispetto al sentire dei nostri tempi difficili. Il compito dell’arte, allargare gli orizzonti.

I disegni di Francesco Balsamo sono naturali e ‘perplessi’ mondi attraversati, forse mai del tutto compresi, se non grazie a una matita. Sparizioni e ritorni nello stesso spazio di una pagina. Una trama surreale, o, piuttosto, irreale, che lascia come uno spazio in sospeso. È che il tempo tiene male il tempo e il disegno è il fuori-schema di ogni storia.

Il lavoro di Riccardo Brugnone rimanda ad uno stato di sospensione, un’atmosfera silente che si manifesta per lievi passaggi tonali e che trova nella luce il suo punto focale.
 Punti di luce, nature morte, forme pure, zone di passaggio, schermi che indicano se stessi come fari puntati su un orizzonte buio, questi i soggetti delle opere che scandagliano narrazioni polisemantiche e frammentate.

Suzanna Pernicova disegna, dipinge e sovrappone lucidi trasparenti. Lo fa con metodo e ossessione, compila e riempie migliaia di fogli di taccuini che raccontano delle storie. Storie assolute, senza epoca, senza radici, eppure perfettamente condivisibili da ciascuno di noi. La narrazione scorre sempre sul filo di un tempo sospeso in cui le situazioni sono residui di memoria scene di vita vissuta da lei o dall’altro fuori di lei.

 

Giorni e orari di apertura: da lunedì a venerdì: 17,00 / 20,00

Carta Bianca Fine Arts – via Francesco Riso, 72/b Catania tel. +39 336 806701

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Comunicato Stampa

 Alessandro Bazan 

Erotica

10 marzo – 11 aprile 2018

Catania – Carta Bianca Fine Arts

Inaugurazione mostra sabato ore 18.30

Alessandro Bazan è uno degli artisti siciliani contemporanei più apprezzati in assoluto, ma non è solo un artista, è anche un raffinato intellettuale, oltreché professore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Queste sue riconosciute qualità hanno fatto si che è spesso chiamato a ricoprire cariche prestigiose all’interno di Istituzioni e di Fondazioni che in Sicilia si occupano di arte contemporanea.

E’ anche considerato il capofila della “Scuola di Palermo” che dagli anni ‘90 ha definito la nuova figurazione.

La galleria Carta Bianca fine arts ha il piacere di presentare i suoi lavori per la seconda volta, a distanza di otto anni, con una mostra molto particolare e intrigante che ha come titolo “Erotica”.

Si tratta di una trentina di opere, dipinti su carta, tutti dello stesso formato, che hanno come tema il nudo di donna.

Bazan, parlando con il gallerista Francesco Rovella, che aveva visto tempo fa nello studio dell’artista palermitano una serie di queste opere e che ha poi insistito per farne una mostra, ha raccontato che questi lavori sono un esercizio di pittura su piccola scala e che lui si è scelto un tema che gli desse ispirazione e che rendesse piacevole questo suo lavoro indispensabile per la produzione dei grandi formati su tela.

Ma la cosa che più stupisce in questi “ritratti” di donne nude o appena vestite, realizzati con squisita fattura, non sono le parti del corpo più intime e svelate anche nei particolari. Le opere sembrano suggerire un nuovo modo di guardare le donne perché oggi queste sono diverse e meritano un’attenzione nuova. Anche in una terra ostica ai cambiamenti com’è la Sicilia da sempre. 

Così pensiamo ai nudi di Guttuso (ma senza dimenticare le perle della scandalosa mente di Egon Schiele) e ci ritroviamo davanti le donne di Bazan. La continuità vive accanto alla novità. Le conferme e le sorprese sono davanti ai nostri occhi. Declinate da quel miscuglio tra volontà e caso che governa il mondo. 

In un gioco di raffinata tecnica d’esecuzione, l’oggetto del desiderio, l’erotismo, appare circondato da una malizia nuova perché diretta, quasi sprezzante.  I corpi illuminati dagli sguardi restituiscono figure vincenti, sicure di se stesse, in gran forma e che sono lì a reggere la scena, anzi a dominarla. Com’è spesso nella vita di tutti i giorni. E questo con coraggio, in mezzo a mille difficoltà. 

Di fronte a questa realtà la risposta dell’artista palermitano arriva forte e chiara. Il mondo dei maschi viene invitato ad adeguarsi, a stare al nuovo gioco che è come un braccio di ferro. Anzi un “occhi di ferro”, destinatari i figli e i nipoti di quelli che Vitaliano Brancati chiamava ingravida balconi. Non a caso nei quartieri popolari di molte città e paesi dell’isola i balconi sono protetti alla vista dal basso. Niente, niente qualcuno con uno sguardo ti mette incinta la figlia bella e innocente. Il tempo è maturo affinché non sia più così. Guardateci che vi guardiamo, guardatevi perché vi guardano!

In queste donne, peraltro, c’è sempre uno sguardo complice, ironico, malizioso, disinibito, provocatorio, sempre ironico e sorridente come se tutte, in un’altra interpretazione, fossero modelle consenzienti e divertite dal fatto di essere ritratte così dall’artista.

Queste donne che non sembrano rispettare nessun cliché da rivista patinata, che non sono star del cinema o della televisione, non sono così belle, né così giovani, ma sembrano così vere come immaginate da una fantasia che poco si controlla e nulla vuole perdere.

Oltre ai dipinti a colori, viene presentata una serie di bianchi su cartoncino nero in cui la bravura di Bazan riesce ancora più evidente perché l’ecoline bianca (tempera all’uovo) è usata con tale padronanza da creare una incredibile gamma di chiaroscuri.

Così, per l’allestimento, sono state scelte delle vecchie cornici, quelle che si usavano alcuni decenni orsono, per un allestimento fuori da ogni moda e da ogni bon-ton culturale, ormai non più accettabile.

Ogni mostra deve avere un tono particolare, ogni progetto un suo respiro.

A Palermo, nelle sede di Palazzo Riso, giorno 22 marzo p.v. sarà inaugurata una importante mostra sulla scuola palermitana dove si potranno apprezzare molte opere scelte di Alessandro Bazan.

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

Carta Bianca Fine Arts – via Francesco Riso, 72/b Catania tel. +39 336 806701

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Comunicato Stampa

Filippo La Vaccara

25 febbraio – 31 marzo 2017
Catania – Carta Bianca Fine Arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Carta Bianca fine arts è lieta di presentare la prima personale in Galleria di Filippo La Vaccara, una selezione di nuove opere pittoriche ed una serie inedita di sculture in ceramica ed engobbio, frutto della sua produzione più recente. Per lo spazio catanese La Vaccara ha ideato un allestimento in cui le pareti di un colore blu-azzurro intenso, anziché il più utilizzato bianco, sono un ritaglio di cielo, abisso di fondo, con l’idea di stimolare la concentrazione dell’osservatore all’interno dello spazio dipinto, sull’icona che ne emerge, quel luogo dove tutto avviene e il suo lavoro agisce.

 

Il tentativo è quello di creare un silenzio attorno all’opera, ricostruire in piccolo l’atmosfera di un museo, dove lo spettatore è invitato a contemplare.

Mai come in questo periodo la capacità di concentrazione è stata messa a repentaglio dalla grande quantità di immagini alle quali siamo sottoposti. Osservare un’opera di La Vaccara è, più che uno stimolo, un momento di rallentamento dello sguardo che predispone ad una visione più totale, intensa, vera.

“Gli artifici e il candore dell’uomo non hanno mai fine”, alcuni versi del Golem di J.L.Borges, sono citati nel testo del recente libro monografico sull’artista dall’autrice Mercedes Auteri (Allemandi e Pollock – Krasner Foundation di New York) che racchiude una sintesi del lavoro ventennale di Filippo La Vaccara e della sua poetica vivida e delicata.

Il dialogo onirico dell’artista con i suoi soggetti, in pittura e scultura, si è fatto negli anni sempre più sintetico, a tratti surreale, primigenio, fedele alla visione, all’idea, alla suggestione. Nella sua tensione a rappresentare con semplicità aspetti comuni della vita quotidiana, questa si trasforma in ritratto poetico e magico della realtà, a volte sogno, a volte incubo, fatta di bellezze e inquietudini. Le sue teste in terracotta, come il Golem, come Adamo, vengono biblicamente plasmate per venire alla luce, per raccontare un altro specchio del mondo. Così le sue opere, sono esercizi per lo sguardo: dettagli perfetti dentro paesaggi sognati ma solo a metà, figure riconoscibili però evanescenti, sfuggenti e palpabili allo stesso tempo.

FILIPPO LA VACCARA (Catania, 1972) si diploma in Scultura all’Accademia di Catania nel 1994

e inizia la sua carriera artistica nel 1998, con la personale a cura di Francesca Pasini in Viafarini a Milano.

Nel 1999 è scelto da Angela Vettese e Giacinto di Pietrantonio per il Corso Superiore d’Arti Visive alla Fondazione Antonio Ratti di Como e segue uno stage con Haim Steinbach. Nel 2002 è Artist in Residence presso la Fondazione Orestiadi di Gibellina, dove esegue 5 grandi dipinti poi esposti nella mostra Laboratorio a cura di Achille Bonito Oliva. Tra le altre mostre: Filippo La Vaccara (2000 e 2001), entrambe a cura di Francesca Pasini, presso la Galleria Salvatore+Caroline Ala, Milano; La trama invisibile (2009) Galleria Claudia Gian Ferrari e Galleria The Flat – Massimo Carasi, Milano (con testi di Laura Cherubini e Marco Meneguzzo); Ritratto di L. R. (2010) per RISO Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia (Palermo) e Fondazione Brodbeck (Catania); La Scultura Italiana del XXI secolo, Fondazione Pomodoro Milano (2011), a cura di Marco Meneguzzo; La Vaccara / Maillet (2012) a cura di Marco Meneguzzo, presso il Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio e alla Galleria Credito Siciliano di Acireale. Nel 2015 due sue opere, proprietà della collezione di Mario e Bianca Bertolini, vengono acquisite dal Museo del 900 di Milano.

Nel 2016 riceve la menzione d’onore al Premio Fondazione Focus Abengoa di Siviglia. Lo stesso anno, viene pubblicato il libro monografico sull’artista edito da Allemandi e prodotto dalla Pollock-Krasner Foundation, di New York. Attualmente vive e lavora a Milano.

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari, su appuntamento, tel. +39 336 806701

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Aldo Palazzolo

LUCE VINCE

15 dicembre 2016 – 13 gennaio 2017
Catania – Carta Bianca Fine Arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Giovedì 15 dicembre, la galleria Carta Bianca fine arts ha il piacere di presentare la prima personale catanese del fotografo Aldo Palazzolo dal titolo Luce vince.

Una mostra colta, elegante, sobria e di grande prestigio per la galleria, assolutamente imperdibile per chiunque sia attento alle arti figurative, infatti Aldo Palazzolo è fra i testimoni più importanti del nostro tempo avendo immortalato i più grandi protagonisti del mondo della cultura con una visione assolutamente globale e contemporanea della ricerca estetica, con un respiro talmente ampio da non temere confronti nel mondo.

Dice di lui Guy Mandery: Aldo Palazzolo fa parte con Avedon, Poinssot, Trivier e pochi altri, dei più straordinari ritrattisti esistenti (Album Public, Paris,1988).

Inizia la sua ricerca intorno al 1975 indagando il legame fra mimo e fotografia alla scuola di

J. Lecoq a Paris. Il lavoro sfocia nell’esposizione: ‘Semantica del Gesto’.

Seguendo il suo istinto di viaggiatore Palazzolo, comincia a frequentare i musei più importanti per studio e per passione. Da queste lunghe peregrinazioni nasce l’esposizione ‘Frammenti di Marmo’, indagine sul gesto erotico nella scultura antica. Immagini di rara bellezza (alcune presenti in mostra) in cui la plasticità dei marmi è esaltata e valorizzata dalle riprese a luce naturale e dalla riscoperta di un gesto e di uno svelamento cui il fotografo dedica attenzione e sensibilità.

La fine del ciclo dedicato alla riflessione sulla storia dell’arte coincide con quello che è sempre stato l’interesse primario del lavoro di Palazzolo: la riflessione sull’uomo, il ritratto.

Ha così realizzato un Panthéon di ritratti che inquietano profondamente e spesso, quasi sempre anzi, seducono; i suoi umani Palazzolo li fotografa frontalmente, a viso aperto senza orpelli, sempre carichi di una tensione emotiva ed esistenziale che riporta il soggetto al grado zero, all’essenza unica e primaria, all’essere mortale. Le pose caratterizzate da comportamento solenne, da uno sguardo penetrante scambiato con il fotografo e attraverso lui, con lo spettatore, turbano per l’intensità della messa a fuoco. Non sono fatti di momenti rubati al soggetto ignaro tuttavia sono ‘candidi’ nel senso originale della parola: franchi, aperti, senza maschera.

Nel 1986 pubblica il suo primo libro, ‘Portraits’, con testi di Jean Claude Lemagny e Ando Gilardi.

Nel 1989 il critico Peter Weiermair lo segnala fra i ritrattisti più importanti al mondo allestendo l’esposizione e il catalogo per ‘Il ritratto nella Fotografia Contemporanea’ con artisti come Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Annie Leibovitz, Bruce Weber, Mary Ellen Mark, Cleg & Guttman, Lynn Davis, Thomas Ruff.

Davanti al suo obiettivo sono passati personaggi come Jorge L. Borges, Rudolf Nureyev, Julian Beck, Giulio Andreotti, Adonis, Philip Glass, Patti Smith, César, Yannis Kounellis, Sean Scully, Enzo Cucchi, Giovanni Michelucci, Giuseppe Sinopoli, Mimmo Paladino, Gilberto Zorio, Enrico Rava, Gina Lagorio, Christoph Marthaler, Michelangelo Pistoletto, Jordi Savall, Giorgio Marconi, Kengo Kuma, Micha Majski, Jean Pierre Restany, Jack Dejohnette, Pierre Boulez, Franco Loi, Thomas Demenga, Piera Degli Esposti, Vinicio Capossela, Gillo Dorfles e tanti altri protagonisti del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo.

Dal 1990 in poi vira verso una ricerca personalissima che lega l’elaborazione della foto alla riflessione sulla luce e sull’alchimia che denomina ‘Liquid Light’.

Ha esposto nelle più importanti manifestazioni fotografiche: da Arles. dov’è presente nel 1992 con una personale, alla Biennale di Venezia, al Festival di Fotografia di Amsterdam, Liegi e Montpellier.

Nel 2002 viene incaricato dal direttore del Conservatorio di Lucerna di fotografare i musicisti che lavorano nella città svizzera; la mostra “Lucerna, una Città in Musica” viene esposta in diversi spazi pubblici e privati con performance dei musicisti fotografati durante il festival.

Ha ampliato le possibilità di ricerca del linguaggio fotografico con collaborazioni con poeti (Salvo Basso. Esposizione e libro ‘U tempu cc’è’) e con vari artisti, tra cui Fabio Iemmi col quale ha realizzato il progetto ‘I Santissimi’; un’esposizione che travalica la dimensione classica della mostra fotografica per avventurarsi nel campo della sperimentazione e manipolazione di vari linguaggi espressivi (Cappella dell’ Incoronazione in collaborazione col Museo Regionale di Palazzo Riso a Palermo e allo Spazio WOPA, padiglione Nervi-Parma).

E’ stato direttore-editore della rivista d’arte e cultura internazionale Charade.

Nel 2015 è stato invitato da Christine Macel (capo curatore del Centre Pompidou e direttrice della Biennale di Venezia del prossimo anno) alla mostra Nel mezzo del mezzo. Arte contemporanea nel Mediterraneo che si è tenuta al Museo Riso di Palermo.

Ha realizzato la serie di Video-Ritratto Gli Imperdonabili dedicati a personaggi siciliani dell’arte e della cultura come Manlio Sgalambro ed Enzo Sellerio.

Aldo Palazzolo è nato a Siracusa nel 1948. Vive e lavora a Lucerna in Svizzera.

Collezioni Pubbliche:

Stedeljik Museum, Amsterdam

Biblioteque Nazionale, Paris

Paris Audiovisuel, Paris

George Easteman House Rochester, New York

Brooklyn Museum, New York

Musée de la Ville, Montpellier

Museo d’Arte Moderna, Gibellina

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari su appuntamento, tel. +39 336 806701

Chiuso il 31 dicembre

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Davide Bramante

Everywhere is me

28 ottobre – 6 dicembre 2016
Catania – Carta Bianca Fine Arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

 

Venerdì 28 ottobre, con una mostra di Davide Bramante, riparte la stagione espositiva della galleria Carta Bianca.

Bramante è una delle stelle dell’arte contemporanea italiana con alle spalle un curriculum che annovera numerose mostre personali in prestigiosissime gallerie.

Nato a Siracusa nel 1970, dopo il diploma, si trasferisce presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. La città è ricca, sprizzante d’arte ad ogni angolo di strada, i suoi artisti sono tra i più amati d’Italia. Vi sono i poveristi come la famiglia Merz, Zorio, Paolini, Anselmo, Pistoletto, Boetti, Penone e poi Gastini, Mainolfi, Salvo, e De Maria ….tutti questi abitano o si incontrano tra piazza Vittorio Veneto e via Po, proprio dove vive Davide che spesso entra in contatto con questi artisti come assistente di studio e ogni tanto, per gli allestimenti, lavora presso la galleria Giorgio Persano. Proprio sopra la galleria al quarto piano di P.zza V. Veneto prende in affitto una soffitta che per molti anni sarà casa e studio allo stesso tempo.

Laureatosi nel 1995 con il massimo dei voti, Davide inizia sempre più a viaggiare tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove nel 1998 e nel 1999 vince due borse di studio alla prestigiosa Franklin Fournace Foundation (ancora ad oggi dal 1969, anno di fondazione, è l’unico artista italiano tra i centinaia selezionati ed invitati) e una mostra collettiva al MOMA di NY. Nel 2000 dopo un breve soggiorno a Londra decide di rientrare in Italia per trasferirsi a vivere definitivamente a Siracusa nella sua casa di campagna.

Oggi Davide Bramante è riconosciuto a livello internazionale per aver esposto e lavorato, oltre che in Europa e negli Stati uniti anche in Cina e in Corea del Sud e per le sue photos di grosso formato che ritraggono le città metropolitane del mondo, realizzate con la sua originalissima tecnica fotografica di esposizioni multiple comprendenti da 4 a 9 scatti fatti in fase di riprese non digitali.

La sovrapposizione, come scrive di lui Marco Meneguzzo (Davide Bramante. Last New York, catalogo della mostra nella Galleria Poggiali e Forconi di Firenze), è la sua cifra stilistica.

Ma una volta tanto, trovandoci di fronte ad un artista che ha piena coscienza del suo lavoro, lasciamo i critici e riportiamo i suoi pensieri tratti da un’intervista di Arianna Baldoni: “L’architettura è il punto di partenza per ogni mia opera. Architettura reale, mentale, artistica si fondono e creano nel mio lavoro nuove geometrie e prospettive che poi potrebbero pure esser figlie di quella branchia dell’arte che si chiama scenografia che ho tanto amato e studiato….

Le mie photos sono lo specchio della società contemporanea, la rappresentazione per immagini del modo di pensare, l’agire, il sognare e il desiderare, tutto messo assieme. Oggi la società civile e contemporanea mischia tutto in un unico divenire, la multimedialità così come la multisensorialità nasce dall’uomo e non dalle macchine, ecco noi siamo esseri multisensoriali non perché scindiamo ma perché riusciamo a sovrapporre senza molte difficoltà…

Le mie immagini sono principalmente il frutto di ciò che amo e conosco di più, quindi il viaggio, la storia dell’arte, l’architettura e la fotografia si coniugano creando un unicum, aggiungerei la scelta delle tecniche e dei materiali per la realizzazione e la presentazione del prodotto finale…

La differenza tra un fotografo e un artista è che Il fotografo appunto, registra la realtà, l’artista ne crea una nuova, una artistica, una di certo molto particolare ma anche con un’anima più interessante ed avvincente!”.

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

Altri giorni e orari su appuntamento, tel. +39 336 806701

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Comunicato Stampa

 

 

Carte d’autore

 

 

19 maggio  – 4 giugno 2016

 

Catania – Carta Bianca Fine Arts

 

Inaugurazione mostra  ore 19.00 / 21,30

 

 

Giovedì 19 maggio la galleria Carta Bianca fine arts inaugura una collettiva di opere su carta che chiude la stagione 2016 prima della pausa estiva.

 

Una mostra con dipinti bellissimi realizzati dagli artisti che la galleria segue da tempo e che si rivela anche una ghiottissima occasione di acquisto per coloro i quali hanno il gusto delle cose belle, della pittura di qualità, che troveranno le opere in mostra offerte a prezzi interessantissimi.

 

Preziose come sempre le nuove carte inviate per la mostra da Jonathan Guaitamacchi, autore consigliato il mese scorso dal Sole 24 ore come unico artista italiano su cui puntare per un sicuro investimento. Sempre luminose e iridescenti le opere di Enzo Rovella, realizzate nella famosa cartiera Aetna, su carta fatta a mano dal compianto maestro Franco Conti nel borgo di Piano d’Api. Cartiera oggi gestita dal figlio del maestro, da cui si servono, e forse ancora molti collezionisti lo ignorano, moltissimi autori di grandissima fama.

 

Bellissime le carte di Arizza (a cui ultimamente la nuova direttrice della Biennale di Venezia Christin Macel ha dedicato una stanza del Museo Riso); calda ed esotica la serie No man lands di Ciacciofera; potente il trittico di astrazione geometrica presentato da Anastasio; nuovamente illuminate le mappature di Zanghi e, in fine, i piccoli lavori parigini di Valentina Mir.

 

Il fascino della carta, tra l’altro, come tutto ciò che si assesta nel comparto dei prodotti artigianali di qualità (eccellenza, si direbbe oggi) sta prendendosi la rivincita su tutti quelli che da tempo ne decretano la morte  a causa dell’avvento dell’informatica e della rete. Così se le vendite degli e-book scendono e quelle dell’obsoleto libro inaspettatamente salgono, con la stessa tendenza in arte, dopo la sbornia del Concettuale che prescindeva dalla valenza estetica dell’opera e dalla capacità manuale dell’artista, anche le opere su carta riprendono il loro posto nella storia e si impongono nell’offerta del contemporaneo in tutto il mondo. D’altronde come essere indifferenti al richiamo della carta, alla sua storia dalle antichissime origini? come non pensare all’oriente? alla carta  giapponese, alla scrittura su carta dello shodo, la via della scrittura, dove la carta assumeva un ruolo determinante per ottenere effetti calligrafici specifici, adattandosi in modo differenziato alla stesura dell’inchiostro con i pennelli.

 

La carta, un prodotto su cui tutta l’umanità da almeno quindici secoli ha trascritto la sua storia, i libri, le lettere, i manifesti, tutto nella magia di fogli apparentemente fragili, ma tanto forti da durare per sempre. L’odore della carta, il piacere tattile che ne coglie le differenze, di pesantezza, di ruvidità, di colore, e di innumerevoli filigrane, lavorata con diverse tecniche, così versatile e oggi, si spera, sempre più prodotta con materiali ecologici.

 

Un  fascino a cui nessun vero artista ha saputo resistere, specialmente in fase di progetto e che ci ha donato nei secoli meravigliosi capolavori ancora intatti. La carta, una meraviglia del sapere dell’uomo, a cui dedichiamo questa mostra con passione certi che l’offerta è per un pubblico competente e raffinato. E per una volta, con opere accessibili a tutte le tasche.

 

Carte d’autore. Opere di Gianfranco Anastasio, Rosario Arizza, Michele Ciacciofera, Jonathan Guaitamacchi, Valentina Mir, Enzo Rovella, Marc Zanghi.

 

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

 

Altri giorni e orari su appuntamento, tel. +39 336 806701

 

Carta Bianca Fine Arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

 

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COMUNICATO STAMPA

 

 

 

William Marc Zanghi

 

 

13 febbraio – 19 marzo 2016
Catania – Carta Bianca Fine Arts

 

 

Inaugurazione mostra ore 18.30

 

 

Sabato 13 febbraio si inaugura alla galleria Carta Bianca Fine Arts la prima personale catanese di William Marc Zanghi.

 

L’artista nato a Wichita (Kansas) nel 1972, ma palermitano da sempre, ha alle sue spalle un curriculum di tutto rispetto con mostre personali e partecipazioni ad importanti collettive in Italia e all’estero.

 

Zanghi è però già conosciuto dalla scena artistica catanese (galleristi, collezionisti e pubblico attento) per la sua partecipazione alla mostra Sicilia Uber Alles allestita alla Galleria d’Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa (a cura di Duccio Trombadori con ideazione di Francesco Rovella) e perché da anni presente a Catania Arte Fiera nello stand di Bonelli arte contemporanea, sua galleria di riferimento.

 

 

Così Alberto Zanghetta nel catalogo della mostra di Villa Manin: “I suoi dipinti sono intensi, folgoranti, persino aggressivi. Ciò é dovuto all’uso del colore puro, “spremuto direttamente dal tubetto” come raccomandavano certi pittori d’inizio Novecento. Per André Derain i tubetti erano cartucce di dinamite, e non sono certo da meno le pirotecniche cromie di Zanghi…Niki de Saint Phalle e William Burroughs non esitarono ad imbracciare i fucili e a esplodere proiettili di colore direttamente sulle loro tele. Senza colpo ferire, Zanghi non ricorre a nessuno strumento di offesa, ma ripone tutta la sua fiducia nel vecchio – e sempre fedele – pennello. La sua audacia é quindi dovuta ai colori industriali, rinunciando alla pittura a olio e a quella ad acrilico, l’artista adopera unicamente vernici che conferiscono alle opere quella caratteristica patina lucente di cui si avvantaggia anche la figurazione, resa decisamente adamantina, pura, dura, splendente, incorruttibile. …Figure sdutte e dinoccolate popolano questi paesaggi che hanno connotazioni reali “plausibili” direbbe l’artista, se non fossero stravolti da quel colore eversivo, che rende tutto così artificioso: chimico e chimerico. Ogni tela sembra “trasudare” una pittura ancora fresca, liquida, vischiosa, capace di agglutinare gli elementi figurativi. I tanti fiumi, paludi acquitrini che costellano le opere si originano dalle stesse colature dei colori… La gamma isterica e galvanica finisce così per creare delle “sedimentazioni” (la definizione è dello stesso Zanghi) che confliggono con la gestualità neoespressionistica e iconica dell’artista. Alla resa dei conti non sono i soggetti a generare la pittura, perché è la pittura a essere soggetto di se stessa. Dunque: pittura come idea e come idioma”.

 

Interessante anche la descrizione dei dipinti di Zanghi in uno scritto di Laura Francesca di Trapani: “Si muovono all’interno dei luoghi, soggetti e personaggi alla maniera di apparizioni, dove i volti non sono mai ben delineati, dove quello che ti colpisce è l’atteggiamento, quel loro personale avanzare e cercare di trovare un ruolo in quello spazio in cui il pittore ha scelto di metterli. Si muovono lentamente, sono magri come fuscelli, e danno la sensazione di essere portatori di un fardello. Ma quello che colpisce allo stesso modo è che l’artista curi alla stesa stregua uomini, orsi e scimmie. Sono tutti uguali, tutti insieme, tutti rinchiusi nello stesso spazio atemporale e fuori da ogni precisa geografia.”

 

 

Saranno presentate in mostra opere rappresentative della produzione di William Marc Zanghi a partire dall’anno 2010 e alcuni dipinti realizzati dall’artista appositamente per la personale da Carta Bianca.

 

Completa la mostra l’installazione “Reperti contemporanei” presente alla personale della GAM di Palermo.

 

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

 

Altri giorni e orari su appuntamento, tel. +39 336 806701

 

 

 

 

 

 

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Comunicato Stampa

 

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Michele Ciacciofera

 

 

Odio gli indifferenti

 

 

13 novembre – 8 dicembre 2015
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

 

 

Inaugurazione mostra ore 19.00

 

Dopo le mostre personali di Edimburgo a Summerhall Art Center e New York presso la galleria 20th Street Studio Project, quella del Musée en Herbe di Parigi (in duo con Malachi Farrell) e le mostre collettive in corso a Dublino (What We Call Love, IMMA Museum), e Nel Mezzo del Mezzo in corso al Museo RISO di Palermo, a cura di Christine Macel, Capo Curatore del Centre Pompidou di Parigi, Michele Ciacciofera torna ad esporre alla Galleria Carta Bianca di Catania con una mostra dal titolo “Odio gli indifferenti”. Un titolo che è una sorta di manifesto anche politico sul ruolo dell’arte e degli artisti nella società contemporanea.

 

 

Nei suoi celebri scritti e discorsi parlamentari, Antonio Gramsci, poco prima dell’avvento del fascismo, si scaglió apertamente contro il sentimento dell’indifferenza definendola come forma di abulia, parassitismo, vigliaccheria che contrasta con la vita e che tuttavia, attraverso il suo operare passivo – sia a livello individuale che collettivo – pesa come un macigno sulla storia determinandola in modo potente….

 

Questa introduzione mi spinge adesso a riflettere sul ruolo dell’artista ed in particolar modo dell’intellettuale, tenuto conto dell’articolata anche se non sempre lineare ereditá ricevuta, direi dall’epoca classica ad oggi. Mi sembra che l’arte e la cultura tendano oggi sempre più spesso a diventare il simulacro di valori inesistenti in cui il dato formale e concettuale ha ceduto innanzi al mercato ed alla rincorsa insensata verso una tecnologia che sicuramente seduce ma che e’ divenuta per lo piú la maschera di servizio per edulcorare l’assenza o l’irrilevanza dei contenuti nella produzione artistica divenuta puramente retorica….La disciplina della storia dell’arte dovrebbe a sua volta riprendere a garantire quel rigore e scientificitá idonei a riconsegnare all’arte stessa un ruolo adeguato alla sua importanza nell’ambito sociale, capace nuovamente di stimolare e rivoluzionare, prescindendo dalla sudditanza a concetti abusati e spesso distorti…In tal senso credo il pensiero, la vita, l’azione e l’opera dell’artista dovrebbero riunirsi in un universo idoneo ad offrire spazi di riflessione soprattutto a chi con esso trova a confrontarsi, ed intendo innanzitutto lo spettatore nella sua dimensione individuale. Il confronto uno-ad-uno cosí pensato dovrebbe minimizzare la portata anche potenziale dell’indifferenza per stimolare emozioni e prospettive comuni e non “educative”. L’empatia, la reazione in ogni senso, sia esso positivo che negativo, rispetto ad una espressione artistica costituirebbe cosí la premessa per l’apertura di un dialogo da sviluppare in modo imprevisto, generando quella interazione che costituisce la premessa auspicata del rapporto artista-opera-spettatore e che tuttavia nel mio intendimento dovrebbe perdere qualunque possibile staticitá per stimolare una continua mobilitá tra differenti stati emozionali. A ció ritengo dovrebbe indirizzarsi la responsabilitá dell’arte minimizzando all’essenza il ruolo del medium, sia esso tradizionale che tecnologico, per recuperare il valore essenziale del messaggio/concetto come arma contro l’indifferenza….Vorrei creare un percorso avventuroso sotto certi aspetti, complice la particolare atmosfera del luogo, costruito tramite un percorso narrativo che coniughi epica ed utopia.”

 

Per capire lo spessore di questo artista, nato a Nuoro, ma siciliano di adozione (ha vissuto sin da bambino a Palermo per poi trasferirsi a Siracusa; ora vive e lavora a Parigi dove ha aperto un suo studio) riportiamo le parole di un grande personaggio del mondo dell’arte, lo scozzese Richard Demarco:

 

Ho osservato la mostra di Michele Ciacciofera, che in atto occupa parecchie sale del Summerhall Arts Centre ad Edimburgo, come qualcosa inviata da Dio. Questa mostra è ispirata dall’affermazione di Gramsci “Odio gli indifferenti”. Mi piace particolarmente il sottotitolo della mostra: “scrutando un mondo colpito dall’arte”….

 

Dal 1970 al 1986, ebbi il privilegio di collaborare con Joseph Beuys. Lo ritengo il difensore di tutto ciò che considero importante nel patrimonio culturale europeo….

 

Penso che la mia vita ed il mio lavoro sia stato rinvigorito dalla mostra di Michele Ciacciofera. Egli è un artista che non può, come Joseph Beuys, essere facilmente definito come scultore, pittore o comunque come qualcuno che segue le mode artistiche del momento. Da artista produce lavori che provocano, interrogando la vera natura dei materiali che usa….Michele Ciacciofera è un artista eccezionale, usa il linguaggio dell’arte come un unguento curativo, come espressione di amore verso la condizione umana, sopraffatta dal dolore che essa infligge a se stessa.

 

 

In mostra esposti dipinti su tela, carte, sculture e ceramiche.

 

 

Prossime mostre personali: CAFA Museum a Pechino e in aprile personale per inaugurazione di MIART a Primus Capital in Corso Venezia, Milano.

 

 

Giorni e orari di apertura: da martedì a sabato: 17,00 / 20,00

 

Altri giorni e orari su appuntamento, tel. +39 336 806701

 

 

 

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Comunicato Stampa

 

 

Valentina Mir

 

 

Miramorphoses

 

 

23 aprile – 21 maggio 2015
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

 

Inaugurazione mostra ore 19.00

 

Giovedì 23 aprile la galleria Carta Bianca presenta la prima personale di Valentina Mir dal titolo Miramorphoses.

 

La mostra è curata dal noto critico d’arte Duccio Trombadori che così descrive le opere in catalogo:

Una morfosi che desta meraviglia, ovvero una ‘miramorfosi’, come la chiama Valentina, è questa serie di immagini-organismo in movimento fissate da una retina prensile e dal paziente ritaglio compositivo che, nella calma dello studio, restituisce sintesi di vita, suggerisce analogie, invita allo spettacolo desiderante.

L’ autrice di questi ricami visivi si esprime con efficace tensione produttiva e al tempo stesso mostra una attitudine curiosamente contemplativa del suo operato.

Valentina Mir compone, e per prima si meraviglia di quella che le appare una morfosi biologica, come l’ incessante variazione di forma degli organismi indotta da fattori ambientali esterni. In questa variopinta versione molecolare si incrociano e si sommano gli eventi umani, i fatti storici, il sedimento immaginario di riti e miti collettivi…..

Così Valentina costruisce passo dopo passo i suoi ‘collages’ individuando una storia o motivo principale, cui addossa e accomuna tante altre microstorie, in una sorta di dentella cartacea progressiva che si deposita sul fondo bianco della memoria visiva. Sono avventure della espressione. Sono il risultato di immagini-esperienza elaborate con appena un minimo di progetto, e poi subito lasciate alla versatilità del caso comunicativo….

Appaiono bene ordinate le sequenze di caratteri in questo modo individuati: ora il richiamo erotico e femminile di Brigitte Bardot; ora la flemma rocciosa e sorniona di Winston Churchill; ora è lo stemma patinato e ‘young and beautiful’ di Elvis Presley; ora è il tipo roboante e ‘ducesco’ di Mussolini… E’ poi la volta di Marilyn, delle sue poesie manoscritte, dei flaconi Chanel, e di tutto un aroma trasmesso da ritagli di primi piani fotografici, televisivi, continue dissociazioni di immagini, per dimensione e formato, tali da conformare l’agglomerato visivo oltre lo spazio, nella pura e sfuggente qualità del sogno.

Il catalogo della mostra, curato da Francesco Rovella, è edito da Publinews, Eventi culturali.

 

 

 

Valentina Mir è nata in Sicilia, ma da anni vive e lavora a Parigi. Cinema e danza sono le sue passioni infatti è stata una ballerina di danza contemporanea e una ricercatrice per la Cinemathèque française. Il suo lavoro artistico combina tecniche digitali con uso tradizionale dei mezzi.

 

 

Duccio Trombadori (figlio di Antonello) poeta, giornalista, critico d’arte, curatore di numerose e importanti mostre di arte moderna e contemporanea, è docente di Estetica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, facoltà di Architettura “Valle Giulia”.

 

 

Giorni e orari di apertura:

 

da martedì a venerdì: 17,00 / 20,00

 

sabato 11,00 / 13,00

 

chiuso le domeniche, i lunedì, il 25 aprile e 1 e 2 maggio

 

 

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

 

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tel. 095433075 – 336806701

 

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Comunicato Stampa

Enzo rovella

Night Vision

12 marzo  – 18 aprile 2015
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione mostra  ore 19.00

Giovedì 12 marzo la galleria Carta Bianca presenta Night Vision la nuova ricerca di Enzo Rovella.

Dopo i Colours, i Landscape e la serie degli Astronomy, che da più critici furono interpretati come la visione del mondo di Enzo Rovella (da cui il titolo Universi di una importante mostra milanese), ecco la nuova ricerca così descritta in catalogo dal curatore della mostra Carmelo Strano: “Enzo Rovella mi sorprende con il suo nuovo laboratorio pittorico, all’insegna della Night Visions Technology.

Due anni di “ritiro”, come buon sacerdote-vestale della sua arte, e matura cose nuove: cromaticità, modo di raccontare, racconto. Ed è quasi un (involontario) emulo del Burri toccato, in Usa, dagli orrori della guerra. Quella era la seconda. Questa è la terza che ha forme e processualità indiscutibilmente inedite. Ed  è  anche “più” mondiale. I racconti in tempo reale ci raccolgono tutti, quali che siano le latitudini e longitudini di ognuno, su questo o quel campo di battaglia o focalaio di mitragliamenti e bombardamenti.. Accade con compromissione non solo emotiva ma persino fisica, anche se dal nostro piccolo schermo non schizza una goccia di sangue per posarsi, involontariamente, sulla nostra camicia. ….. Ma Rovella non viene colpito soltanto da queste assurdità. Il pittore, novello Seurat circa il rapporto scienza-tecnologia e linguaggio artistico, è coinvolto nelle metamorfosi cromatiche che l’upgrading opera sui fatti di guerra. Il “chi dorme non piglia pesci” (come dire: uccidiamo anche di notte) è la sadica sintonia col tempo di guerra permanente. Deve essere stato sinistramente affascinato, Enzo, dalle sinistre atmosfere del tuttoverde. Cioè della visione notturna che, grazie a speciali occhiali tecnologici aderenti, ci appare non più in bianco e nero, ma  verde. La pupilla si dilata, e si adagia sulla Night Vision, senza premura, perché il verde è il colore che i nostri occhi sopportano bene, persino rilassandosi.

Il pittore è molto incuriosito dai flash di quelle ambientazioni cromatiche tuttoverdi, offerti dalla TV. É doppiamente smosso: come artista (vi ha trovato un interessante spunto per la ricerca) e come uomo, sentendo l’angoscia per quelle tragedie. L’elemento tecnico-scientifico-artistico, da una parte, e, dall’altra, l’elemento umano, colludono in piena sinergia. Danno luogo ad una sintonia sul piano concettuale e sentimentale. Inoltre, stimolano una particolare ricerca poetica, compositiva, strutturale e cromatica che si direbbe in piena corrispondenza alla nuova condizione psicologica dell’artista…..Con queste attitudini e consapevolezze, egli oggi apre, con Night Visions, una nuova finestra sul mondo.

Finora formalista, oggi Rovella è diventato portatore di messaggi forti, tali perché impliciti.

Pare non ci sia tragedia nelle sue Night Visions.

Ma si coglie un movimento lento e ricco di verità ed esistenza, come nei boccioniani “Quelli che vanno” o nelle “cornici” di amarezza e disappunto propri del Purgatorio dantesco.

…Grazie al monocromo verde che è “suo” e non della Tv o del web. Ciò, per via del racconto dei pigmenti, del tessuto cromatico e delle figure rappresentate. Tutti elementi che, ispirati dalla tecnologia, ne tengono conto solo in termini di pretesto ispirativo, anche se si tratta di esperienza di forte impatto e pure condizionante. Ma, dentro quei frames “ideali”, Rovella sviluppa il suo racconto compositivo che “astrae” da quella fonte di suggestione. La tela (lino, cotone) assorbe, anche trasbordando ai lati, gli umori chimico-fisici del verdetutto che è tutto rovelliano (lunga ricerca per ottenere l’acre tonalità voluta): oltre i colori primari prima praticati.

Il catalogo della mostra curato da Francesco Rovella è edito da Publinews, Eventi culturali.

Il curatore della mostra Carmelo Strano è filosofo, critico e saggista, autore di teorie innovative, come Estetica quotidiana, Unimplosiviness, Opera Ellittica, Docile Razionalità, Similarità (oltre la Mimesi), Equilibri Instabili, Devianza Linguistica, Ellittici e Neoiconoduli,  Arte Ambientale.  Attivo tra Milano, Londra e Catania dove è professore ordinario di Estetica  (per chiara fama) presso la Scuola di Architettura (Siracusa). Ha pubblicato innumerevoli saggi e svariati volumi, curato numerose mostre internazionali, anche nell’ambito della Biennale di Venezia, alla quale ha collaborato alle sezioni musica e cinema. Ha fondato e diretto (fine anni ’70), con Pierre Restany, Natura Integrale, rivista-laboratorio plurilingue, internazionalmente diffusa. Ha collaborato al Corriere della Sera e, come titolare di rubriche, a Il Sole 24 Ore, Il Tempo, La Repubblica, e ora  La Sicilia (rubrica settimanale); tra i periodici: Domus, Semana, Leonardo’s, Carré Bleu, Tempo, Sipario, Connaissance des Arts, D’Ars (membro della direzione), Ecclesia (comitato scientifico) e ora P.E.N. (poets, essayists, novelists) e, dal 1986, L’Arca, mensile internazionale di architettura e comunicazione visiva

Giorni e orari di apertura:

da martedì a sabato: 11,00 /13,00 – 17,00 / 20,00

chiuso le domeniche, i lunedì, il 3 e il 4 aprile

Carta Bianca fine arts – via Francesco Riso, 72/b Catania

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tel. 095433075 – 336806701

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Rosario Arizza

Another World

17 dicembre 2014 – 9 gennaio 2015
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione mostra ore 19.00

Mercoledì 17 dicembre, ritorna alla galleria Carta Bianca il maestro siciliano dell’Espressionismo astratto Rosario Arizza con una nuova serie di straordinari dipinti.

Dopo sei anni dalla sua ultima personale in galleria, dal titolo Life paiting, Arizza ci stupisce con lavori di eccezionale qualità che confermano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’artista di Avola come uno dei più interessanti autori siciliani.

Può ancora stupire la pittura? la risposta è certamente affermativa se si osservano le imprevedibili opere create da Arizza, se si ha la fortuna di essere ricevuti nel suo studio, un vero campo di battaglia dove si viene travolti dal colore e dai materiali insoliti da lui usati per le sue stratificazioni, frutto di un energia incontrollabile e misteriosa.

Una mostra questa che ci trasporta vorticosamente in another world, nel mondo e nella materia di un vero protagonista della pittura contemporanea. Assolutamente contemporanea perchè anche se appunto definibile nell’alveo dell’Espressionismo astratto, questa definizione risulta stretta, limitante e provabilmente obsoleta come tutte le definizioni che cercano di accostare nella categorie dell’arte moderna le opere del nostro tempo. Nei lavori di Rosario Arizza infatti tutto si mischia e si allarga a dismisura ed è impossibile trovare una collocazione canonica per questi dipinti che sono informali, ma come lui stesso afferma, anche figurativi; senza dimenticare l’importanza della trasformazione di materiali non conformi riutilizzati per divenire elementi portanti del concepimento e della creazione dell’opera stessa che, in buona sostanza, lo avvicinano, ma solo concettualmente, alle esperienze dell’Arte Povera. In verità Arizza ci spiazza e il pensiero cerca rifugio nel ricordo di Vedova, di Pollock, di Tapies, di De Kooning, ma è solo un riflesso che cerca ancore di salvezza per uscire dal vortice che ci assale, ma tutto è vano perchè la sua personalità è e rimane unica.

Così è scritto nel catalogo della sua ultima mostra a Palermo: E’ moderno Arizza, ed è un artista internazionale, e non solo perchè ha studiato ed esposto soprattutto a Parigi e in Germania dal 1992 al 1993, ed anche in Spagna, non solo perché ha conosciuto ed è diventato amico di personaggi come Pierre Restany, autore del famoso Manifesto del 1959, che ha curato una sua mostra nel 1991 a Noto, di Joseph Beuys, che per lui è il più grande artista del ‘900 (si ricordi che Beyus è a Gibellina nel 1981 con Schifano, Accardi, Afro e che a Gibellina di Arizza sono conservate dieci grandi opere al Museo d’Arte Contemporanea), di Jean Manuel Bonet, suo coetaneo, che di lui nel 2006 ha scritto che la materia è «elemento fondante della sua arte», del catalano Joan Abellò, amico anche a sua volta di Restany. E´ contemporaneo perché, nato nel profondo Sud, nella sperduta Avola, in provincia di Siracusa, pur ricca di una cultura antica stratificata e ancor viva, ha compreso l’importanza di conoscere il mondo, facendosi a sua volta messaggero dell’identità culturale mediterranea con le sue cromie calde ed intense trasferendole attraverso un uso personale della materia nella mossa stratificazione dei suoi segni” .

La galleria proporrà al pubblico, ad un prezzo particolarissimo, una serie di 18 cartoncini che sono stati realizzati da Arizza per l’edizione di un suo libro d’artista.

Un regalo colto da incorniciare per le feste natalizie.

Giorni e orari di apertura:

da martedì a sabato: 11,00 /13,00 – 17,00 / 20,00

Chiuso le domeniche, i lunedì e nei giorni 25 – 26 – 31 dicembre, 1 e 6 gennaio

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Comunicato Stampa

Marilena Vita

Figurazione astratta


6 – 27 novembre 2014
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione mostra ore 18.30

Giovedì 6 novembre, verrà inaugurata a Catania, nella sede della galleria Carta Bianca fine arts, una mostra personale di Marilena Via dal titolo “Figurazione astratta”.

Artista poliedrica, Marilena Vita è nota per la sua ricerca nella fotografia, nella performance, nella video arte. Quanto alla pittura, pur non avendola mai abbandonata (anche perché si tratta di un’esigenza profonda), tuttavia finora ha preferito farne un terreno assolutamente privato, sicuramente impegnato e non di semplice sfogo. E così, sino ad ora, ha voluto misurasi sulla scena internazionale con le altre tipologie espressive, ricevendo vari premi, ad esempio dalla Columbia University di New York per la video arte nel 2009 e, precedentemente dal Museo di Gibellina.

Video arte, performance, e, soprattutto, fotografia sono state presentate in vari Paesi, principalmente in Sud Africa, Germania, Grecia, Svizzera, Cecoslovacchia, Belgio, Irlanda. In Italia, in varie sedi: Museo-Laboratorio Mlac dell’Università La Sapienza di Roma, Biennale di Venezia (sezione Arte, nell’ambito della collaborazione tra la Fondazione e l’Università di Catania, SDS di Siracusa), Museo Regionale Riso (Palermo), Galleria Lorenzelli (Milano), Fotografia europea 2014 (Reggio Emilia), presso la galleria “8,75 Arte Contemporanea”.

Riguardo la pittura, sarebbe certo arrivata, era solo questione di tempo. Eccola, infatti, Marilena Vita esibire dipinti innovativi, frutto di alcuni anni di riflessione, esperimenti, non senza confronto dialettico con la fenomenologia pittorica degli ultimi anni in varie aree culturali.

Nella pittura ha insistito su un terreno in cui espressività e sperimentazione si sono puntualmente incontrate, andando oltre i valori estetici e del dominio tecnico. E questo già a partire dagli studi in accademia (corso di pittura concluso con lode e dignità di stampa).

La produzione oggetto di questa mostra è relativa agli ultimi due anni: raffinatissima, per tecnica e spessore poetico.

Non a caso, questa sorta di battesimo nella pittura è stato tenuto da tre critici di fama internazionale, e di diversa generazione. La prima occasione è stata la mostra inaugurale a Milano, (maggio 2014) allo Spazio Temporaneo di Patrizia Serra. Infatti, a introdurre in catalogo la pittura di Marilena Vita sono stati GILLO DORFLES, EDWARD LUCIE-SMITH, CARMELO STRANO. Essi, ciascuno da una propria angolazione, hanno messo in evidenza i fondamenti dell’originalità di questi dipinti. Fino alla coniazione del titolo (Dorfles) “Figurazione astratta”, un felicissimo ossimoro. Nel recensire la mostra (Corriere della Sera, 19 giugno 2014), Sebastiano Grasso ha sottolineato come le “Silhouette astratte, simili ad amebe (corpi privi di scheletro), suggeriscono personaggi che, a loro volta, richiamano le ombre cinesi”.

“La peculiarità dei mezzi impiegati -scrive Dorfles- permette all’artista di realizzare, nelle sue opere, un’inedita forma espressiva. Questi dipinti appaiono come strettamente legati alla raffinatezza dei mezzi impiegati: sulla superficie dei fogli o della tela, sono realizzate, con pigmenti diluiti, sagome dalle forme più diverse che acquistano l’aspetto di personaggi astratti accampati in un’ampia superficie del quadro e talora intersecati da intrecci di fili di piombo, una sorta di inferriata o di griglia che scandisce il dipinto. Vuoi sulla tela che sulla carta, le opere cosí create non rientrano nel campo della pura figurazione e non sono neppure rivolte ad un’astrazione geometrica…l’aspetto pittorico-compositivo costituisce un versante di ulteriore maturità dell’attività creativa dell’artista”

Dal canto suo, Edward Lucie-Smith sottolinea che “Marilena Vita sembra iniziare da un’idea astratta, che poi evolve verso la figurazione ma che viene colta, per così dire, nel bel mezzo della sua evoluzione. Ogni opera è in divenire. I fili e le corde che intersecano le superfici dipinte sembrano assolvere al compito di sorvegliare su questo processo (…). Inoltre, questi elementi aggiungono rilievo e texture alla superficie piana. L’illusione che noi stiamo guardando qualcosa che rimane in movimento è rafforzata dal fatto che le aree colorate risultano molto vagamente controllate…Queste aree sono realizzate con pittura diluita che permea la superficie, spesso determinando dei bordi con una specie di alone”.

“Allusioni amebico-zoomorfiche che si raccontano”, commenta Carmelo Strano. E lo studioso subito puntualizza: “Manifestano, infatti, una loro dilatazione vitale nello spazio mossa da una pulsione inarrestabile, anche se non esagitata…una sorta di autocoscienza minimale che tuttavia non ha necessità di piegare né verso l’apollineo né verso il dionisiaco…l’artista gioca d’azzardo, per così dire: per un verso organizza la sua architettura spaziale e zoomorfica modulando “pattern” astratti, per altro verso è attenta a rendere questi pattern complessi…i dipinti di Marilena Vita sono emblematici di come quest’antichissima forma d’arte possa oggi rigenerarsi, e robustamente, a dispetto dello stato di esaurimento in cui versa dopo i vitali ma implacabili ed estenuanti formalismi del Novecento”.

Oltre a Dorfles, Lucie-Smith e Strano, hanno scritto: Brahim Alaoui, Lorenzo Bonini, Vitaldo Conte, Viana Conti, Dario Evola, Aldo Gerbino, Sebastiano Grasso, Gérard-Georges Lemaire, Evelina Schatz, Allison Williams.

Dopo Milano, la mostra fa adesso la seconda tappa alla galleria Carta Bianca di Catania.

Marilena Vita è nata a Siracusa, opera tra la Sicilia e Milano, al suo attivo alcune monografie sul suo lavoro. Si è esibita in numerose performance, mostre personali e ha partecipato a diverse rassegne internazionali a tema. Docente di storia dell’arte contemporanea alla Scuola di Architettura di Siracusa (Università di Catania), è autrice delle pubblicazioni monografiche “Le albe della fotografia/dalla nascita al digitale” e “Il primitivo e l’arte/nelle avanguardie storiche”.

Carta Bianca fine arts. Giorni e orari di apertura:

da martedì a sabato 17,00 / 20,00

domenica, lunedì e altri orari su appuntamento tel. 336806701 solo per collezionisti

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Comunicato Stampa

Luisa Scavone

VOYEUR 21


9 – 28 Ottobre 2014
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Presentazione del libro giovedì 9 ottobre, ore 18.00
Inaugurazione mostra  ore 19.00


Giovedì 9 ottobre, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca fine arts, una mostra  personale della fotografa catanese Luisa Scavone dal titolo VOYEUR 21.

dietro corpi vibranti, mani lascive, anatomie frementi, Luisa scrive il suo dizionario erotico fatto infine da fisionomie scialbate, donne e uomini senza né volto né espressione, icone scomposte di un universo ideale. Eccitanti nel loro anonimato. Talvolta, come a lei piace, lievemente disturbanti…”. scrive Roberta Carchiolo nell’introduzione del catalogo che verrà presentato in galleria prima dell’inaugurazione della mostra.

In un altro testo (Permettendo De Sade) Tania Marchese così ci trasmette la sua penetrazione poetica delle immagini fotografiche della Scavone:

BUM BUM tamburo che sbatte

DEN DEN pioggia che inonda

Così è stato quando le ho viste: una porta sbattuta in faccia.

Lei era dentro di me, con il suo obiettivo, il mio cervello la camera.

Voyeurismo inconsapevole e ripetuto, quello che spinge le tue gambe ogni momento, a rimestare nel sangue torbido che scorre nelle vene.

Mani che s’intrecciano come le radici degli alberi, disegnano amplessi e orgasmi rari.

Ho visto i miei pensieri, lascivi e ossessivi, come nei romanzi della migliore letteratura erotica.

Solo, non erano parole.

Immagini, prepotenti, grana filtrata dall’occhio perverso che è dentro, proprio al centro dell’anima.

E i corpi, pieghe in successione a soffocare il respiro.

Non c’è spazio per le speculazioni. Carnalità tangibile che inchioda con bocche dischiuse, pronte a saziarsi.

Fame che attanaglia, rinasce dalle sue ceneri con forza sempre rinnovata.

Osserva lei, come il chirurgo. Con noncuranza ci denuda. Non serve la passione, è già lì, nelle sue foto.

Voyeur 21 è un libro intenso per diverse ragioni. É un libro da sfogliare amabilmente e uno strumento da contemplare in ogni singola pagina. É un progetto estetico e un discorso etico. É un esempio di tecnica fotografica che coniuga still life e reportage. Inoltre è un dialogo con la luce nella sua veste di attore tra gli attori: si posa delicatamente sui corpi come ospite della scena nell’Edipo irrisolto di questa società, spoglia i corpi e rivela le intenzioni. Infine è una riflessione sul ruolo dell’artista come macchina emotiva che, attraverso il corpo macchina della fotografa, cattura il percetto subliminale del flusso filmico e lo fissa. Da qui un duplice percorso di lettura. Sulla scia della tradizione del Ready-Made e della Pop-Art… ( Piero Dauber).

 

A fine serata performance di musica d’avanguardia dei Blackvessel

chitarra: Fabio Longo, contrabbasso: Antonio Aiello

 

Si ringrazia per la collaborazione  la “Cantina Benanti” di Viagrande            

 

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da martedì a sabato 17,00 / 20,00

domenica, lunedì e altri orari su appuntamento tel. 336806701

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Comunicato Stampa

Pino Ninfa

‘Round About Jazz



20 marzo – 16 aprile 2014
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione giovedì 20 marzo, ore 19.00



Giovedì 20 marzo alla Galleria Carta Bianca fine arts, verrà inaugurata una mostra personale del fotografo Pino Ninfa, nato a Catania, ma residente a Milano sin dai suoi diciasette anni.

La mostra dal titolo ‘Round About Jazz, è la prima personale del fotografo nella città natale, e per questo evento, le immagini sono state selezionate tra le migliaia che Ninfa ha realizzato nel corso del suo lavoro sulla musica che, insieme al reportage e al sociale, rimane sicuramente il tema centrale dei suoi scatti.

Una mostra che il gallerista Francesco Rovella ritiene non solo prestigiosa, ma anche “importante per la città”.

Pino Ninfa ha al suo attivo moltissime esposizioni personali sia in Italia che all’estero. Fra tante, l’antologica al Palazzo Ducale di Genova nel 2013 e la mostra al Teatro La Fenice di Venezia nel 2010.

E’ stato il fotografo ufficiale dell’Heineken Jammin Festival dal 1998 al 2012 e per Heineken Italia, ha seguito i maggiori eventi musicali. E’ stato anche il fotografo ufficiale di vari festival jazz italiani.

Sue pubblicazioni riguardano il mondo del tango argentino, un viaggio da New Orleans a New York sulle strade della musica, le township da Johannesburg a Città del Capo, un reportage su un ospedale di Emergency in Cambogia, e poi ancora l’Etiopia, Cuba , la Libia, il Kenia, il Senegal, la foresta amazzonica e tanti altri paesi del mondo.

Da molti anni collabora con Leica e Canon Italia.

Pino Ninfa è un fotografo che pensa da pittore; per lui l’idea dell’immagine fuggente non va colta tanto dall’obiettivo quanto dalla memoria e poi ricreata e rivissuta per “costruire” un’opera che deve riunire immediatezza e pensiero analitico, freschezza emotiva e rigore poetico. Il pittore osserva la natura, si lascia ispirare da ciò che vede per poi riprodurlo sulla tela attraverso il filtro del proprio stile, proprio come avviene in queste fotografie che partono dall’istante, lo cristallizzano in un modello per riproporlo in una chiave diversa, ripensato e studiato nelle pose, arricchito e modificato dall’occhio dell’artista che non confonde l’istantanea “da reportage” con la capacità di restituirci l’attimo all’interno di un progetto più meditato e coerente…” (Maurizio Franco)

Ivo Serafino Fenu nel testo, Il suono dell’ombra, scrive “quella di Pino Ninfa può definirsi, a tutti gli effetti, una “poetica dell’ombra”. Ombre lunghe sugli spartiti, ombre di musicisti e ombre di strumenti, ombre che evocano e che suonano: note di tango, note di jazz, note di vite vissute oltre le luci del palcoscenico.

Saranno le sue origini catanesi, sarà il ricordo di quella città in bianco e nero, barocca e matafisica al contempo con i suoi funerei intonaci lavici e i suoi candidi bugnati, saranno la luce abbacinante e le ombre profonde di un Sud mai dimenticato nonostante una vita professionale esperita in una Milano brumosa, sarà tutto questo o, sicuramente, sarà molto altro ancora che fa di Pino Ninfa uno dei fotografi più acclamati e ricercati nei luoghi della musica, sia in Italia e sia all’estero. Spesso ospite dei più prestigiosi festival internazionali, il fotografo ha sempre cercato di andare “oltre il palco”, alla ricerca di una dimensione globale degli eventi, una dimensione totalizzante e contestualizzante, proseguendo, in tal senso, una ricerca che negli ultimi anni, l’ha portato a intraprendere progetti multimediali con musica e fotografia insieme ai più importanti musicisti nel campo del jazz…. Oltre la fotografia, verso la poesia.

La mostra ‘Round About Jazz verrà presentata in galleria da Carmelo Bongiorno.

Interverranno: Rino Cirinnà (sax) e Nello Toscano (contrabbasso).

Carta Bianca fine arts

Giorni e orari di apertura:

da martedì a venerdì 17,00 / 20,00

sabato 10,00 /13,00

Fuori orario: su appuntamento

tel 336 806701 (solo per collezionisti)

PINO NINFA (Catania, 1957)

Sviluppa progetti sul territorio nazionale e internazionale legati allo spettacolo e al reportage. L’interesse per la musica e per il sociale hanno fondato il senso complessivo del suo lavoro fotografico.

 

Con il Comune di Monaco di Baviera ha documentato il progetto “Whon Forum “ (1991-1994) che si occupa del recupero di persone in difficoltà, concedendo nuovi spazi abitativi e reiserimento nel mondo del lavoro.

 

Nel 1995 è il vincitore del concorso “Le stagioni del ritratto“, organizzato da Kodak e, nel 1996, è selezionato per l’Italia per la partecipazione al concorso “Kodak Award Europe”.

E’ scelto da “Canon Italia” come fotografo per la musica jazz in Italia con una mostra all’ Arengario di Milano.

 

Per la Provincia di Milano segue dal 1996 il progetto “Metropoli”, in cui i concerti e gli spettacoli vengono documentati cercando un possibile connubio fra la musica e il contesto architettonico e partecipativo. Per lo stesso progetto ha concepito un calendario che, nel 2006, arriverà alla decima edizione.

 

Nel 1998 la rivista ufficiale delle fotocamere “Leica” ha scelto i suoi lavori su musica e società.

Nello stesso anno inizia la collaborazione con la struttura ospedaliera di Tradate sul progetto “Fotografia e Psichiatria” rivolto ai pazienti con disturbi mentali.

 

E’ il fotografo ufficiale dell’Heineken Jammin Festival dal 1998 al 2012 e per Heineken Italia, ha seguito i maggiori eventi musicali nel nostro paese.

 

E’ stato il fotografo ufficiale di vari festival jazz: Roccella Jonica dal 1991 al 2001, Valtellina Jazz Festival dal 1997 al 1999, Prato Jazz festival nel 1999, Padova jazz dal 1998 al 2002, Vicenza jazz festival dal 1998 al 2001 e poi dal 2004 fino al 2013; ; Festival di Venezia, Bari in jazz e vari altri.

 

Nel 1999, in collaborazione con il Consolato Argentino e con l’editore Marcos, pubblica il volume “Nero Tango”, una indagine sul mondo del tango da Buenos Aires all’Europa. In seguito ha continuato questa ricerca che ha portato, nel 2005, ad un nuovo progetto sul mondo del tango e l’Argentina, allargato al mondo dei vini argentini a cura di AIVIE Associazione Produttori Vini Argentini.

 

Nel 2000, con l’organizzazione Emergency, realizza in Cambogia un reportage sull’ospedale di Battambang e sui luoghi ancora minati in quelle zone.

 

Per il suo modo di vedere il jazz la Regione Marche nel 2001-2002 gli ha commissionato la campagna pubblicitaria sui treni Eurostar, mentre la brand della Lever Fabergè “Dove”, nel 2003, gli ha affidato il calendario sull’universo femminile.

 

Per la Porsche segue diversi progetti fra cui nel 2001 il reportage “Come un racconto chiamato jazz”, un viaggio di 5.000 chilometri a bordo di una Porche, da New Orleans a New York sulle strade della musica. Nel 2003 è a Cuba alla ricerca delle prime Porche. Nel 2004 è in Libia, in un viaggio fra passato e presente dai siti archeologici al deserto continuando fino al 2009 con un progetto sul Sudafrica dedicato ai campionati mondiali e al lancio della Panamera.

Per Porsche nel 2011 e 2012 ha organizzato come Direttore Artistico il Festival di musiche e culture dal mondo.

 

Sempre nel 2004 porta a termine il progetto La Fete Africaine in Senegal diventato, una mostra per un progetto speciale con lo scultore Ndary Lo, a Vicenza nel maggio 2005.

 

Nel 2005, con l’Associazione Amani a Nairobi, inizia un progetto con i bambini di strada e il loro recupero e inserimento nel mondo del lavoro. Le fotografie di questo lavoro sono diventate il calendario 2006 di Amani, per i 10 anni di attività.

 

Nel 2007 con CBM Italia, che si occupa di problemi alla vista, sviluppa un progetto “I bambini che fotografano la propria realtà”, diventato calendario del 2008.

 

Nel 2007 inizia la collaborazione con Iveco, per un progetto che lo vede coinvolto nel documentare le nazioni africane e della penisola arabica in cui la società opera.

 

Nel 2011 inizia con Cesvi un progetto dedicato alla salvaguardia della foresta amazzonica e allo sviluppo di energie alternative attraverso prodotti della foresta.

Negli ultimi anni realizza progetti multimediali con musica e fotografia insieme a importanti musicisti nel campo della musica jazz. In particolare Nel 2010 a Palazzo Grassi a Venezia con Paolo Fresu e nel 2011 a Palazzo Ducale a Genova con Gavino Murgia e Luciano Biondini ha realizzato la performance “Sulle Tracce dell’avventura” Omaggio a Hugo Pratt.

 

Nel 2011 ha iniziato una collaborazione con Enel su progetti fotografici e multimediali con tema l’energia nella centrale di Nove in Trentino.

 

E’ presidente dell’associazione PIM (poesia-immagine-musica) che si occupa della diffusione e organizzazione di mostre e seminari di fotografi musicali.

 

Da molti anni tiene workshop in Italia e all’estero su temi legati a vari aspetti della fotografia e dell’essere fotografo.

Ha al suo attivo diverse copertine di riviste musicali e dischi. Suoi lavori sono publicati nelle maggiori testate giornalistiche, dal Corriere della Sera a La Repubblica, e su riviste specializzate in viaggi e musica.

 

Pubblicazioni :

– NERO TANGO. Un viaggio fotografico nel mondo del tango argentino – Editore Marcos& Marcos

EMERGENCY: UNA SPERANZA IN CAMBOGIA. Reportage sulle mine antiuomo – Editore Skira

 

COME UN RACCONTO CHIAMATO JAZZ. Un viaggio da New Orleans a New York sulle strade della musica

IMPRESSIONI MEDITERRANEE – Edizione Ismez

ATTRAVERSO L’ETIOPIA – Casadei Editore

IN JAZZ – Casadei Editore

SULLE TRACCE DELL’AVVENTURA. Omaggio a Hugo PrattCasadei Editore

ROUND ABOUT TOWNSHIP. Un viaggio da Johannesburg a Città del Capo – Casadei Editore

– JAZZ GIGS – Casadei Editore

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Comunicato Stampa

Opere su carta

La collezione privata di Francesco Rovella

8 febbraio- 7 marzo 2014


Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione sabato 8 febbraio ore 19.00

Sabato 8 febbraio 2014, ore 19.00, presso la galleria Carta Bianca fine arts verrà inaugurata la mostra delle opere su carta della collezione privata di Francesco Rovella.

Si tratta di cinquantatre opere, per quarantacinque artisti, raccolte sin dai primi anni Ottanta, quando il gallerista lavorava come apprendista nella sede storica dell’Arte club di Virgilio Anastasi in piazza Grenoble, sino ai giorni d’oggi.

Nella collezione figurano disegni a matita, pastelli, acquarelli, olii su carta, e qualche preziosa incisione.

Tra gli autori, con opere che vanno dagli anni Trenta sino al 2013, troviamo artisti internazionali come Pierre Alechinsky, Francis Bacon, Marc Chagal, Jean Cocteau, Hisiao Chin, Nereida Garcia Ferraz e Andy Warhol.

Tra gli italiani, nomi che hanno segnato la storia dell’arte nel nostro paese come Carla Accardi, Ugo Attardi, Afro Basaldella, Antonio Bueno, Felice Casorati, Antonio Corpora, Giulio D’Anna, Carlo Levi, Titina Maselli, Mimmo Paladino e Giuseppe Santomaso. Nella collezione non mancano di certo le opere di artisti contemporanei come Omar Galliani, Marcello Lo Giudice, Alberto Parres, Marco Nereo Rotelli oltre naturalmente a quelle dei siciliani che fanno parte della scuderia della galleria Carta Bianca.

Ogni acquisizione alla collezione verrà raccontata narrando in sintesi la storia di quell’opera e le diverse dediche che gli artisti hanno redatto a tergo dei loro lavori.

Le opere sono offerte al pubblico ai prezzi di mercato che in questo periodo sono indiscutibilmente bassi.

Si è cercato comunque di non alterare la stima con il valore affettivo, tendenza questa comune a tutti i collezionisti e ben comprensibile.

Si tratta dunque di una mostra per un pubblico raffinato, per collezionisti colti, per amanti dell’arte e della sua storia, per persone che comunque hanno un’anima per guardare.

Insomma, in un momento di estrema crisi (anche di identità e radici), una attenzione rivolta verso la cultura delle arti visive attraverso la delicatezza delle carte, a volte “esercizi della mano” di rara bellezza.

Come sempre, poco spazio a chi pensa ai vernissage come occasione di vacua mondanità.

Carta Bianca fine arts

via Francesco Riso, 72/B, 95128 Catania

Giorni e orari di apertura:

da martedì a venerdì 17,00 / 20,00

sabato 10,00 /13,00 – 17,00 / 20,00

domenica, lunedì e altri orari

su appuntamento tel 336806701

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Comunicato Stampa

Andrea Nucifora

Solo con i miei occhi



14 dicembre 2013 – 16 gennaio 2014
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione sabato 14 dicembre ore 19.00



Giovedì 17 ottobre, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca fine arts, una mostra personale di “ritratti” fotografici realizzati da Andrea Nucifora, artista nato a Siracusa nel 1986.

 

…Nel 2011 faccio ritorno a Catania. È in quell’anno che nasce “Kataratta”, il mio primo progetto degno di tale nome. Come ogni opera prima è fortemente innervato di vissuto. Fin dalla tenera età ho convissuto con una forte miopia per arrivare oggi a ventisette anni con 0/10 per occhio. Lo stesso anno in cui il progetto prende vita mi sottopongo a una visita oculistica. Lo specializzando, fraintendendo delle cicatrici presenti sulla cornea, mi prospetta una cecità completa nell’arco di pochi anni. A seguito di tale drammatica notizia decido di ripetere la visita presso uno specialista che fortunatamente, dopo esami accurati ribalta la diagnosi.

Da questa Visione ritrovata nasce Kataratta, un elogio della miopia, del vederci poco o per niente. Una cecità che non è mai poetica o profetica, ma semplicemente umana e connaturata alla vita stessa. Scelgo la cataratta per la fascinazione intrinseca che questa perdita di trasparenza si porta dietro. É un disturbo delle persone anziane, delle persone che hanno visto/vissuto tanto. … Il progetto poggia e fonda se stesso sul light painting. Luce che acceca e dà vita a ritratti ciechi…

 

Andrea Nucifora è un giovane fotografo al suo primo esordio in una galleria d’arte.

Quando, grazie alla segnalazione di Piero Ristagno, per la prima volta, ho visto le sue immagini mi sono stupito nel non trovarmi davanti ad un professionista navigato.

Ogni anno sono centinaia gli scatti che aspiranti fotografi mi sottopongono. Raramente resto così affascinato, come è successo, guardando i ritratti di Andrea. Ne sono stato rapito. Un progetto ordinato, concettualmente significativo, con una qualità indiscutibile, in linea con la fotografia più contemporanea e con riferimenti, sicuramente involontari, che subito riportano ad alcune immagini del fotografo olandese Erwin Olaf e, più in particolare, a quelle dell’italiano Nicola Vinci.

Carta Bianca ormai tratta e propone solo artisti affermati. In questo tempo di crisi sono gli unici ad essere presi in considerazione dai collezionisti. Dopo la classe politica, anche l’alta borghesia purtroppo si rivela sempre meno illuminata e sempre più spaventata. L’offerta, di conseguenza, non può prescindere da questo dato di fatto.

Nello stesso tempo la galleria non vuole rinunziare alla sua missione culturale e quindi dare spazio a chi sta compiendo i primi passi in un sistema (quello dell’arte) divenuto davvero inaccessibile e indecifrabile.

Andrea Nucifora però, come ho detto, non ha niente da invidiare a molti fotografi presenti e affermati nel panorama internazionale, merita attenzione.

Questa mostra dal titolo “Solo con i miei occhi”, prosegue il cammino di Kataratta. Nucifora sostituisce gli occhi dei soggetti fotografati con i suoi. Cambiare gli occhi significa ribaltare il concetto stesso di ritratto. Senza i propri occhi, senza il proprio sguardo, non si è più se stessi eppure ci si riconosce ugualmente, magari in un altra dimensione, con altri pensieri in testa. Sono io e nello stesso tempo non lo sono…

Sullo sguardo, sulla riflessione negli occhi della propria anima, si sono scritti volumi. Una cosa è certa, la provocazione di Andrea porta con sé una tempesta, ma il primo pensiero che mi è venuto in mente è che, ogni volta, guardando un’opera d’arte, cerchiamo di interpretare il mondo secondo gli occhi dell’autore. Quando si tratta di un artista con una forte personalità il suo vedere diventa il canone di riconoscibilità.

Mi è capitato più volte, dopo aver lavorato per molto tempo su un autore, che la sua visione, le scelte tonali, le prospettive, entrassero pian piano dentro di me e così mi ritrovavo a leggere gli oggetti, i panorami, il mondo attorno, attraverso gli stessi canoni stilistici dell’artista. Leggevo quindi e interpretavo la realtà con i suoi occhi.

Nucifora, in questa ricerca, ribalta il concetto, mette direttamente i suoi occhi all’interno dell’opera, li fornisce come chiave interpretativa ai suoi soggetti fotografati. E gli occhi dell’artista diventano il canone stesso, la firma autografa di questi ritratti-non ritratti.

Senza dilungarmi, penso che questo lavoro spinga lo spettatore, quasi lo costringa, ad una riflessione sul dono più prezioso, sugli occhi come porta di ingresso dell’universo.

Finalmente una visione ( mai termine fu più appropriato) che rompe e sfida questa tendenza all’ insignificante che stagna nel mare cinico dell’arte contemporanea.

Ho l’impressione che questa ricerca si avvii verso un lungo cammino.

 

Francesco Rovella

 

 

Andrea Nucifora (NŪ) nasce nel 1986 a Siracusa. Si diploma in lingue e studia Comunicazione. Nel 2008 è “operatore” in Antigone e nel laboratorio teatrale “ l’Ombra delle parole” con attori down per la regia di Monica Felloni. Nel 2009 e ancora nel 2010, si reca in Lituania: è il responsabile giovani in un progetto con la LITHUANIAN GAY LEAGUE (LIETUVOS GEJU LIGA); fotografa e documenta il primo Gay Pride lituano; è l’assistente degli insegnanti di sostegno nella scuola “Atgajos” di Vilnius; scalda un inverno a -20°C con una stufa a legna; ama un russo. Alla fine del 2010 rientra in Italia a completare gli studi, a far girare le sue foto, a innamorarsi ancora.

www.andreanucifora.wix.com/andreanu

 

Carta Bianca fine arts

Giorni e orari di apertura:

da martedì a venerdì 17,00 / 20,00

sabato 10,00 /13,00 – 17,00 -20,00

domenica, lunedì e altri orari

su appuntamento tel 336806701

 

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Comunicato Stampa

Angelo Barone

17 ottobre- 21 novembre 2013
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione giovedì 17 ottobre ore 19.00

Giorni e orari di apertura:

da martedì a venerdì 17,00 / 20,00

sabato 10,00 /13,00 – 17,00 -20,00

domenica, lunedì e altri orari

su appuntamento tel 336806701


Giovedì 17 ottobre, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca fine arts, una mostra personale di Angelo Barone, artista nato a Modica nel 1957, ma milanese di adozione.

Eclettico, dall’estetica rigorosa ed elegante, ammiccante all’astrazione e al concettuale, fotografo e scultore, attraverso le opere esposte in questa seconda mostra alla Galleria Carta Bianca, Barone presenta lo sviluppo del suo percorso nelle ricerche degli ultimi tre anni, fino a costruire un rapporto di relazioni e affinità poetiche con un suo grande lavoro storico (cm 164 x 287) datato 1997.

Dalle fotografie Casematte, esposte l’anno scorso, prima ad Amsterdam nello C&H Art Space e poi al Mia di Milano, sino alle ultime sculture in plexiglass, presentate al pubblico per la prima volta in questa occasione, le opere si pongono come risultato di indagine evidenziando la differenza fra il guardare e l’osservare.

Il ciclo di fotografie Casematte fa assurgere a paradigma, ad archetipo la forma del bunker in quanto rappresenta per l’architettura “l’applicazione delle regole massime”; le fotografie sono sfocate, la forma è sospesa fra una idea di realtà e di astrazione, sono immagini sottratte ad un flusso quantitativo, quindi con tempi e distanze che negano al fruitore una visione lucida.

Il confronto speculare tra la “Casamatta” di grandi dimensioni e “Sito”, l’opera del ’97, vuole mettere in relazione due luoghi circolari risolti attraverso due modi di alterare la visione, la prima attraverso il fuori-fuoco fotografico, la seconda attraverso un filtro di vellutazione (con la tecnica del floccaggio cara all’artista nella sua produzione storica) che ne tempera la piena percezione. Il confronto vuole essere semplicemente una evocazione dei luoghi, di forme che sottintendono all’abbraccio.

Le sculture invece sono dei “luoghi murati”, architetture sacrali, inavvicinabili, misteriose nel loro essere inaccessibili. La loro forma affiora con sguardi prolungati, con fiducia verso l’approfondire la ricostruzione visiva nel memorizzarne i contorni. Sono edifici, forme isolate di un alfabeto infinito, sottratte al caos visivo dell’informe edilizio proprio delle periferie urbane.

Barone, in trentacinque anni di professione, oltre ad aver esposto in moltissime prestigiose gallerie italiane, può vantare una forte presenza in Svizzera, a Zurigo in particolare, tra cui quattro personali alla Galleria Peter Noser e mostre ad Amsterdam, Basilea, Moutier, Valencia, New York, Esslingen Am Neckar, Losanna, Malindi, Chur, Klenova, Alcoi, Malmoe, Colonia, Osaka e Parigi.

Mostre Personali:

 

2013 Carta Bianca fine arts, Catania

2013 “Re-load stone”, Premio Architettura di pietra, Verona

2012 “Casematte” C&H art space, Amsterdam

2012 Mia Art Fair, Milano

2009 “Nell’ora tarda”, Carta Bianca fine arts, Catania

2007 Nuovi Strumenti, Brescia

2007 “Con-testo a fronte” Isola di S. Servolo, Venezia

2004 Galleria Gisele Linder, Basilea

2003 Galleria La Corte, Firenze

2002 Chiesa di S. Vincenzo Ferreri, Ragusa

2002 Il Verginese, Portomaggiore, Ferrara

2002 Galleria Maria Cilena, Milano (con Elisabeth Scherffig)

1999 Galleria Graziano Vigato, Alessandria

1997 Galleria Rosa Anna Musumeci, Catania

1997 Museo Ken Damy di Fotografia Contemporanea, Brescia

1996 Fondazione di Palazzo Bricherasio, Torino

1995 Civica Raccolta del Disegno, Salò

1995 Galleria Graziano Vigato, Alessandria

1994 Galleria Piano Nobile, Perugia

1994 Spazio Blu, Pesaro

1993 Galleria Graziano Vigato, Alessandria

1993 Galleria Schema, Firenze

1993 Galleria Piero Cavellini, Brescia

1993 Musee Jurassien, Moutier (CH)

1992 Galleria Cavellini-Cilena, Milano

1992 Espai Pascual Lucas, Valencia

1991 Galleria Roberta Lietti, Como

1990 C. & A. Gallery, New York

1990 Galleria Piero Cavellini, Milano

1989 Galleria Peter Noser, Zurigo

1988 Galleria Piero Cavellini, Milano

1988 Galleria Zona, Firenze

1987 Galleria Peter Noser, Zurigo

1986 Salone di Villa Romana, Firenze

1986 Galerie der Stadt, Esslingen Am Neckar

1996 Art Contact, Losanna

1985 Galleria Peter Noser, Zurigo

1984 Galleria Peter Noser, Zurigo

1982 Galleria Schema, Firenze

1981 Galleria Diagramma Luciano Inga-Pin, Milano

1981 Galleria Zona, Firenze

Mostre collettive:

2013 “Senza pericolo, Palazzo della Triennale, Milano

2012 “Giorni felici” Casa Testori, Novate Milanese, Milano

2012 Amsterdam Art Fair

2012 Spaio Sensus, Firenze

2010 “Vertigine”, Galleria Graziano Vigato, Alessandria

2009 “Genius Loci”, Confraternita di S.Nicola, Ivrea

2009 “Vagabondare”, Chiesa di S.Alberto, Trapani

2009 “Schema mater”, Spazio d’arte Alberto Moretti, Carmignano (PO)

2009 “L’ordine del caos”, Museo Archeologico, Firenze

2008 “Vagabondare”, Museo di Vizzini, (SR
)

2008 Biennale di Malindi (Kenia)

2007 “Sommeraustellung”, Galerie Studio 10, Zurigo

2007 Galleria L-i-b-r-a, Ragusa

2006 “Sicilia”, Galleria del Credito Siciliano, Acireale

2006 “Vinces”, Chiesa di S. Giuseppe al Duomo, Catania

2005 “Per la Musica”, Castelluccio di Pienza (SI)

2005 Musee Jurassien, Moutier, (CH)

2004 Biennale di Fotografia, Brescia

2004 “Edition”, Galleria Gisele Linder, Basilea

2003 IX Edizione MAC, Pavia

2002 “Discontinua”, Città di Palazzolo Acreide (SR)

2002 “Lavori Domestici”, Casa Formenti, Varese

2001 Museo Diocesano, Brescia

2001 “Anni 80”, Galleria del Tasso, Bergamo

2001 “Ambienti Sensibili”, Studio Vigato, Venezia

2000 “Interni Esterni”, Studio G7, Bologna

2001 “Interni Esterni”, Galleria Liliana Martano, Torino

2001 “Artissima”, Galleria Liliana Martano, Torino

2001 Galleria Studio 10, Chur (CH)

2001 Museo Klatovy Klenova, (Rep. Ceca)

1999 “Kunst ‘99”, Zurigo

1999 Galleria Gisele Linder, Basilea

1998 “Volo”, Aeroporto di Catania

1997 “Viaggio nella raccolta di Campiani”, Brescia

1997 Kunsthaus, Richterswil, Zurigo

1997 “Ombra di Memoria”, Studio 10, Chur (CH)

1995 “Tre dimensioni del segno”, Galleria Arcadia Nuova, Milano

1995 “Ora Serrata Retinae”, Palazzo Lazzaroni, Pesaro

1995 “Disegni del Novecento”, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Termoli

1995 “Ombra di Memoria”, Galleria la Corte, Firenze

1994 “XXII Biennale di Scultura”, Gubbio

1994 “Fet a Europa”; Centre Cultural d’Alcoi (E)

1993 “12 modi di dire scultura”, Fondazione Umanitaria, Milano

1992 Galleria Cavellini-Cilena, Milano
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992 Galleria Cathy Egloff, Zurigo

1992 Espai Pascual Lucas, Valencia

1991 Art 22 ’91, Basilea

1991 “Solstizio d’Autunno”, Antichi Arsenali, Amalfi

1990 Galleria Piero Cavellini, Brescia

1989 “Paradigmi Frattali”, Spazio Temporaneo, Milano

1989 “Opere 1989”, Galleria Piero Cavellini, Brescia

1989 Premio Michetti ’89, Francavilla al Mare

1989 Galleria La Polena, Genova

1989 Galleria Spazia, Bologna

1988 “Under 35”, Artefiera, Bologna

1988 “Geometrie Dionisiache”, Rotonda della Besana, Milano

1988 Art 19 ’88, Basilea

1988 “Villa Romana in Villa Merkel”, Esslingen Am Neckar

1987 Musèe Ancien, Reims

1987 “Il Limite infinito”, Musei Civici, Rimini

1987 “Il Limite infinito”, Spazio temporaneo, Milano

1987 “Figure della mente”, Città di Malmoe, (S)

1986 Art 17 ’86, Basilea

1986 “Il Giardino d’Europa”, Villa Demidoff, Pratolino (FI)

1986 “Il Limite Infinito”, Studio G7, Bologna

1986 “Firenze per l’Arte Contemporanea”, Forte di Belvedere, Firenze

1985 “Vier Italiener aus Florenz”, BBK Kunstlerhaus, Colonia

1985 Galleria Peter Noser, Zurigo

1984 “Antitesi”, Galleria Unimedia, Genova

1984 “Quadrivio”, Sala d’Armi di Palazzo Vecchio, Firenze

1983 Galleria Peter Noser, Zurigo

1983 “Critica ad Arte”, Palazzo Lanfranchi, Pisa

1983 “Florence’s Modern and Contemporary Art”, Osaka

1983 “Stravedere”, Villa Luzzi, Sesto Fiorentino

1982 “Schedule d’Arte”, Salone di Villa Romana, Firenze

1981 “Esposizione del libro d’Artista”, Centre Pompidou, Parigi

1980 “Paesaggio di Paesaggi”, Santa Maria Capua Vetere, Caserta

1979 “Natura/Memoria”, Castello dei Conti Guidi, Vinci

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Andy Warhol

Marilyn, oh Marilyn


3 dicembre – 15 gennaio 2011
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione sabato 3 dicembre ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedì 16,30 / 19,30
da mercoledì a sabato10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30

domenica 10,00 / 13,00 e pomeriggio su appuntamento

chiuso tutti i lunedì, 25 e 31 dicembre, 1 e 6 gennaio

Andy Warhol nasce a Pittsburgh nel 1928. Frequenta dei corsi di pittura al Carnegie Institute of Technology.  Nel 1949 si trasferisce a New York dove comincia il suo lavoro di grafico nel campo della moda e della pubblicità.

Sino al 1962 lavora come illustratore commerciale per riviste e giornali come “Vogue”, “Harper’s Bazaar”, “Glamour” e “The New York Times”.

Le sue prime opere d’arte hanno come soggetto merci e beni, riconoscibili e acquistabili da chiunque. Sulle tele e sulle serigrafie sono ritratte le confezioni di zuppa Campbell’s, le scatole di sapone Brillo, la bottiglia della Coca-Cola ed altri oggetti di largo consumo. Sullo stesso filone Warhol propone ritratti di personalità famose, star del cinema o comunque appartenenti all’immaginario collettivo.

Saranno proprio le tele dedicate alle celebrità, moltiplicate grazie all’uso della serigrafia nelle dimensioni e nei colori più svariati, a segnare il successo internazionale  di Andy Warhol.

Nel 1963, in una ex caserma dei pompieri, l’artista inaugura la famosa Factory. Il suo studio diventa il centro della cultura newyorkese.

Alla Factory, nel corso degli anni, nasceranno la maggior parte delle opere, diversi films, i Velvet Underground, e la rivista Interview. Nel 1974 lo studio si trasferisce a Broadway.

Dopo aver esposto nei piu importanti musei del mondo e nelle più prestigiose gallerie, muore a New York nel 1987, in seguito ad un intervento alla cistifelia. Sarà sepolto nella sua città natale, Pittusburg.

In mostra alla galleria Carta Bianca di Francesco Rovella dodici opere molto significative, tra le quali una preziosa Marilyn del 1967 e altre quattro del 1985. Tre serigrafie tratte dalla serie Ladies and Gentlemen edite a New York (1975), una copertina di un disco dei Velvet Underground con le labbra di Nico e la Coca-Cola (1971).

Tutte serigrafie datate, numerate e firmate da Warhol.

In mostra anche tre pezzi unici;  una straordinaria Diamond Dust Shoes (1978) con colori acrilici e polvere di diamante, un’opera dal titolo Studio 54 Complimentary Drink Invitation (1978) e, infine, un quadruplo ritratto di Joseph Beuys (1980) serigrafato su sacco da lavanderia.

Catalogo della mostra Edizioni Publinews, Eventi culturali.

Galleria Carta Bianca fine arts, via Francesco Riso, 72/b, 95128 Catania
Tel. 095 433075 – fax 095 505420 – info@galleriacartabianca.it www.galleriacartabianca.it

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Comunicato Stampa

Fabio Marullo

Il mondo scivola

13 maggio – 11 giugno 2011
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 13 maggio ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

Il mondo scivola è il titolo della mostra personale di pittura di Fabio Marullo a cura di Laura Francesca

Di Trapani, che verrà inaugurata venerdì 13 maggio presso la Galleria Carta Bianca fine arts di Catania.

Una selezione di opere che nascono dal lavoro degli ultimi due anni, opere di formati diversi che creano, tra le mura della galleria, un preciso percorso temporale .

Il mondo scivola… anche se tutto appare fermo

Inquadrato in probabili circostanze che rimandano a storie, memorie, vissuti altri (chissà dove?), esiste un substrato di realtà nella pittura di Fabio Marullo, che racconta la tensione di un equilibrio instabile, un gioco sottile di elementi che convivono in situazioni di cui a breve si perderà il controllo. O si è già perso.

Ciononostante, il paesaggio non è mai tetro, e i personaggi mai disperanti, piuttosto mossi da una normalità fuori luogo, da una consuetudine che non viene mai meno. Esiste una logica in tutto questo? O è solo lo sguardo giovane e contemporaneo di chi osserva e racconta la follia della vita come la vita vera? I paesaggi delle sue tele sono piattaforme tra sogno e realtà eppure la narrazione non sfocia mai nella pura invenzione .

Catalogo in galleria a cura di Francesco Rovella, testo in catalogo di Laura Francesca Di Trapani.

Fabio Marullo è nato a Catania nel 1973, vive e lavora a Milano.

Borsista presso la Facoltà di Arti Visive IUAV di Venezia, ha esposto il suo lavoro alla Fondazione March , Padova, Maxxi Museo Roma, al Gemist – Valkenberg Park, Breda; Galleria A+A , Venezia; Viafarini e Fabbrica del Vapore , Milano; Base , Firenze.

Inoltre, ha partecipato a conferenze e workshop tra cui “ Che cos’è la pittura?” Re-Enacted Painting – White Screen, presso Viafarini con Maria Morganti, Milano, “ Isole e identità in movimento” con Artur Zmijewski, alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa,; “Progetto Borders, luoghi di confine”, all’Istituto Universitario IUAV di Venezia.

The world slips, is the title of Fabio Marullo solo painting exhibition, curated by Laura Francesca Di Trapani, which will open on May the 13th at the Carta Bianca Fine arts Gallery , Catania; a selection of paintings born from the work of the last two years , artworks of different dimensions which create, as a precise temporal journey, among the walls of the gallery.

The world slips … even if everything appears as standing

Framed in likely circumstances which refer to stories, memories, others lived (who knows where?) there is a substrate of reality in the painting of Fabio Marullo which tells about the tension of an unstable balance, a subtle interplay of elements that live in situations of which will be loose control as soon. Or it has already lost.

Nevertheless, the landscape is never dark, and the characters never desperate, rather than moved from a decontextualize ordinariness, from a custom which is never less. There is a logic in all this? Or is it only the young and contemporary gaze of who observes and tells the madness of life as the true life? The landscape of his canvases are platforms between dream and reality and yet the narrative does not lead never in pure invention .

Catalogue editing by Francesco Rovella, text by Laura Francesca Di Trapani

Fabio Marullo – Catania 1973, lives and works in Milan.

Fellows to IUAV Facoltà di Arti Visive of Venice, he has shown his work to Fondazione March , Padua, Maxxi Museo Rome, to Gemist – Valkenberg Park, Breda; Galleria A+A , Venice; Viafarini – Fabbrica del Vapore , Milan; Base , Florence.

He also partecipated to conferences and and workshops as “ Che cos’è la pittura?” Re- Enacted Painting – White Screen, at Viafarini with Maria Morganti, Milan, “Isole e identità in movimento” with Artur Zmijewski, to the Montevergini Civic Contemporary Art Gallery Siracuse, “Project Borders, luoghi di confine”, at IUAV University Institute, Venice

Opening : May 13th, 2011 19:00 hrs

Gallery opening days :

Tuesday from 16,30 to 19,30

Wed/ Thu / Fri 10,00 to 13,00 – 16,30 to 19,30

Saturday from 10,00 to 13,00

Galleria Carta Bianca fine arts, via Francesco Riso, 72/b, 95128 Catania
Tel. 095 433075 – fax 095 505420 – info@galleriacartabianca.it www.galleriacartabianca.it

 

Comunicato Stampa

Antonio Recca

Paint in Black

11 marzo – 8 aprile 2011
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 11 marzo ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

 


Venerdì 11 marzo, a cura di Ornella Fazzina, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca fine arts, la mostra di dipinti e inchiostri di Antonio Recca dal titolo “Paint in Black”.

Recca nasce nel 1957 a Catania dove si forma culturalmente ed artisticamente esprimendo grande vivacità di interessi. Alla fine degli anni Settanta, su sua iniziativa nascono i primi locali pubblici di tendenza dove si ascolta dal vivo musica rock, punk e new wave.

In quegli stessi anni partecipa a vari progetti di intervento culturale sul territorio all’ interno delle realtà periferiche siciliane.

Nell’87 la sua ansia di ricerca lo porta in Lombardia a confrontarsi con le principali tendenze dell’arte contemporanea italiana ed internazionale.

Da allora ha inizio un’intensa attività professionale segnata da varie esposizioni in Italia e all’estero e da collaborazioni con le più importanti industrie tessili in qualità di designer.

Il bisogno di “sentire” la luce della sua Sicilia lo ha riportato a Catania dove vive e lavora.

Le sue opere si collocano nell’ambito dell’espressionismo astratto di lontana matrice kandinskyiana, arricchito dalla lezione dell’informale segnico che oggi rivede attraverso nuove sperimentazioni.

All’interno di queste ricerche ha espresso il suo acceso cromatismo, tutto mediterraneo, teso a dare al colore un forte connotato plastico volto alla conquista di note luminose sempre più piene, intense e animate da interventi grafici.

L’ultimo suo periodo, che questa mostra testimonia, è caratterizzato, invece, da tonalità scure con la predominanza del nero.

Scrive Ornella Fazzina nel catalogo della mostra (Edizioni Publinews, Eventi culturali) La sua ultima produzione Paesaggi in nero sembra essere, quindi, il risultato delle due anime della pittura informale, quella astratta e quella ancora legata alla rappresentazione della realtà. Il lavorare su questa convivenza fino a fondere e confondere le due espressioni, lo ha condotto verso una esperienza dalla quale nasce la nuova serie in cui raggiunge una maturità di linguaggio attraversato da una componente concettuale e meno legato agli aspetti puramente formali. Sovrapponendo il colore nero sul dipinto sottostante, sembra quasi che Recca, procedendo per stesure di pennellate dense celando ogni memoria o traccia di figurativo, anche geometrico, tenti di risolvere un antico dissidio tra pittura figurativa e astrattismo, denunciando il bisogno di non poter fare a meno della tradizione pittorica e del suo vasto vocabolario iconografico, proprio quando la sconfessa. Nell’atto di coprire fa percepire che dietro vi è tutto un mondo che appartiene alla realtà delle cose; il suo è un continuo velare e svelare, mai un nascondere o cancellare del tutto, stimolando l’osservatore a considerare non solo gli aspetti formali ma anche quelli contenutistici, poiché l’artista non è interessato a consegnare la realtà raffigurata, pur conservandone riferimenti allusivi, bensì un proprio stile e un proprio pensiero …”

Infine, il titolo “Paint in Black” che, senza essere identico, ricorda la nota canzone dei Rolling Stones, vuole essere un omaggio sia al background dell’autore, sia allo stile di vita di un artista che non rinuncia a quell’inquietudine che da sempre lo attesta come punto di riferimento nella storia della rinomata scena underground della città di Catania.

Francesco Rovella, che da sempre dirige la galleria Carta Bianca, ha curato il catalogo della mostra.

Principali Esposizioni Personali:

1992 – Spazio e Forme, NOA nuova organizzazione Arte a cura di

G.M. Mascetti, Milano

1994 – Verkaufsaustellung, Prinz Myshkin, Monaco di Baviera

1995 – Transiti, Metrò, Catania

1999 – Spazio Arte, Fonte Amenano, Catania

2006 – Vecchio Bastione, Associazione Culturale, Catania

2007 – The Sound of colours,Art & Jazz,Catania

2007 – Exhibition, Castello di Xirumi, Serravalle

2011 – Paint in Black, Galleria Carta Bianca fine arts Catania

Principali Esposizioni Collettive:

1977 – Mediterranea 2 Gruppo Arte di Provincia, a cura di Italo

Mussa e Francesco Gallo, Messina

1977 – XI Rassegna Internazionale d’Arte, Gruppo Arte di Provincia,

a cura di Italo Mussa, Acireale

1990 – Trofeo Baretti, (Concorso), San Vincent

1992 – Grandi Quadri, Citibank, a cura di G.Chiesa per D’Ars, Milano

1992 – 18 Artisti incontrano l’Oasi, a cura di Virgilio Anastasi, Troina

1996 – Interior Design, Capannone Mascalucia Catania

1997 – Lobotomia, Clone Zone, Catania

1997 – Tatto e materia, Alliance Francaise e Valle D’Aoste, Aosta

2006 – Apantè, Mostra Internazionale D’arte Moderna e

Contemporanea, a cura di F.Gallo, Giardini Naxos

2006 – Premio “Città di Fondi” (Concorso) Castello Caetani, Fondi

2006 – Arte Fragile, Galleria Mammut,Catania

2007 – I percorsi della mente,Galleria Arancio Cromo,Catania

2009 – Il Mediterraneo Museo d’Arte Contemporanea, Gibellina

2009 – Premio Internazionale Limen Arte, a cura di G.Di Genova, Vibo Valenzia

2010 – Collezione Galleria Spazio Cannatella, Palermo

2010 – Collezione Galleria Arte Contemporanea, Vizzini

2010 – Collezione GAN/Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Noto

2010 – Taccuini del Mediterraneo, Galleria Spazio Cannatella,

Palermo; Museo Civico Castello Ursino, Catania;Museo d’Arte

Contemporanea, Vizzini; Galleria Ca’Revolta, Valencia; Sala

de l’Abadia,Granja de la Costera; Chiesa di S.Lorenzo, San

Vito al Tagliamento; GAN Galleria Civica d’Arte

Contemporanea, Noto; Museo dei Viaggiatori in Sicilia,

Palazzolo Acreide; ex Monastero del Ritiro,Siracusa.

2010 – AMACI 6° Giornata del Contemporaneo Museo Civico

Castello Ursino,Catania

2011 – “SALE” BrucaStudio Arte Contemporanea ,Catania

2011 – AGATARTE Il Respiro della Libertà,Palazzo della Cultura-ex

Convento S. Placido, Catania

2011 – MAC (Mostra di Arte Contemporanea) di Vittoria

Hanno scritto di lui: Gino Sirni, Giovanna Maria Mascetti, Marcello Panascìa, Anna Marziano, Francesco Scarfì, Franco De Grazia, Tiziana Rasà, Francesco Gallo, Lucio Barbera, Ornella Fazzina, Sebastiano Mangiameli.

Comunicato Stampa

Enzo Rovella

Astronomy

21 gennaio – 19 febbraio 2011
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 21 gennaio ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

 


Venerdì 21 gennaio, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca fine arts, la mostra di dipinti di Enzo Rovella dal titolo “Astronomy”.

Dopo il succeso della mostra “Universi” curata da Lucio Barbera alla Galleria di Antonio Battaglia a Milano e le partecipazioni a Siracusa alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, a Torino, Cosenza e Roma nelle Biblioteche Nazionali, Enzo Rovella, cui viene riconosciuto un ruolo di primissimo piano nell’ambito di quella che ormai viene definita come “l’interessante realtà artistica della pittura contemporanea in Sicilia”, ha realizzato una serie di opere, che spaziano all’interno della sua produzione, appositamente per questa sua mostra a Catania.

Un ruolo di primo piano testimoniato anche dalla partecipazione alla importante mostra “Sicilia Sopra Tutti” ancora in corso alla Galleria Civica Montevergini a Siracusa.

Dal testo di Carmelo Strano nel catalogo della mostra:

“Ha fatto in tempo Enzo Rovella a risentire dei postumi della stracca ma accesa diatriba fra figurazione e astrazione. Da qui forme libere che tuttavia navigavano sulla tela tenute a freno da una strutturazione compositiva intransigente… La sua vulcanicità fredda si consolida in mondi esteriori, apparentemente dinamici e apparentemente statici (un modo un po’ ossimoro di essere metafisico)… Ed ecco i suoi paesaggi cosmici attraversati da asteroidi amebici vaganti come pesci nell’acqua, le sue Nebbie e Inverni che, secondo il principio “neoiconodulo” (diciamo: ambiguità tra implicito ed esplicito) non narrano il tema annunciato ma il suo traslato fenomenico (quasi impressionistico) ed emotivo (mediterranea empatia). …Tra i suoi mondi (universi, per ricordare il titolo di un suo catalogo), c’è Astronomy. Lavoro di speciale intelligenza, dove si esprime appieno la maturità immaginativa, impaginativa, poetica di Rovella. L’artista si dà la gabbia di un gioco para-mondrianesco di quadrati per avere l’opportunità di contraddire la geometria come fatto di cultura. Ciò fa, grazie al movimento fenomenico come fatto di natura, sicché la luce e il lumeggiare irrompono ma in modo composto, rompono organicamente le barriere fisiche millantate e caricano di fenomenicità quasi impressionistica le atmosfere metafisiche“.

Enzo Rovella è da sempre uno degli artisti di punta della scuderia di Carta Bianca, diretta dal fratello Francesco, ma dall’ultima sua mostra personale in galleria erano ormai passati ben dodici anni.

ENZO ROVELLA

CATANIA, 1966

VIVE E LAVORA A / LIVES AND WORKS IN CATANIA

MOSTRE PERSONALI / SOLO SHOWS

Catania, 2011, Astronomy , Carta Bianca fine arts

Milano, 2010, Universi, Galleria Antonio Battaglia

Ostuni, 2010, Controluce: dal negativo al positivo con Alberto Zamboni, Orizzonti d’Arte

Siracusa, 2008, Landscape, Galleria Quadrifolglio

Milano, 2007, Da tanta parte dell’ultimo orizzonte, Galleria Bianca Maria Rizzi

Catania, 2007, Enzo Rovella al Monastero dei Benedettini, Monastero dei Benedettini

Catania, 2005, Black Screen, Rosanna Musumeci Arte Contemporanea

Catania, 2000, Hand Made, Rosanna Musumeci Arte Contemporanea

Catania, 1999, Enzo Rovella, Carta Bianca fine arts

Prato, 1997,  Paesaggi astratti, Sergio Tossi Arte Contemporanea

Catania, 1994, Contaminazioni , Rosanna Musumeci Arte Contemporanea

Catania, 1993, Blitz, Galleria Porta Rossa

Acireale, 1993,  Macchia si spande, pittura ad occhio, Galleria Altaureola

MOSTRE COLLETTIVE / GROUP SHOWS

Siracusa, 2011, Sicilia sopra tutti, Galleria Civica Montevergini

Torino, 2010, Stemperando, IV Edizione,  Biblioteca Nazionale Universitaria

Cosenza, Biblioteca Nazionale

Roma, Biblioteca Nazionale Centrale

Milano, 2010, Young’s Gallery Collection, Vecchiato Art Galleries

Catania, 2009, Nuove contemplazioni, Galleria L.I.B.R.A.

Vibo Valentia, 2009, Premio Internazionale Limen Arte, Palazzo Comunale E. Gagliardi

Sabbioneta, 2008, Formule – I Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea

Zurigo, 2007, Art International Zurich 2007 – Kongresshaus

Catania, 2007, Quaranta 50×50, Istituto Europeo Promozionne Arte Contemporanea

Catania, 2006, I segnali dell’aurora, Galleria d’Arte Moderna Le Ciminiere

Catania, 2006, L’arte di amare l’arte, Museo Civico Castello Ursino

Pechino, 2005, Second Beijing International Art Biennale, National Art Museum of China

Catania, 2005, Immagine Presente, Centro Congressuale Fieristico Culturale “Le Ciminiere”

Cagliari, 2004, InsulaeCreative Turbulences, Castello di San Michele

Milano. 2004,  Sicilitudine, Studio D’Ars

Alcamo, 2003, Contaminazioni – Castello dei conti di Modica

Napoli,  2003, XIV Esposizione Quadriennale d’Arte di Roma 2003-2005, Palazzo Reale

Palozzolo Acreide, 2003, Index, Galleria Civica d’Arte Contemporanea

Mosca,  2003, Futura. Siciliani, tradizione e nuovo immaginario, Casa del Pittore

Catania, 2002, L’offerta della parola – Stesicorea, Casa dei poeti

Catania, 2001, Angelus Novus, Museo Comunale “Emilio Greco”

Roma, 2000, Quattro direzioni di ricerca, Fondazione Luigi Di Sarro

Castel di Tusa, 2000, “Onda d’urto” i cinquanta migliori artisti (under 35), Atelier sul Mare

Catania, 2000, Nuovi Arrivi, Rosanna Musumeci Arte Contemporanea

Roma, 1999, Riparte, Hilton Hotel

Torre Scaramuccia, S.Vito al Tagliamento, 1999, Caos Italiano, Nuove Visioni, Antico Ospedale dei Battuti

Catania, 1999, Devozione alla Bellezza, Rosanna Musumeci Arte Contemporanea

Roma, 1998, Riparte, Sheraton Hotel

Roma, 1997, Giro d’Italia – Palermo, Galleria L’Attico di Fabio Sorgentini

Catania, 1994, Contrasti – Galleria Andrea Cefaly

Catania, 1992, L’Idea e il Linguaggio, Galleria Andrea Cefaly

Comunicato stampa
Carmelo Bongiorno 1985-2010
a cura di Dominique Stella

Sede Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
Date 8 giugno – 25 settembre 2010
Inaugurazione sabato 5 giugno 2010, ore 18

Per la prima volta una mostra fotografica viene ospitata nel modernissimo spazio espositivo della Galleria Agnellini Arte Moderna: si tratta della prima grande antologica di Carmelo Bongiorno, autore siciliano apprezzato in Italia e all’estero.

La rassegna dal titolo “Carmelo Bongiorno 1985-2010”, esposta da Agnellini dall’8 giugno al 25 settembre, si svolge nell’ambito dell’importante Biennale Internazionale di Fotografia giunta alla sua quarta edizione bresciana, ed é realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Brescia.

La mostra curata da Dominique Stella presenta una sessantina di opere fotografiche, tra vintage (stampate in camera oscura dall’artista tra il 1985 e il 1993) e lavori di grande formato (da 100×100 a 110×150 cm), che l’artista ha selezionato partendo dagli scatti giovanili in bianco e nero degli anni ’80 sino ad arrivare alle foto più recenti e ai pezzi inediti che fanno parte della sua ultima ricerca artistica: Forbidden Colors, legata al colore e alla naturale evoluzione dei suoi linguaggi contemporanei.
Tra i lavori più significativi spicca la “trilogia” composta dai volumi: L’isola intima (pubblicato nel 1997), Bagliori (2001) e Voci (2010). I tre libri racchiudono un arco di 25 anni di scatti, realizzati dal 1985 al 2010, in cui emerge il fulcro della produzione più poetica, che potremmo definire il cuore di questa antologica di Carmelo Bongiorno.

La carriera di Carmelo Bongiorno è costellata di mostre, pubblicazioni e riconoscimenti internazionali, dal premio European Kodak Award vinto ad Arles nel 1989 all’esposizione collettiva del 2005 al Peggy Guggenheim Museum di Venezia dedicata ai “Maestri della Fotografia”.
Di lui si ricordano varie collaborazioni artistiche importanti come quella con il musicista Franco Battiato, suo amico ed estimatore da oltre 15 anni, che l’ha scelto come autore delle copertine dei suoi CD e collaboratore artistico per i suoi video, condividendo artisticamente con lui un modo di sentire ed interpretare la realtà, anche se attraverso mezzi diversi. “Più volte ho avuto occasione di riflettere sul lavoro di Carmelo – osserva Battiato nel testo che ha voluto scrivere per l’amico ad introduzione del catalogo della mostra – […] il suo mirare verso una profondità piuttosto che il voler rappresentare una superficie. […] E’ uno dei pochi artisti che hanno la capacità o meglio la facoltà, di cogliere l’essenza misteriosa delle cose, di trasformare ricordi privati in immagini fuori dal tempo e, a volte, persino al di là dello spazio.”

Denis Curti nel testo in catalogo commenta: “Fotografie in movimento, soggetti sfocati, bagliori notturni e improvvisi rivelano l’incessante rincorrersi del mondo, così come appare, e del suo corrispettivo, che vive e si rinnova nella mente e nell’animo: il primo gira spasmodicamente sempre nello stesso verso, mentre il secondo non riesce a seguirlo né a esserne parte.
E’ un viaggio senza meta e senza ritorno quello di Carmelo Bongiorno, un girovagare senza sosta, condotto nell’inquietudine pulsante di un’epoca contemporanea, che si svela come la messa in scena di un teatro universale. Qui differenti scenografie si alternano frettolosamente per nascondere la vera essenza, la reale natura degli uomini e del mondo”.

Bongiorno si distingue nel panorama della fotografia internazionale per i suoi scatti in bianco e nero nei quali l’artista trasforma la macchina fotografica in uno strumento poetico di introspezione e penetra oltre la superficie delle cose con il principale desiderio di documentare per raccontare coraggiosamente le sue visioni e le sue inquietudini. I soggetti delle immagini sono sfocati, evanescenti, come se l’osservatore sperimentasse un momentaneo stato onirico.
Particolare è l’uso della luce, attraverso il quale la Sicilia, sua terra di origine, rimane la costante protagonista dei suoi lavori, anche se non necessariamente il soggetto. In un gioco continuo di contrasti, è stato spesso notato come i bianchi siano abbacinanti come la luce del sole di Sicilia e i neri profondi ed intensi come la lava vulcanica dell’Etna.
Nelle opere fotografiche di Carmelo Bongiorno, frutto dei suoi studi più recenti ed esposte – alcune per la prima volta – nella mostra alla Galleria Agnellini, indipendentemente dalla messa a fuoco dell’immagine, il colore usato è luminoso ed intenso: “Inatteso quasi come una sfida – dice ancora Battiato – […] visioni e frammenti di quotidianità vissuti attraverso un colore forte e destabilizzante tanto quanto il suo ben noto bianco e nero.”

Tra i lavori in esposizione si segnalano: tratti dalla serie “L’Isola intima”, Catania, 1988, e Segesta, 1994, entrambe stampe vintage ai sali d’argento su carta baritata, cm. 40×40; Fotomodella, 1996, della serie “Bagliori”, cm. 110×150, stampa Giclée su carta Hahnemuhle fine art Baryta; Ulivo e vento, uno scatto del 2008 inserito nel volume “Voci”, cm. 90×90, stampa Giclée su carta Hahnemuhle fine art Baryta e il recente colore Blue Fish, 2009, cm. 110×150, nella stessa tecnica della precedente opera ma che fa parte dell’ultimo progetto di ricerca “Forbidden Colors”.
L’esaustivo catalogo edito da Agnellini Arte Moderna in italiano ed inglese contiene testi di Franco Battiato, Denis Curti, Laura Serani e Dominique Stella.

Alcune note biografiche
Carmelo Bongiorno nasce a Catania nel 1960. Nell’estate del 1978 ‘scopre’ la fotografia e dal 1982, dopo gli studi universitari, decide di dedicarsi esclusivamente a questa ‘arte della visione’.
Ha tenuto workshop, stage e corsi di fotografia in Italia e all’estero e ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali. Le sue opere sono conservate presso importanti collezioni pubbliche e private e pubblicate da autorevoli testate internazionali e case editrici.
Attualmente vive e lavora tra Catania, Milano e Parigi.

Nel 1982 fonda il Gruppo Fase, un gruppo di sperimentazione artistica che lavora sulla base di un uso non consueto della fotografia. Dopo varie esperienze artistiche in diversi ambiti, si dedica completamente alla fotografia e nel 1989 vince il premio “European Kodak Award” di Arles con un lavoro in bianco e nero.
Nel 1993 è uno dei 6 fotografi convocati dalla Comunità Economica Europea a realizzare una serie di immagini per “Les Routes du Lait”, poi esposte alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Nel 1997 pubblica il primo volume importante di sue opere “L’Isola intima”, un viaggio tra i luoghi e le emozioni della sua terra d’origine con una mostra itinerante che riassume 7 anni di ricerca (1988-1995); il volume ha la prefazione di Franco Battiato.
Nel 1998 è chiamato a rappresentare l’Italia alla manifestazione “Mois de la Photo “ a Parigi.
Nel 2000 espone una sua personale al Piccolo Teatro di Milano nell’ambito della rassegna “Teatro della Visione”, organizzata da Giovanni Chiaramonte a cui partecipano anche Wim Wenders e Ugo Mulas.
Nel 2002 partecipa alla grande mostra di arte contemporanea dedicata a Italo Calvino, “Le Città Invisibili”, organizzata alla Triennale di Milano.
Nel 2005 espone al Peggy Guggenheim Museum di Venezia nella mostra “I Maestri della Fotografia”.
Nel 2009 è ospite al SIFEST 09, il Festival della Fotografia di Savignano.
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Coordinate mostra
Sede Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A – 25124 Brescia
Titolo Carmelo Bongiorno 1985-2010
A cura di Dominique Stella
Date 8 giugno – 25 settembre 2010
Inaugurazione sabato 5 giugno ore 18
Orari da martedì a sabato 10.00/12.30 e 15.30/19.30. Chiuso domenica e lunedì
Catalogo edito da Agnellini Arte Moderna con testi di Franco Battiato, Denis Curti, Laura Serani e Dominique Stella

Informazioni al pubblico Agnellini Arte Moderna
Via Soldini 6/A – 25124 Brescia
Tel. +39.030.2944181 Fax 030.2478801
info@agnelliniartemoderna.it www.agnelliniartemoderna.it

Ufficio Stampa Irma Bianchi Comunicazione
Tel. +39.02.89404694 02.89400732 Fax 02.8356467 info@irmabianchi.it
Testi e foto scaricabili dal sito: www.irmabianchi.it

mostra-foto1

Comunicato Stampa

PIERO ROCCASALVO

OMBRE

9 aprile 2010 – 8 maggio 2010
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 9 aprile ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

Venerdì 9 aprile, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, la mostra di dipinti di Piero Roccasalvo dal titolo “Ombre”.
Piero Roccasalvo (Siracusa 1974) consegue il diploma di maturità presso l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa. Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Nel 1994 entra a far parte del Gruppo Di Mille. Nel 1997 ottiene una borsa di studio presso il Middlesex University Fine Art di Londra. Completa gli studi accademici, specializzandosi sulla pittura di Francis Bacon. Nell’anno accademico 1999-2000 è docente di pittura e tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti di Modica. E’ dei primissimi anni Novanta l’incontro fondamentale per la sperimentazione pittorica di Roccasalvo con il filmmaker e scrittore Mauro Aprile Zanetti con il quale si è venuto sviluppando un vivace e fervido sodalizio.
Roccasalvo ha vinto il premio di Arte Contemporanea “Siciliani Europei 2007”, promosso dalla Provincia e dall’Università degli Studi di Catania, in occasione del 50° Anniversario dell’Unione Europea.
E’ l’unico giovane artista italiano che il critico Hans Ulrich Obrist ha segnalato su El Cultural, magazine di El Mundo.
Obrist, direttore della Serpentine Gallery, lo ha incluso in una lista di dodici artisti provenienti da tutto il mondo, per il decennale della rivista.
Catalogo, edizioni Publinews, in galleria. Testo di Mauro Aprile Zanetti con un contributo di Hans Ulrich Obrist.

Mostre personali
2010 – OMBRE. Carta Bianca fine arts (Catania), a cura di Francesco Rovella.
2006 – CORPO A CORPO. Galleria Quadrifoglio (Siracusa), a cura di Ornella Fazzina.
2003 – IL SONNO DELLA MATERIA. Pinacoteca Comunale Palazzo Musso (Pozzallo), con una performance teatrale di Mauro Aprile Zanetti, LA LIRA DI MICHELANGELO.
2002 – TASSIDERMIE: « In Memoriam Orphicam Carmelo Bene ». Mauro Aprile Zanetti versus Piero Roccasalvo (Modica), a cura di Anna Caschetto.
1997 – VARIAZIONI SENZA THEMA. Centro Servizi Culturali (Ragusa), in collaborazione con Mauro Aprile Zanetti. Art Curator, Corrado Trapani.

Mostre collettive
2010 Tà Sòmata, Cascone, Insinga, Roccasalvo, Robustelli, Vinci, Piattaforma Culturale Passo, Scicli.
2007 – CONTEMPORANEA. Palazzo del Governo (Siracusa), a cura di Mario Cucè.
– CENTO ARTISTI INTORNO AL GIARDINO. Galleria degli Archi, Comiso (RG), a cura di Salvatore Schembari.
– APPUNTI. 3 GIOVANI ARTISTI A PALAZZO MORMINO. Balsamo – Bombaci – Roccasalvo, Palazzo Mormino (Donnalucata), a cura di Antonio Sarnari.
– SICILIANI EUROPEI. Galleria Carta Bianca Fine Art, Catania, a cura di Francesco Rovella.
2006 – PLURALITÀ SEGNICHE. Ciacciofera – Pasini – Roccasalvo, Chiesa S. Salvatore Caltavuturo (PA), a cura di Ornella Fazzina.
– MIGRAZIONI. Palazzo del Governo, Siracusa, a cura di Nino Portoghese.
– 200 ARTISTI PER 100 ANNI – I COLORI DEL LAVORO. In occasione dei cento anni della CGIL – Palazzo del Governo – Siracusa.
2005 – PICTA. Piero Roccasalvo – Franco Rinzivillo, Galleria L’Androne (Scicli) a cura di
Marcella Carrubba.
– 50 ARTISTI PER KAOS: LA MAGNIFICA VISIONE. Castello di Donnafugata (Comiso), a cura di Sebastiano Gesù – Salvatore Schembari.
2004 – ARCIPELAGO. EMERSIONI / IMMERSIONI. 14 artisti in collettiva. Ass. Culturale L’Arco e la
Fonte (Siracusa), a cura di Nino Portoghese.
2003 – MAJAZZÉ, TERAPIA D’ARTE. Sezione Arti Visive MAJART, Pozzallo (RG). Carmelo
Lorefice, Francesco Rinzivillo, Piero Roccasalvo. Art curator, Corrado Trapani.
2002 – METAMORFOSI. P.Roccasalvo – Liliana Guarino, Centro Sportivo Airone (Modica).
2001 – OCRA GIALLA. Artisti in collettiva, Scuola Media Rogasi (Pozzallo).
1999 – LABIRINTO ’99, IL TERZO INCOMODO. Giovane Arte Contemporanea (Treviso).
1998 – WORKING IN AULA 2 «8.6.1998» Accademia di Belle Arti (Venezia). Art Curator, Luigi
Viola.
– GUARDA COSA GUARDI VERSIONE 2.0. Fotografia, Pittura, Installazioni. Coordinazione Interno 3 (Forte Marghera-Venezia).
– GUARDA COSA GUARDI VERSIONE 2.0 Tiziano Scarpa Versus Piero Roccasalvo / Cristina Alaimo / Cristiano Ceroni. Serie di incontri con il pubblico tra gli scrittori del nordest e i giovani artisti.
1997 – BELLUM. Centro di Cultura Santa Maria delle Grazie (Mestre-Venezia).
– ASTRONORF. Quicksilver Gallery (Londra). Art Curator, Martin Pitt.
– ARTE IN/CONTEMPORANEA. Centro Polifunzionale (La Tisana, Udine).
1996 – 80° COLLETTIVA. Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia).
– I BAFFI ALLA GIOCONDA, Artefiera (Pordenone).
– CYBERVIDEO: IL VIDEO VECCHIA FRONTIERA DELL’ARTE? Villa Farsetti (Santa Maria di Sala, Venezia).
– «WORKSHOP-PALAZZO CARMINATI». Palazzo Carminati (Venezia), a cura di Chiara
Bertola.
– PORTAMI A CASA. Coordinazione Gruppo Eredi Brancusi. Galleria Bevilacqua La Masa (Venezia), a cura di Chiara Bertola.
– ARTE! PERCORSI DELLA CONTEMPORANEITÀ. Stazione di Venezia Santa Lucia, a cura di
Riccardo Caldura.
1995 – ARTEFIERA (Pordenone)
–BIENNALE GIOVANI ARTE CONTEMPORANEA (Cisternino-Brindisi).
– MAI I TRENI SONO STATI COSI APPESI. Stazione di Venezia Santa Lucia, a cura del Gruppo di Mille.
– SACHER & PROFANO. Galleria Crossing, Portogruaro, Udine.
1994 – SACHER & PROFANO, ex Chiesa di San Gregorio (Sacile-Pordenone).

CARTA BIANCA fine arts
via Francesco Riso, 72/b, 95128, Catania
Tel. 095 433075 – fax 095 505420
info@galleriacartabianca.it
www.galleriacartabianca.it


A BASSO VOLTAGGIO

opere di
DOMENICO DAVID
5 febbraio – 10 marzo 2010

Alcune opere in mostra:

A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 100x150 cm
A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 100×150 cm
A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 60x60 cm
A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 60×60 cm
A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 140x140 cm
A basso voltaggio, 2009, acrilici e smalti su tela, 140×140 cm

COMUNICATO STAMPA

A BASSO VOLTAGGIO
opere di
DOMENICO DAVID
5 febbraio – 10 marzo 2010
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 5 febbraio ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

La mostra rimarrà aperta sino al 10 marzo 2010.

Venerdì 5 febbraio, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, In collaborazione con Galleria Antonio Battaglia di Milano, la mostra di dipinti di Domenico David dal titolo “A basso voltaggio”.
Dopo le ultime mostre di Jonathan Guaitamacchi e Alessandro Bazan, Carta Bianca fine arts continua la serie degli artisti italiani che sviluppano e approfondiscono la poetica della luce e della profondità della pittura.
In questa occasione Domenico David espone una serie di paesaggi notturni di medie e grandi dimensioni che l’artista ha realizzato tra il 2008 e il 2009.
Il titolo della mostra A basso voltaggio è il termine che l’artista prende a prestito dal mondo dell’energia industriale interrogandosi sul rapporto tra la luce artificiale e spazio nero. Sarebbe infatti impensabile la visione di un mondo (un paesaggio) notturno privo di luce artificiale. Si perderebbero i contorni, le forme, il senso dello spazio. David indaga così su un linguaggio di pittura ontologica; il nero di fondo che avvolge e dialoga con l’impasto dei colori-luce, fino agli ultimissimi lavori virati su una particolare dominante di blu. Il risultato finale è quello di una pittura intensa e mentale fatta di pennellate veloci cariche di colore vibrante che si stagliano dallo spazio nero, il nero ricorrente in questi paesaggi di grande sintesi compositiva, assumendo così un sapore di pittura tipicamente europea.
Sarà disponibile in galleria una pubblicazione con un importante saggio critico di Elena Pontiggia (Prearo Editore).

Domenico David è nato a Stalettì (Catanzaro) nel 1953. Vive e lavora a Milano dove insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Sin dagli anni Ottanta ha operato insieme a tanti altri protagonisti della scena emergente milanese e torinese come Arienti, Pusole, Arcangeli, Damioli, Lodola, Galliani ecc., dando vita ad una nuova iconografia contemporanea, assecondando peraltro l’evolversi della “nuova pittura” di quegli anni, con modalità sue personalissime.
Si sono interessati del suo lavoro Luciano Caramel, Edoardo Di Mauro, Flaminio Gualdoni, Luca Beatrice, Enrico Gariboldi, Elena Pontiggia, Alessandra Redaelli, Carolina Lio.

MOSTRE PERSONALI
2010 Carta Bianca fine Art, Catania
2009 Landscape Blue, Galleria Antonio Battaglia, Milano
Fusion Art Gallery, Torino, a cura di Edoardo Di Mauro
2008 Castello di Rivara , Centro d’Arte Contemporanea, Comune di Rivara, Regione Piemonte, Provincia di Torino
Berliner Liste, Berlino, stand personale, Galleria Antonio Battaglia
Vulcano Arte, Napoli
Galleria Berga, Vicenza
Ex Chiesa Anglicana, Bordighera
MiArt, Milano, stand personale, Galleria Antonio Battaglia
Galleria Antonio Battaglia, Milano, catalogo a cura di Elena Pontiggia della Giampaolo Prearo Editore
2006 Deutches Kulturzentrum, Lugano
2004 Castello Aragonese a le Castella – Catanzaro
2000 Galleria Folini, Lugano
1998 Galleria De Giorgi, Lugano
1994 Galleria Fusion, Faenza
1992 Galleria Gariboldi, Milano
1991 Galleria Palazzo dei Consoli, Gubbio
1990 Galleria V.S.V., Torino
1989 Galleria La Bussola, Torino
1987 Galleria V.S.V, Torino
1984 Galleria V.S.V, Torino
1981 Galleria San Rocco, Seregno – Milano

MOSTRE COLLETTIVE
2008 Visioni oniriche, Galleria Antonio Battaglia, Milano
Architetture sensibili, Centro d’Arte Contemporanea, Castello di Rivara
2007 Palazzo del Tessile, Los Angeles
Museo d’Arte Moderna, Pechino
Museo d’Arte Moderna, Istambul
Galleria Antonio Battaglia, Milano
2006 Artesegno, Udine
2003 Museo di Arte Urbana, Torino
2002 Vitalita’della Pittura, Fusion Gallery, Torino
1998 Europa era dea, Palais des Art, Marseille
1997 Poeticita’artistiche, Lissone – Milano
1996 Va’pensiero Arte italiana 1984 -1996 Palazzo della Promotrice, Torino
Simbolica, Fiera d’Arte Contemporanea, Pordenone
Biennale d’Arte, Chiari – Brescia
1994 Stile libero, Galleria 4,5 x 4,5, Parma
1993 Palazzo dei Congressi, Madonna di Campiglio
La ragione trasparente, Galleria EOS, Milano
Eclettismo, sedi varie, Torino
1991 Deutches Kulturzentrum, Lugano
1990 Mega Party SHOW, Galleria Diecidue, Milano
Galleria Gariboldi, Milano
Galleria Flaxman, London
1989 Strumenti interior, Consulate General of the United States of America, Milano
L’immagine e il concetto, Palazzo della Porta, Gubbio
1988 Gli Arditi, Galleria, V.S.V, Torino
GE.MI.TO, Ex Palazzo della Borsa, Genova
1987 GE.MI.TO, Promotrice Belle Arti, Torino
1986 Nuove tendenze in Italia. Spazio Grisanti, Milano
Nuove tendenze in Italia, Spazio Parterre, Firenze

copweb1

Comunicato stampa/invito

ENZO ROVELLA

UNIVERSI

Giovedì 18 febbraio 2010, alle ore 19, la Galleria Antonio Battaglia inaugurerà unanuova mostra a Milano di Enzo Rovella
dal titolo “Universi”, a cura di Lucio Barbera, in collaborazione con la Galleria Carta Bianca Fine Arts di Catania.

Nella serie dei Landscapes si inverano paesaggi di tronchi e radure, frammenti di alberi,
distese innevate. Sono residui spogli di immagini-rizoma, solarizzazioni gelide,
ossidazioni inorganiche, quello che resta di una memoria conservata asciugata, tramutatain scheletro percettivo.
Nella serie Colours prendono forma paesaggi mentali in cui il colore si dispone in libertàsopra la tela in sottili
nervature, producendo aperture di illusionistica profondità.
Gli effetti speciali messi in atto producono l’associarsi di due prospettive opposte e complementari:
l’ingrandimento di dettagli infinitamente piccoli e la visione di panoramisituati a distanze siderali.
Dal testo di Lucio Barbera: “Accorcia anche altre distanze ed abbatte vecchi steccati, Enzo
Rovella, come quelli tra ragione e sentimento, controllo ed emozione, ordine e caos,
concetto e opera, estetica ed etica; tra ciò che appartiene al mentale e ciò che appartieneal fisico.
Proprio di tali attraversamenti sono intessuti i suoi “universi pensati” e, quindi,
passando dal “fare” al “fatto”, i suoi “universi dipinti”, cioè la sua pittura: della capacità disuperare
le contraddizioni del presente reale e di mostrarci la possibilità di un mondoricomposto.
Quello che i suoi dipinti vanno costruendo, richiamandosi l’un l’altro, come in un’unicainstallazione, è un mondo che,
pur apparendo lontanissimo, convive nello spazio di chi guarda e ed è a portata di mano e di mente, qui e ora.
Attraverso, e se si vuole, contro l’immagine, la pittura di Rovella non insegue la seduzione della bellezza estetica,
che purconquista, ma un significato profondo che vive sotto la pelle della superficie: il suoobiettivo è quello di fare
emergere un mondo di armonia che si immagina, ma non haancora immagine.”

Catalogo della mostra (edizioni Publinews) disponibile in galleria.

Enzo Rovella è nato a Catania nel 1966, dove vive e lavora.
Nel 1993 tiene la sua prima personale, curata da Francesco Gallo, alla Galleria Altaureoladi Acireale.
Nel 2005 ha esposto alla Biennale di Pechino curata da Vincenzo Sanfo del Centro Italiano per le Arti e la Cultura.
Tra le sue principali esposizioni spiccano la partecipazione alla XIV Quadriennale Antprima, Napoli, a Palazzo Reale;
una personale da Sergio Tossi curata da Demetrio Paparoni; una collettiva all’Attico di Fabio Sargentini curata sempre
da Demetrio Paparoni; Recentemente ha tenuto una personale al Monastero dei Benedettini di Catania curata da
Beatrice Buscaroli e una personale alla Galleria Bianca Maria Rizzi di Milano presentata da Alberto Zanchetta.

Con cortese preghiera di pubblicazione

GALLERIA ANTONIO BATTAGLIA Via Ciovasso 5- 20121 Milano
T/F+39.02.3651.4048
info@galleriaantoniobattaglia.com
www.galleriaantoniobattaglia.com

La mostra proseguirà fino al 20 marzo 2010
orario: martedì /sabato 15,30 – 20,00

CLASSICA
opere di
Alessandro Bazan

Inaugurazione venerdì 4 dicembre 2009, ore 19,00

Giorni e orari di apertura
martedì: 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì: 10,00/13,00 – 16,30 / 19,30
sabato: 10,00/13,00

La mostra rimarrà aperta sino al 16 gennaio 2010.

Alcune opere in mostra:

Classico, 2009, olio su tela cm 110 x 150
Classico, 2009, olio su tela cm 110 x 150
Fermare il vento, 2009, olio su tela, cm 200 x 180
Fermare il vento, 2009, olio su tela, cm 200 x 180
Portella, 2009, olio su tela, cm 100 x 70
Portella, 2009, olio su tela, cm 100 x 70

Comunicato Stampa

ALESSANDRO BAZAN

CLASSICA

4 dicembre 2009 – 16 gennaio 2010
Catania – Galleria Carta Bianca fine arts

Inaugurazione venerdì 4 dicembre ore 19.00

Giorni e orari di apertura:
martedi 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì 10,00 / 13,00 – 16,30 / 19,30
sabato 10,00 / 13,00

Venerdì 4 dicembre, verrà inaugurata a Catania, presso la galleria Carta Bianca di Francesco Rovella, la mostra di dipinti di Alessandro Bazan dal titolo “Classica”.
Bazan, cui viene riconosciuto un ruolo di primissimo piano nell’ambito di quella che ormai viene definita come “l’interessante realtà artistica palermitana”, ha realizzato una serie di opere, che spaziano all’interno della sua produzione, appositamente per questa sua prima mostra a Catania.
Dal catalogo della mostra, edizioni Publinews, un estratto del testo di Annamaria Ruta:
“Alessandro Bazan, è chiaro, racconta e si racconta, racconta il mondo che lo circonda, racconta l’essere umano, cogliendolo nelle più banali espressioni, nelle abitudini giornaliere, negli eventi più comuni, sbircia nell’intimo degli uomini e delle donne che attraversano i suoi percorsi quotidiani, ne sonda le pieghe dell’animo, penetrando oltre la crosta della realtà.
Per lui conta la rappresentazione della vita, dalle riunioni tra amici alle donne, dalla gita in macchina a San Martino delle Scale all’abbandono estivo sul mare di Aspra o di Pantelleria, di Monte Cofano o dell’amata Mondello (la sua «cifra californiana dell’esistenza», come lui stesso la definisce): la vita di un giovane uomo, anzi di un giovane artista. Spettacoli istantanei. Flash di idee, di memorie, di “accadimenti”. Il suo sguardo, soprattutto quello della mente, seleziona frammenti di realtà e li fissa per sempre sulle tele, creando una serie di storie minimali, che potrebbero essere montate e ricomposte come sequenze di un unico film….
… un tocco di espressionismo metropolitano, che vuole sorridere sul villaggio globale dei giovani, ritratti sia con sottile ironia sia con un velo di malinconica compartecipazione al loro svagato muoversi e convivere nel cerchio ristretto e tumultuante del proprio habitat.
Talaltra volta invece Bazan riesce ad essere diversamente drammatico nelle inquadrature di guerra in atto nel nostro mondo, siano esse guerre tra nazioni o guerre di mafia, rappresentate sempre con occhio estetico, come lui stesso tiene a sottolineare.
Un nuovo processo di incroci, di attraversamenti e di rimandi, in cui uomini, cose, monumenti appaiono interdipendenti tra loro, in un intimo rapporto che li lega, come narrazione, musica, immagine fanno un tutt’uno nei suoi dipinti. La sua pittura può dirsi così veramente un percorso tormentato, ma sicuro dalla narrazione alla pura emozione visiva.
Sì, Bazan è un vero pittore…..”

Alessandro Bazan è nato nel 1966 a Palermo dove vive e lavora.

Principali Mostre Personali

2009
Classica, Carta Bianca fine arts, Catania
Alessandro Bazan – David Bowes, Duet Art, Varese

2008
Neveland, Marena Arte Contemporanea, Torino
The Golden Circle, ABC Arte Boccanera Contemporanea, Trento

2007
Fan, Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Palermo

2006
Amore, Galleria Bonelli Arte Contemporanea, Mantova

2005
Est, Galleria d’Arte Contemporanea della Repubblica di San Marino
Jazz paintings, Palazzo della Penna, Perugia
Alessandro Bazan, Palazzo della Ragione, Milano

2004
No present, baby, Galleria Autori Cambi, Roma
Quindici soli (eventuali), Magazzini del Sale, Venezia

2003
Marco Cingolani, Alessandro Bazan, Francesco Pantaleone, Palermo

2002
Volgare, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze

1999
La ragazza delle scimmie, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Prato

1998
Palermo, Galleria In Arco, Torino

1996
Alessandro Bazan, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Prato

1994
Amore e fuoco, Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza, Roma
Oh caro, dolce nessuno, Galleria In Arco, Torino
Velma, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Prato

1992
Alessandro Bazan, Galleria Romberg, Latina

1989
Prima visione, Galleria la Robinia, Palermo
Principali Mostre Collettive

2009
Italian Calling, Bonelli LAB, Canneto sull’Oglio (MN)
Plenitudini, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino
Ditalia, Pinacoteca Amedeo Modigliani, Follonica (GR)
Passaggi in Sicilia, Museo d’Arte Contemporanea, Palazzo Riso, Palermo
FRAGILE – Handle with care, Castello di Spezzano (Mo)

2008
XV edizione della Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma
Direzione Sud-Est, Arte Contemporanea in Sicilia, Borgia del Casale, Ortigia (SR)
La strategia del ragno, Galleria Emmeotto, Roma

2007
Arcani Maggiori, Antonio Colombo, Milano
Il Grande Disegno, Fabbrica Borroni, Bollate (MI)

2006
Senza famiglia, Palzzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino
La donna oggetto, Castello di Vigevano (PV)
Sicilia!, Galleria Credito Siciliano, Acireale (CT)
Universi Paralleli, Castello di Castelbuono (PA)
Viaggio in Sicilia, Santa Maria dello Spasimo, Palermo

2005
Senza Veli, Contemporaneamente, Milano
Donne, Barbara Mahler, Pura, Lugano
Questi fantasmi, Galleria In Arco, Torino
Senza Dubbio, Scuola Media Trissino (VI)
Il disegno è l’inizio di tutto, Galerie Davide Di Maggio Mudima 2, Berlino
Carla, Salvo e i siciliani, Andrea arte contemporanea, Vicenza

2004
L’occhio, l’orecchio, il cuore, Palazzo Ducale, Lucca
Iconica, Museo Archeologico, Agrigento
Questi fantasmi, 1000 eventi, Milano

2003
“Italian Factory”, Biennale di Venezia, Venezia,
“Italian Factory”, Strasburgo
“Italian Factory”, Promotrice, Torino
Racconti d’arte, Antonia Jannone, Milano

2002
Srittori pittori, Galleria Bonelli Arte Contemporanea , Mantova
I sette vizi capitali, BoxArt, Verona

2001
Trailers, Galleria Cannaviello, Milano
Palermo Blues, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
Palermo Blues, Cartiere Vannucci, Milano
Senza mani!, Galleria Colombo, Milano

2000
Trapassato futuro, Cartiere Vannucci, Milano
A.C. Sicilia 2000, Galleria Civica Montevergini, Siracusa
Sui Generis, PAC, Milano
Premio Cairo, La Posteria, Milano
Mascalucia 2000, Palazzo Municipale, Mascalucia (CT)
Porta d’Oriente 2, Palazzo Tipputi, Bisceglie (BA)
Palermo, Galleria 61, Palermo

1999
Bazan, Chiesi, Galliano, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
XIII Quadriennale d’arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma

1998
Mitovelocità, Galleria d’Arte Contemporanea di San Marino
Cronache vere, Spazio Consolo, Milano
Il nuovo ritratto in Italia, Spazio Consolo, Milano
Artefici, Rampa Francesco Di Giorgio, Urbino

1997
Luoghi, alla ricerca del territorio, Galleria d’Arte Contemporanea di San Marino
In che senso italiano?, Anna D’Ascanio, Roma
Gattopardi, artisti viaggiatori in Sicilia, Pinacoteca Comunale, Capo d’Orlando (ME)
Locus amoenus, Castello di Cumiana, Torino

1996
Martiri e Santi, Galleria l’Attico, Roma
Antologia, Spazio Herno, Torino Trevi Flash Art Museum, Trevi
Timecode, Iperspazio, Milano
Signo, Chiesa dell’Annunziata, Palazzolo Acreide (SR)

1995
Estetica del delitto, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Prato
Dodici pittori italiani, Spazio Herno, Torino
Vacanze romane, Banchi Nuovi, Roma
All’armi, ex Caserma Borbonica, Casagiove (CE)

1994
Sotto vetro, Luisa Via Roma, Firenze

1992
Decouverte ’92, Grand Palais, Parigi

1990
Premio Marche, Ancona

 

THE DAY AFTER
opere di
Jonathan Guaitamacchi

Inaugurazione venerdì 16 ottobre 2009, ore 19,00

Giorni e orari di apertura
martedì: 16,30 / 19,30
da mercoledì a venerdì: 10,00/13,00 – 16,30 / 19,30
sabato: 10,00/13,00

La mostra rimarrà aperta sino al 14 novembre 2009.

Tutti i titoli dei dipinti riportano il nome della mostra poichè sono una serie realizzata appositamente per l’evento di Catania.

Alcune opere in mostra:

THE DAY AFTER, Target, 2009, mixed media on canvas, cm 260 x 170
THE DAY AFTER, Target, 2009, mixed media on canvas, cm 260 x 170
THE DAY AFTER, Retur, 2009, mixed media on canvas cm 30 x 40
THE DAY AFTER, Return, 2009, mixed media on canvas cm 30 x 40
THE DAY AFTER, Hypnosis, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, Hypnosis, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, View, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, View, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, Obsession, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, Obsession, 2009, mixed media on canvas, cm 30 x 40
THE DAY AFTER, M –Twenty-five, 2009, mixed media on canvas, cm 140 x 240
THE DAY AFTER, M –Twenty-five, 2009, mixed media on canvas, cm 140 x 240

Jonathan Guaitamacchi nasce a Londra nel 1961.Si è diplomato all’Accademia di Brera a Milano dove vive e lavora.

SELECTED / ONE MAN SHOW

2009

The Day After, Galleria Carta Bianca fine arts, Catania
Locations, curated by Andrew Lambrecht, SMAC Gallery, Stellenbosh, Cape Town, South Africa
Lecco Campus Point , Politecnico Milano, Polo Regionale di Lecco

2007

Storyboard, Piccola Galleria. Asolo-Bassano del Grappa, a cura di Marco Meneguzzo
Dark Movie, Galleria Cà di Frà, Milano

2006

White Blocks, LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste
M-TwentyFive, LipanjePuntin artecontemporanea, Roma

2005

NovecinqueZerocinque, Ex chiesa San Pietro in Atrio, Como a cura di Carlo Ghielmetti e Assessorato alla cultura Comune di Como

2004

Scope London, Int Art Fair, Melia White, London
Memoriale al nero, Galleria 2000 & NOVECENTO, Reggio Emilia

2003

Jonathan Guaitamacchi, Galleria Ca’di Fra’, Milano

2002

Dark City, Galleria Rubin, Milano a cura di Marco Meneguzzo

2000

Nero, Galleria Rubin, Milano a cura di C. Bertelli e J. Ceresoli

1999

Progetto Bovisa, Palazzo della Triennale, Milano
Jonathan Guaitamacchi – Drawings, University of Cape Town, Italian Art Festival, Sud Africa
Metropoli, Pa Kua Gallery di Christian Bernard, Cape Town, South Africa

1998

Jonathan Guaitamacchi. Una stazione, la città, a cura della Galleria Jannone, Milano

1997

Jonathan Guaitamacchi. Le macchine della luce, Sala Pressione, Officina del Gas Bovina, Milano, a cura di C. Bertelli e A. Negri.

SELECTED / GROUP SHOW

2009

Joburg Art Fair, Johannesburg, South Africa
Linguaggi del mondo, in occasione della 53° Biennale di Venezia, Palazzo Querini, Venezia
West Lake Intenational Art Festival, Hangzhou, China
MIART, Milano
Art Verona, Verona

2008

New York New York, Galleria Forni, Bologna
Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea, Sabbioneta
Qualcosa di personale-trasformazioni di un secolo breve, Palazzo della Borsa, Sala delle Grida-Genova
Acquisizione e Esposizione “Collezione Farnesina” Ministero Affari Esteri, Roma
Johannesburg Art Fair, the first Art Fair in Africa, Johannesburg, South Africa
MIART, Milano
Arte Fiera, Art First, Bologna
Urgenza della Città. l’Urbano nella Nuova Pittura Italiana, Grandi Magazzini Teatrali, Campobasso.

2007

La nuova Figurazione, Fabbrica Borroni, Bollate, Milano
Arte Fiera, Art First, Bologna
MIART, Milano
Il grande disegno, Bollate (Mi)

2006

Mestna Galerija Ljubljana, Lubiana (Slo)
I cinque cerchi, Galleria Artecornice, Torino
Per le nostre strade, Hotel delle Arti, Cremona
St-Art 06, Strasburgo
Berliner Liste 06, Berlino
Arte Fiera, Art First, Bologna

2005

Anteprima, Quadriennale Torino
Scope, Miami
Scope, London
Beijin International Art Biennale China 2005, Pechino Biennale
Urbana – La città metallica, Chiostro S.Sebastiano, Biella a cura di Olga Gambari
Scope New York, Int. Art Fair – Flatotel, New York
La città che sale, Spazio espositivo Sant’Agostino, Bergamo Alta
Paesaggio italiano contemporaneo, Palazzo ducale di Gubbio, a cura di Marco Meneguzzo
Intermedia Painting, Galleria Biasutti, Torino a cura di Luca Beatrice

2004

Anteprima della XIV Quadriennale di Roma – sezione territori, Palazzo della Promotrice Delle Belle Arti, Torino

2003

Nuovo paesaggio nell’arte contemporanea in Italia GAM Udine, a cura di Luca Beatrice e Paolo Manazza
Alto impatto ambientale, Chiostri di S. Domenico, Reggio Emilia, a cura di Marinella Paderni
Città, Galleria Forni, Milano
Città Dis-Continua, Certosa di Pontignano (SI)

2002

Finalista Premio Cairo, Museo della Permanente, Milano
Bianco e Nero, Galleria Inga-Pin, Milano
Saluti da Como, Galleria Lietti, Como
D’Italia, Galleria d’arte contemporanea Repubblica di San Marino a cura di Paolo Artoni
Colori Primari, Stamperia dell’Arancio, Grottammare (AP)
Sconfinamenti, Castello di Spezzano, Sassuolo (MO)
IN-PRESSIONE, Officine del Gas, Milano, a cura di Mimmo Di Marzio
301.302 Kmq, Galleria Bagnai, Firenze, a cura di Luca Beatrice

2001

Young Art, Arte Contemporanea 1961-2001, Finarte, Milano
Artexpo, Barcellona, 2000 & NOVECENTO Galleria D’arte, Reggio Emilia
Landscape, Torre Medioevale, Moggio Udinese (MO)
Generazionale. Indagine sulle nuove generazioni, Salone degli Zavatteri, Basilica Palladiana, Vicenza
Lineart International Art Fair, Gent (Belgio), 200 & NOVECENTO Galleria D’arte, Reggio Emilia

2000

Visioni. Temi e Modi. La giovane Figurazione Italiana nell’anno 2000, Premio Cairo Communication, La Posteria, Milano
1999 Es-Odo, Istituto Penale Cesare Beccaria, Milano

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